martedì 21 ottobre 2008

Lectura Dantis (e il palo)

(foto da internet)


Non c'è niente da fare: le figure dei perdenti, nella letteratura e nel cinema, o addirittura nel mondo della canzone, hanno il loro fascino. E a volte la finzione si intreccia col reale. E' quel che successo in questi giorni a Palermo. Ma andiamo per ordine e rivisitiamo insieme alcune note figure di perdenti. Iniziamo dalla finzione.
In una vecchia canzone di Enzo Jannacci, intitolata Faceva il palo nella banda dell'Ortica (leggi il testo>>), si cantavano le gesta di una banda di malviventi dell'omonimo quartiere milanese e in particolare del loro palo. Il signore in questione era guercio; non ci vedeva da qui a lì. Con la banda al lavoro il nostro non si rendeva conto dell'arrivo dei carabinieri e faceva arrestare tutti i suoi complici. Oltretutto il palo veniva preso per un mendicante; la gente che passava gli dava l'elemosina mentre lui credeva, un po' arrabbiato, che fosse la sua parte del bottino che gli altri malviventi gli davano a rate!
Un'altra bellissima figura di perdente è quella di Gian dei Brughi. Ne Il barone rampante di Italo Calvino -un libro che vi consigliamo di leggere- il protagonista del romanzo, Cosimo Piovasco di Rondò, si interessa particolarmente alla figura di Gian dei Brughi, un brigante temuto in tutta la regione e vuole conoscerlo ad ogni prezzo. Un pomeriggio Cosimo stava leggendo su un noce Gil de Blas di Lesage (guarda l'anteprima alla fine del post) e vide il malvivente inseguito da due sbirri. Gli buttò una fune e riuscì ad ingannare i gendarmi arrampicandosi su un altro albero, distraendoli dal noce. Da quel giorno Cosimo e Gian dei Brughi divennero amici. Gian dei Brughi gli chiese di prestargli il libro che stava leggendo. Affascinato dalla lettura, il brigante fu preso da una tale frenesia per i libri che ben presto abbandonò i complici e la sua fama di malvivente. Un giorno due ex compagni di avventure vennero a proporgli un altro agguato, però Gian dei Brughi si mostrò remissivo. Gli presero il libro che stava leggendo e cominciarono a strapparlo. Gli promisero che gliel'avrebbero restituito solo se avesse accettato il loro piano. Questa fu l’ultima azione malvaggia di Gian dei Brughi: fu catturato ed impiccato. Subì la stessa fine del protagonista del libro che stava leggendo.
Un altro (vero) palo, alla ribalta in questi giorni, è il palermitano Fabrizio Tumminello, arrestato dalla polizia mentre con altri complici tentava di rubare una Mini. Ai poliziotti che gli mettevano le manette ha chiesto di non sequestrargli la copia della Divina Commedia che aveva con sé. Ha confessato che, dopo aver visto in tv la Lectura Dantis di Roberto Benigni si è innamorato dell'opera del sommo poeta al punto da portarsi sempre dietro il poema.
"Non lo lascio mai, mi tiene compagnia", ha affermato il nostro. La copia della Divina Commedia è stata ritrovata nel vano sottosella dello scooter di Tumminello, assieme ad alcuni cacciavite.
Ci chiediamo: quando è stato arrestato stava leggendo il XXV canto dell'Inferno?
E ancora: non vi pare che un topo d'auto come Fabrizio meriti la libertà?

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Un ladro interessante. Non so se merita la libertà ma almeno avere la Divina Commedia al carcere.

Anonimo ha detto...

in Italia succede di tutto.

Lluna ha detto...

Penso di sì. Merita la libertà e avere con se il libro della Divina Commedia. Leggere e un'ottima attività e mentre si legge non si fa un'altra cosa.

Amparo Santaúrsula

BertoBB ha detto...

Un post divertente!
devono lasciarlo in carcere a recitare la commedia a viva voce finche si renda conto che è alle porte dell'inferno.
Quest'altro non ha fatto il palo appunto:
http://www.crimeblog.it/post/1349/video-un-modo-poco-furbo-per-farsi-identificare
Saluti