domenica 3 febbraio 2019

Viva San Biagio!


(foto da internet)

Biagio di Sebaste, più noto  come San Biagio (o San Biase in alcune varietà dialettali) è stato un vescovo e santo armeno del III secolo d.C, venerato come santo dalla Chiesa cattolica (vescovo e martire) e dalla Chiesa ortodossa.
Biagio era medico e venne nominato vescovo della sua città. A causa della sua fede venne imprigionato dai Romani, durante il processo rifiutò di rinnegare la fede cristiana e per punizione fu straziato con i pettini di ferro che si usano per cardare la lana. Morì decapitato.
San Biagio abitò probabilmente nel monte Ardeni e la tradizione vuole che tutte le bestie dei boschi venissero a lui mansuete.  Sanò tutte le infermità degli uomini e delle bestie, ma non con le medicine, bensì con il nome di Cristo. E se qualcuno inghiottiva un osso, o una spina, e questa si metteva di traverso nella gola, il santo con la preghiera l'estraeva...  Le parole che Biagio usava dire in simili casi erano "O ascendi o discendi".


(foto da internet)

Il corpo di San Biagio fu sepolto nella cattedrale di Sebaste. Nel 732 una parte dei suoi resti mortali, deposti in un'urna di marmo, furono imbarcati, per esser portati a Roma. Una tempesta fermò la navigazione sulla costa di Maratea, dove i fedeli accolsero l'urna contenente le reliquie e la conservarono nella Basilica di Maratea, sul monte San Biagio. 
Un gran numero di località vantano di possedere un frammento del corpo del santo. Ciò è dovuto, oltre all'antica usanza di sezionare i corpi dei santi e distribuirne le parti per soddisfare le richieste dei fedeli, alla pratica della simonia, una delle cui forme consisteva nel vendere reliquie false, o reliquie di santi omonimi ma meno conosciuti.
Ad esempio, ad Avetrana (Taranto) è custodito, in un ostensorio d'argento e d'oro, un frammento della gola di san Biagio, sul quale si legge l'iscrizione "GUTTURRE SANCTI BLASI" (che sta per la gola di san Biagio); a Mercato Vecchio di Montebelluna, in provincia di Treviso, nella chiesa di San Biagio, è custodito un pezzo di veste, e ogni anno, il 3 febbraio, per tutto il giorno vi si benedicono, in onore del santo, pani e arance; a Santa Maria Capua Vetere (Caserta) si trova conservata una reliquia e una statua raffigurante il Santo e il 3 febbraio si benedicono e distribuiscono panini, olio per ungere la gola e candele benedette.


(foto da internet)

A San Biagio sono stati attribuiti diversi miracoli, tra cui il salvataggio di un bambino che stava soffocando dopo aver ingerito una lisca di pesce.
I fedeli si rivolgono a san Biagio nella sua qualità di medico, per la cura dei mali fisici e in particolare per la guarigione dalle malattie della gola: è tra i quattordici santi ausiliatori. È anche protettore dei cardatori di lana, degli animali e delle attività agricole. 
In Italia c'è una tradizione tutta meneghina che vuole che 
un frate goloso di nome Desiderio, ricevette da una massaia, poco prima del periodo natalizio un panettone affinché lo benedicesse. Il Nostro, forse troppo occupato o troppo goloso, si dimenticò del dolce per diversi giorni, salvo spiluccarlo, un po' alla volta, fino a non far rimanere che l'involucro. Quando la massaia tornò era il 3 febbraio e il panettone era già finito da un bel pezzo. Ma il religioso non si perse d’animo e cercò di trovare una scusa per la sua scomparsa. Ma con grande meraviglia scoprì che il panettone era riapparso grosso il doppio. Questa sovrannaturale apparizione fu chiaramente attribuita a San Biagio.


(foto da internet)

La tradizione vuole che la mattina del 3 febbraio la famiglia faccia colazione con l’ultimo panettone superstite delle feste natalizie. Al dolce vengono attribuite proprietà miracolose in grado di preservare dai malanni della gola.
Secondo la tradizione popolare milanese il panettone mangiato il 3 febbraio benedis la gola e él nas (benedice la gola e il naso).
Nella zona in cui vivo si dice: Sant Blai gloriós, cura´m la gola i lleva'm la tos! (San Biagio glorioso, curami la gola e toglimi la tosse) e a Potries, un piccolo borgo nei pressi di Gandia si tiene, in questi giorni, El Porrat de Sant Blai, una festa in cui, tra le tante attività, è d'obbligo recarsi presso la chiesa dei Sants Joans, nella quale viene conservata una reliquia del santo che una cameriera fa passare abilmente sulla gola dei fedeli. 
Provare per credere...


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