venerdì 22 febbraio 2019

Renzo Piano, Carlos Saura e la luce



(foto da internet)


Carlos Saura è un regista spagnolo, noto per film quali  Frappé alla menta (1967), che vinse al Festival di Berlino l'Orso d'argento, Lo stress è tre, tre (1968), Anna e i lupi (1973), e, in special modo, per la pellicola  Cría cuervos, che nel 1976 vinse a Cannes il premio speciale della giuria. Con Mamà compie 100 anni (1979) ricevette una nomination all'Oscar al miglior film straniero. Saura ha dedicato alcuni suoi film alla danza, quali Bodas de sangre - Nozze di sangue del 1981, Carmen Story del 1983, L'amore stregone del 1986, Flamenco del 1995 e Tango del 1998.
Nel 2016 girò un documentario sull'architetto italiano Renzo Piano, intitolato Renzo Piano, an architect for Santander (vedi>>).

Il regista e l'architetto, entrambi appassionati dei loro mestieri, innamorati della luce come strumento di creazione artistica, sono paladini convinti della missione civile della professione e si definiscono come due animali in via di estinzione



(foto da internet)

Il film parte dalla realizzazione del Centro Culturale Botín di Santander, in Spagna, ed esplora il processo creativo del grande architetto offrendone un ritratto inedito dove Piano si racconta a partire dall'infanzia vissuta nei cantieri del padre costruttore, passando per la passione per il cinema (l'incontro con Roberto Rossellini), la letteratura (Italo Calvino) arrivando a fornire la sua visione dell'architettura: "Questo tipo di bellezza può salvare il mondo. È un'utopia, ma cos'altro possiamo fare?".
Per Carlos SauraRenzo Piano è un grandissimo artista, il cui suo pensiero è in costante evoluzione. L'architetto, che da sempre si occupa di edifici con un ruolo culturale e sociale importante: il Centre Pompidou, l'Auditorium di Roma o il Los Angeles County Museum of Art, crede fortemente alla centralità della cultura, e al fatto che l'arte possa effettivamente cambiare il mondo.



(foto da internet)

Il punto di collegamento tra il lavoro dei due artisti è senza dubbio la luce che per Piano è il materiale di costruzione più importante: più dell'acciaio, del cemento e del vetro, e per Saura è alla base del suo lavoro. E per il regista è la stessa cosa: il cinema è fatto di luce e di controllo della luce.
La narrazione, in presa diretta, delle fasi della costruzione del Centro Botín, da parte di Renzo Piano, diventa così riflessione sul processo creativo, per giungere alla conclusione che l’arte, sia essa cinema o architettura, non è un atto prevedibile.

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