(foto da internet)
Radio Days è un film del 1987 diretto da Woody Allen e, come Manhattan, è un omaggio a New York.
Allen non appare mai di persona nella pellicola e il suo ruolo viene impersonato dal giovane attore Seth Green. Il regista è però la voce narrante del film: in esso racconta le storie della sua gioventù, della musica e dei programmi radiofonici che l'accompagnarono.
La colonna sonora rende omaggio ai classici della musica americana degli anni '30 e '40 e svolge un ruolo molto importante nella trama. Perfino l'adattamento radiofonico della trasmissione di Orson Welles, La guerra dei mondi, ha una parte fondamentale nel film: la zia di Allen (Bea), alla disperata ricerca di un marito, si ritrova in un'auto in panne insieme a uno spasimante, proprio durante la nota trasmissione radiofonica!!
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Allen ha dichiarato più volte che la sua formazione, oltre che ai libri e alla musica, è dovuta in gran parte alla radio. Negli anni del dopoguerra il regista ha vissuto la cosiddetta sindrome della radio: novelas, quiz, telegiornali, ecc., che grazie alla fantasia, prendevano forma su ciò che veniva percepito dall'udito.
I personaggi della sua vita reale, in quella New York lontana evocata nel film, si intrecciano con quelli suggeriti dalla radio e ritraggono con affetto la vita delle famiglie americane durante gli anni d'oro della radio: dai parenti che partecipano ai quiz radiofonici, a quelli che non perdono una puntata di una novelas, o ancora a quelli che consumano tutti i prodotti suggeriti dalla pubblicità...
(foto da internet)
Basti pensare alla famosa scena in cui due ladri saccheggiano una casa mentre i padroni sono fuori. All'improvviso squilla il telefono, uno dei due furfanti non resiste alla tentazione e risponde. Incredibilmente, si trova in diretta in un quiz radiofonico! Il presentatore gli fa ascoltare tre motivi suonati dall'orchestra e il ladro li indovina tutti. I proprietari tornano a casa e la trovano completamente svaligiata, ma il mattino dopo arriva un camion pieno di elettrodomestici vinti al quiz!!
La radio apparì in Italia il 23 ottobre 1924 e l’Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche
(Eiar) ebbe sede a Torino.
La radio diventò anche un pezzo elegante da
mettere in casa, con modelli costruiti in legno pregiato a forma di cassetto, soprammobile e consolle. Con l’avvento della bachelite,
che consentiva vari colori e sagome, il design si perfezionò. La radio divenne un oggetto importante: il prezzo di un apparecchio equivaleva allo stipendio
mensile medio di un impiegato statale.
(foto da internet)
Oggigiorno, secondo una recente ricerca, circa
35 milioni di italiani al giorno ascoltano la radio. I dati ci
parlano della sua forte resistenza; la radio è un mezzo capace di
resistere all'urto con l'era digitale, e con un target pubblicitario molto pregiato. Il sondaggio ci dice che nella fascia 14-24 anni l'ascolto è in
aumento rispetto a 3 anni fa, e che il 90% di
chi ascolta la musica attraverso supporti digitali, ascolta anche la radio, in una mescolanza tra
continuità e passato, semplicità d'uso e capacità di trovare ospitalità
nei nuovi strumenti della società dell'informazione.
I livelli
di qualità che la radio deve mantenere, sono, però, sempre più alti. Secondo gli esperti, infatti, la radio è capace di produrre un alto grado di partecipazione emotiva e di coinvolgimento
intellettuale. Questi segnalano che sta nascendo un nuovo tipo di pubblico reticolare, il quale, seppur minoritario, è decisivo nella produzione di quello che viene definito come capitale reputazionale. In soldoni: il pubblico della radio si misura
sempre meno in base a logiche di massa numerica e sempre più in termini reputazionali.
(foto da internet)
In Italia ci sono stati numerosi programmi che tennero incollati all'apparecchio gli ascoltatori e che hanno fatto la
storia della radio nel nostro paese: Rosso e Nero, che andava in onda il giovedì sera, la Hit Parade di Lelio Luttazzi, Bandiera Gialla, Il Gambero,
Alto Gradimento, Chiamate Roma 3131, RaiStereoNotte, fino ad arrivare al Ruggito del Coniglio e 610, tra gli altri.
Alla radio, insomma, non c'è trucco né
inganno, non ci sono smoking né veline. C'è solo un flusso
sentimentale che ha la stessa forza di quello che
si instaura tra gli esseri umani e che entra rapidamente e, con efficacia, in sintonia con l'animo delle
persone.
L'oggetto è però cambiato: oggi ci sono le radio satellitari, le radio internet, quelle del cellulare o del lettore
mp3, ma il segnale radio, dopo oltre cento anni, gode di ottima salute. La radio, insomma, è straordinariamente contemporanea, personalizzabile; essa si adatta con estrema facilità al nuovo mondo e alle
nuove regole e ha, davanti a sé, uno splendido futuro.
Se non l'avete ancora vista, vi regaliamo un'app, forse un po' nostalgica, alla Woody Allen, chiamata Radiooooo.com (sì, con 5 o), che mette a disposizione un grande jukebox online.
(foto da internet)
Se non l'avete ancora vista, vi regaliamo un'app, forse un po' nostalgica, alla Woody Allen, chiamata Radiooooo.com (sì, con 5 o), che mette a disposizione un grande jukebox online.
Il servizio è gratuito, e ci sono solo due parametri da tenere in considerazione: quello geografico e quello cronologico. Una mappa
al centro dello schermo e una barra che indica i decenni, dal 1900
ai nostri giorni, ci permette di ascoltare il catalogo di Radiooooo. Si seleziona un luogo della mappa e in seguito l’epoca che ci interessa. Si può anche selezionare i risultati in base al proprio
umore: il comando mood, ci consente di scegliere se si preferisce ascoltare
qualcosa di lento, di più movimentato, ecc. La musica parte da sola e nella finestra Now Playing si
trova la scheda del brano in riproduzione, con affianco i bottoni per
condividerlo sui social network, e, in un altro riquadro, si mostra la persona che ha scoperto il brano. La piattaforma è
partecipativa e chiunque può inserire una nuova canzone, che poi sarà vagliata
dal team di Radiooooo.
Buon ascolto!
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