domenica 1 giugno 2008

La letteratura nel DNA



(foto da internet)

A casa Carofiglio la letteratura è una passione comune a tutti: Gianrico, magistrato, che ha iniziato a scrivere quasi per gioco ed ha venduto oltre due milioni di copie dei suoi romanzi; Francesco, architetto, regista, illustratore, attore e sceneggiatore ha appena pubblicato il suo secondo romanzo L’estate del cane nero; Nicola, il padre, ingegnere, ha scritto dei racconti ancora inediti, che forse presto troveremo in libreria; Enza, la madre, ex-insegnante di lettere, è già al suo terzo romanzo: Quella mattina a Noto, libro di memorie in cui narra la “sua Sicilia”:

Sono nata in Sicilia e anche se ho vissuto in quella terra meravigliosa per troppo poco tempo, da giovanissima, quegli odori e quella atmosfera mi sono rimasti nel cuore. Tanto che ci sono voluta tornare da sola, cercando di rivedere tutto con gli occhi di mia madre. Così è nato il mio ultimo libro, che parte dalla realtà, arricchendosi poi di elementi di fantasia. Come capita spesso, d’altronde. Ho sempre amato scrivere e ho sempre cercato di trasmettere anche il gusto della lettura sia ai miei alunni sia ai miei figli. Penso di esserci riuscita, perché molti miei studenti mi cercano e mi ringraziano ancora.

L’autrice, voce narrante, ritorna dopo anni nella natia Noto e là intreccia un profondo dialogo con tre donne che nella sua vita sono state determinanti: la madre Ituzza, la nonna Lidduzza, la bisnonna (mai conosciuta) Mariannina, tre figure femminili che vede avanzare “con leggero passo di danza” e che la inducono a raccontare la loro storia. Donne che nella Sicilia a cavallo del secolo si sono battute per la libertà di decidere, di istruirsi, di insegnare. Mariannina, la capostipite, costretta ad abbandonare Palermo dopo la perdita del marito e del patrimonio. La figlia, Lidduzza, che conquista l’indipendenza e la difende gelosamente; per ultimo, la nipote, Ituzza, si laurea – ospite della famiglia Brancati, dove il piccolo Vitaliano, detto Nuzzo, inventa sul vasino le sue prime storie –e poi si trasferisce a Noto, dove insegna, si sposa e cresce i figli, finché la necessità la spinge a lasciare la sua Sicilia per Bari.

Dulcis in fundo, Gianrico Carofiglio chiude con una bellissima finzione il racconto della madre.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Quando vengono tutti a Valencia?

Pilar ha detto...

Ho finito tre giorni fa di leggere "Ad occhi chiusi" mi è piaciuto il modo di scrivere di Gianrico. Ho ascoltato l'intervista che ho trovato nella sua web, anche mi piace come parla.
Tempo fa ho saputo che la sua mamma scriveva per un post del blog d'Ina
http://dirindina.blogspot.com/2008/02/ragionevoli-dubbi.html
nel che racconta un curios aneddoto.
Carini saluti

Anonimo ha detto...

Ciao Cristina sono Ana Gutierrez e penso che mi piacerebbe molto questo libro di Gianrico. Quando ho letto il tuo articolo ho avuto voglia di cominciare a leggere-lo.
Credo che la esposizione che tu hai fatto può essere la colpevole, non credi?

mariajesus ha detto...

I libri di Gianrico mi sono piaciuti molto e ho pure sentito parlare molto bene di quello del fratello, L'estate del cane nero. Da quello che ci raccontante del libro della madre, pare sia anche una bella storia. Spero riuscire a leggere sia quello del fratello che quello della madre.

Cristina Manfreda ha detto...

Ciao Ana, mi fa piacere che dopo aver visto il post ti sia venuta voglia di leggere il libro. Spero tanto che ti piaccia l'opera della madre del padre di Guerrieri.

Maria Jesús, spero che tu ci scriva se ti sono piaciuti i due libri che hai intenzione di leggere.

Un caro saluto a tutte e due.