venerdì 6 giugno 2008

Avanti popolo, la pizza è rossa

(foto da internet)


Dagli Usa arriva l’avanguardia del movimento per la trasformazione della ristorazione di massa: Guerrilla Cuisine. Si tratta di un movimento per la liberazione del gusto, nato, un paio di anni fa, ad Oakland, una cittadina dell’Area di San Francisco.
L’iniziativa venne lanciata dai fratelli Townsend, con il nome di Ghetto Gourmet, per celebrare la cultura afroamericana del quartiere nel quale abitavano. Il movimento ha visto la luce negli stessi luoghi in cui una volta fiorivano le esperienze di ristorazione alternativa promosse dalle Black Panthers. Da qui si sta diffondendo a macchia d'olio nel resto degli Stati Uniti. Di recente ha anche fatto il salto dell'Atlantico registrando adesioni ed eventi a Londra, Berlino, Parigi e Varsavia.

Della Guerrilla Cousine fanno parte cuochi di tendenza che vogliono sfuggire alla pressione delle cucine dei grandi ristoranti e clienti che preferiscono l'atmosfera intima offerta dalla sala da pranzo d'una residenza privata, di un club letterario o d'un teatrino off a quella rumorosa dei ristoranti di grido. Gli indirizzi di questi ristoranti non sono mai riportati nelle pagine gialle. Vi si accede per passa parola e, quasi come si trattasse di riunioni segrete, solo se si viene introdotti da un altro membro.

Le esperienze culinarie che vi si realizzano sono delle vere proprie fusioni culinarie e culturali. Molto spesso includono eventi letterari, letture di poesie, concerti di musica acustica, happenings pittorici e danze etniche. Costano sui 30 o 40 dollari per un pranzo di quattro portate con vino incluso. Non hanno scopo di lucro e hanno luogo più che altro per celebrare il gusto del buon vivere.


(foto da internet)
Qualche volta ai commensali viene chiesto di portare una bevanda o un piatto da condividere con gli altri invitati. A volte i membri di Guerrilla Cusine tendono a consumare verdure, vini, formaggi e carni di stretta produzione locale. Il menu può essere modificato quando uno degli ingredienti non è diponibile localmente e non lo si può ottenere organicamente.

I militanti più ortodossi - non a caso il simbolo del movimento è una falce e una forchetta - consumano esclusivamente cibi la cui produzione è stata resa possible dall'impiego esclusivo della forza umana e di quella degli animali da tiro.

L'esperienza della Guerilla Cusine ha dei precendenti illustri nelle Paladares, i ristoranti underground di Cuba e nei Si Fang Cai di Hong Kong, riconosciuti come le migliori osterie dell'isola. A rendere unica però l'esperienza statunitense è il suo aspetto egualitario. Non di rado infatti i partecipanti a chiusura serata finiscono col cantare, ballare e suonare assieme. Tra amici.
Chissà se un giorno, dopo tante polemiche sugli additivi, l’iniziativa potrà attecchire anche da queste parti...


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Perché no? E' interessante. Qui i ristoranti sono sempre piú cari.

Anonimo ha detto...

Buona iniziativa. E' necessario un cambio dei ristoranti e dei clienti.