(foto da internet)
Il quotidiano La Repubblica ha lanciato un'interessante iniziativa: una webserie (vedi>>) incentrata sulla solitudine, o il piacere, del viaggiatore di città.
Pendolare, com'è noto, è colui il quale, non risiedendo nel luogo in cui svolge la propria attività, deve recarvisi ogni giorno, e ritornarne ogni sera, servendosi, in genere, di mezzi di trasporto pubblici, ma anche di mezzi privati.
Pensieri pendolari è il titolo della webserie curata da Marc Augé, antropologo francese, l'autore di Un etnologo nel metrò, in cui s'indaga sul più comune dei tragitti.
Andare al lavoro ogni giorno e rientrare a casa, spesso significa rimanere soli in uno spazio circostante sempre simile, di cui il pendolare di una linea d'autobus, ferroviaria o della metro conosce e riconosce ogni minima sfumatura. Il passeggero fa, dunque, un'esperienza intima del paesaggio urbano.
(foto da internet)
La domanda che gli autori della webserie si sono chiesti è la seguente: a cosa pensano i pendolari? Esiste un paesaggio interiore e un paesaggio esterno?
Di solito, la stanchezza, le preoccupazioni, fanno sì che il viaggiatore non conceda al paesaggio esterno che un'attenzione distratta, in cui l'ormai consueta abitudine diviene noia.
Possono esistere, però, anche dei momenti di quiete in cui l'abitudine diventa piacere giacché il paesaggio urbano può riservare delle sorprese: ad esempio, lo spettacolo quotidiano della gente che viene osservata da un finestrino di un autobus, gli edifici, gli alberi che costeggiano viali, le piazze. A volte la natura si insinua nella città e il suo manifestarsi (un albero rigoglioso, lo scorrere lento di un fiume), suscita sorpresa e piacere.
E poi la storia, l'arte, la bellezza in bella mostra, così vicina nelle città italiane, da apparirci persino familiare, che ci porta ad attraversare i secoli...
Nessun commento:
Posta un commento