giovedì 12 giugno 2008

Lettera aperta a Walter Veltroni

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.



Le notizie che arrivano all’estero dall’Italia in queste settimane riempiono di vergogna noi italiani che per i più diversi motivi viviamo fuori da quello che vorremmo fosse ancora il nostro paese.


Ci riempie di vergogna, in particolare, il recente decreto legge che sancisce penalmente l’immigrazione illegale, considerandola anche aggravante dei reati eventualmente commessi. Di per sé questi due punti sono sufficienti a rendere odioso il provvedimento, ma a questo si aggiunge anche l’infame minaccia di confisca delle case affittate a stranieri in situazione irregolare: un governo che si proclama liberale minaccia così la proprietà privata dei cittadini come mezzo di pressione perché realizzino loro quel controllo di cui il governo è di per sé incapace.


Non siamo così ingenui da pensare che questa parte del provvedimento andrà a colpire i membri di organizzazioni criminali. Al contrario, è concepita per rendere corresponsabili i cittadini italiani dell’espulsione verso l’illegalità e la miseria di esseri umani completamente indifesi. Per questo è concepito quest’aspetto del decreto: per soddisfare i più bassi impulsi xenofobi e per aprire ancor più la breccia che divide i cittadini dagli immigrati. Infamia degna veramente del Terzo Reich, o delle più recenti e non meno lugubri pulizie etniche europee.
Mentre lo “statista” Silvio Berlusconi tentenna –clandestinità: reato sì, reato no– e assicura che comunque la legge non si potrà applicare (e i magistrati gli danno ragione), il PD si limita a dire che "Sarebbe una misura inutile e dannosa che avrebbe il risultato di intasare le carceri" (Veltroni citato su ‘La Repubblica’ 19/5/2008).

(foto da internet)


In quanto votanti o simpatizzanti di sinistra e del PD questa risposta a un decreto vergognoso ci sembra insufficiente. Invano abbiamo cercato nei notiziari o sui giornali nazionali una presa di posizione forte e autorevole che condannasse nettamente la sciagurata politica del governo, in nome di principi e di diritti (come ha fatto la Chiesa cattolica), e non in termini di efficacia o meno del provvedimento. In una politica com’è l’italiana, completamente mediatizzata, il voto in parlamento non è sufficiente: serve un messaggio chiaro che proponga all’opinione pubblica un’alternativa al discorso razzista di Bossi, Fini e Berlusconi.

Con tristezza vediamo che questo messaggio il PD non è (ancora?) capace di mandarlo. Questo silenzio può forse dipendere dal fatto che la critica a questo decreto sarebbe impopolare e certamente molto difficile da gestire in un sistema delle comunicazioni viziato com’è quello italiano. Pensiamo però che sono qui in gioco principi fondamentali –i diritti umani, una minima solidarietà verso tutti quei lavoratori stranieri che contribuiscono al funzionamento del paese– che dovrebbero essere difesi a qualunque costo. Su queste questioni non vediamo margini di mediazione.
Non ci sfuggono i problemi reali provocati dalla presenza nel Paese di centinaia di migliaia di persone in situazione irregolare, e in particolare da minoranze che vivono ai margini della legalità, o magari dalle associazioni a delinquere composte da stranieri. Questi problemi si ripropongono in termini analoghi in tutti i paesi europei. La loro soluzione non può però essere un’illegalizzazione di massa. Servono, al contrario, maggiore integrazione di quanti effettivamente contribuiscono al funzionamento del paese, e il rimpatrio, concordato coi paesi di origine, delle minoranze marginali. La politica che il governo Zapatero ha portato avanti in Spagna, pur tra non poche titubanze e con molti problemi, ci sembra un possibile riferimento in questo senso.
Lo Stato deve garantire la sicurezza dei cittadini, non c’è discussione. La Lega e AN, la destra, hanno imposto un concetto di sicurezza a una sola dimensione, riassunta nell’immagine delle città ripulite dalla presenza scandalosa e scomoda degli zingari e degli immigrati, delinquenti o no. Il PD dovrebbe difendere un concetto più ampio di sicurezza. Questo passa sicuramente per il controllo delle frontiere e per la repressione dei reati, da chiunque siano commessi, cittadini dell’Unione Europea o extracomunitari. Ma passa anche per l’affermazione del potere dello Stato nelle zone controllate dalle diverse mafie. O per il rafforzamento della magistratura. O per la prevenzione degli incidenti sul lavoro, magari attraverso il controllo del lavoro nero. O per la riduzione della precarietà dei posti di lavoro. O per l’efficace funzionamento del servizio sanitario. Un concetto di sicurezza, cioè, esteso a tutti gli aspetti della vita dei cittadini, e non limitato a questioni di criminalità. Perché le strade pulite della destra servono solo a nascondere retrobottega pieni di sporcizia.
Caro Walter: pensiamo che il tema che dell’immigrazione non tocca solo l’ordine pubblico in senso stretto, ma riguarda anche il modo stesso in cui concepiamo la nostra vita in comune. Pensiamo che finché accetteremo il discorso imposto dalla destra –repressione dell’immigrazione è uguale a sicurezza– vinceranno loro. È importante e urgente e necessario far sentire con forza e senza mezze tinte una voce nostra, per rompere il circolo vizioso della paranoia xenofoba, per affermare il discorso ben diverso dei diritti e dei doveri reciproci, dell’integrazione e della tolleranza.


