(foto da www.repubblica.it)
Oggi l'Italia piange la morte di Dino Risi, uno dei grandi maestri del cinema della commedia all'italiana. A 91 anni se ne va un grande vecchio della settima arte, protagonista di una stagione irripetibile, che vanta una formula capace di piacere sia ai critici che al pubblico, con la capacità di coniugare divertimento e affresco sociale. Un cinema popolare ma mai eccessivamente sentimentale, attento al costume però senza rivendicazioni ideologiche.
Il milanese Risi era nato il 23 dicembre 1916. Il suo primo vero successo è la commedia di costume Il segno di Venere e soprattutto l’exploit al botteghino di Pane amore e..., con Sophia Loren protagonista. Un anno dopo, nel 1956, un nuovo boom: questa volta tocca a Poveri ma belli, che, seppur realizzato con mezzi modesti, diventò un campione d'incassi. Poi il drammatico Una vita difficile, con un inedito Alberto Sordi, e il supercult Il sorpasso, per molti una delle vette assolute della commedia all'italiana, col suo attore preferito Vittorio Gassman. Infine quello che è uno dei suoi titoli più celebri, I Mostri (1963).
Un’attività intensa che dura anche per tutti gli anni Settanta, decennio in cui realizza, tra gli altri, In nome del popolo italiano (1971), I nuovi Mostri (1977). E anche Profumo di donna, ancora con Gassman, che ottiene due nomination all’Oscar, e che avrà un remake in salsa hollywoodiana, con Al Pacino protagonista.
Negli anni Ottanta, invece, comicia a scemare la produzione cinematografica, e nei Novanta l’attività rallenta sempre di più. La grande stagione della commedia all’italiana è al tramonto anche per la scomparsa dei suoi volti più celebri: Gassman, Tognazzi, Manfredi, Sordi. «Oggi è molto difficile mettere insieme un film, e, quindi [...] col cinema ho chiuso»
A inizio millennio, Risi guarda verso la tv e realizza la fiction Bellissime, ispirata a Miss Italia, e girata a Salsomaggiore.
Forse un finale un po’ malinconico, per questo grande vecchio della settima arte, che abolì il lieto fine (in Il sorpasso) a cui però, nel 2002, la Mostra di Venezia assegnò il Leone alla carriera.
Forse un finale un po’ malinconico, per questo grande vecchio della settima arte, che abolì il lieto fine (in Il sorpasso) a cui però, nel 2002, la Mostra di Venezia assegnò il Leone alla carriera.
1 commento:
Io ho visto Il sorpasso. Qui si chiamava La escapada. Era molto bello.
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