Firmato: Andrea Bombi, Anna Giordano, Gianpiero Pelegi, Guido Ramellini, Fabio Palma, Angela Lucchese, Armando Ferrari e Massimo D'Arco.


P.s. Per i chiodini italiani residenti all'estero: se volete firmare la lettera, potete farlo usando i commenti.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Amici (o compagni, come vi chiamo?). Io vivo in Italia. Ieri sono morti sei operai e ancora non siamo riusciti a fare uno straccio di manifestazione. La lettera va bene, ma a che cosa serve? L'opposizione non esiste. C'è solo Di Pietro in parlamento. A Rifondazione volano le coltellate, rimangono Grillo e Travaglio.
Un bel panorama...

Anonimo ha detto...

Ciao gianpiero, l'altro giorno ho sentito una avvocata che diceva che l'affitto d'un vano ad un illegale in Spagna è reato (falta leve) dal 2002, ma questo è difficile di rintracciare oltre alla mancanza di effetivi per portalo in pratica. Credo che il neogoverno d'Italia fa castelli nell'aria da accontentare coloro chi gli hanno votato. E poi ci sta che non si può buttare via un illegale senza il consentimento dei paesi che li albergherà.
La parola che definisce tutta questa roba è: MORBO
http://www.demauroparavia.it/71671
Saluti
Alberto

Anonimo ha detto...

Anche oggi ci sono stati due morti sul lavoro. La giustizia è imbavagliata. Non se ne può più.

Kingamba Mwenho ha detto...

Dinanzi alla triste compagine politica dei nostri giorni:

Cosa sta facendo l'Opposizione?
Inoltre, cosa fa il PD nella qualità di maggiore partito dell'Opposizione?
E cosa fanno i cosiddetti intellettuali di sinistra? E cosa fanno gli uomini e le donne di questo gran paese dinanzi alla deriva netta e chiara della democrazia italiana?

Cercasi UNA OPPOSIZIONE VERA, del tipo OCCIDENTALE, liberale, democratica, riformista, arguta, convincente, alternativa e ATTIVA!

Cercasi politici di razza, che non si omologano con una maggioranza come questa con la scusa di un pseudo dialogo per il reale del paese. Ma qual paese?

Cercasi leadership che sappia guidare il popolo del PD... è TEMPO DI MUOVERSI, marcare le distanze da questa maggioranza che può portare alla perdizione?

Cercasi...
Obs: AL PD chiediamo che si spieghi meglio, che faccia chiarimenti sull'attuale politica del silenzio e collusione. Vedete, non è che la gente non sia preparata per una nuova era politica, ... chi la guida non si sa SPIEGARE.

Quello che sta succedendo succede quando non esiste un'Opposizione IN UN PAESE CHE SI CREDE DEMOCRATICO!

Sull'esercito: neppure negli USA l'esercito è usato nelle città. In quel paese la paura fa da padrone, ma siamo in Italia, in Europa. COSA SI VUOLE FARE?

Ma!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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