(foto da internet)
Le neviere (note anche col nome di ghiacciaie o pozzi di neve) sono degli ambienti in cui veniva immagazzinato il ghiaccio prima dell'invenzione del ghiaccio industriale e del frigorifero.
In passato, per refrigerare gli alimenti bisognava procurarsi dei blocchi di ghiaccio che venivano prodotti in inverno, conservati fino all'estate e spesso trasportati per lunghe distanze. Il
ghiaccio è uno dei più antichi metodi di conservazione alimentare, ed è l'unico capace di
conservare i sapori e la consistenza originari. Per questo, sin dall'antichità, generò un
intenso commercio.
(foto da internet)
Durante l'inverno, la neve veniva raccolta attraverso un'apertura nella parte superiore della costruzione e subito ammassata, in modo che si trasformasse in ghiaccio.
Una volta riempita, la neviera veniva chiusa fino al momento della vendita. Una parte del ghiaccio prodotto raggiungeva le città vicine, su carri trainati da buoi in apposite botti. Nelle città di pianura esistevano le cosiddette conserve che servivano ad immagazzinare il ghiaccio proveniente dalle zone montane.
(foto da internet)
A Firenze, ad esempio, una di queste conserve si trova nel Parco delle Cascine. Da qui, al mattino, partivano i barrocci che vendevano il ghiaccio per le vie della città.
Con l'avvento degli impianti industriali per la produzione del ghiaccio e, posteriormente, del frigorifero, le neviere furono dismesse ed andarono in rovina.
Con l'avvento degli impianti industriali per la produzione del ghiaccio e, posteriormente, del frigorifero, le neviere furono dismesse ed andarono in rovina.
Molte neviere, purtroppo, sono andate perdute e si ha memoria di esse solo grazie alla
toponomastica: nel centro storico di Siena, ad esempio, la Via Diacceto, testimonia che, in questo luogo, il ghiaccio veniva conservato in delle buche scavate nel tufo, dette, appunto, ghiaccere o diaccere.
(foto da internet)
Alcune si conservano ancora in aree montuose; in Toscana, ricordiamo la neviera di San Quirico d'Orcia, nel parco pubblico degli Horti Leonini, costruita, nel 1893, dalla
Pia Associazione della Misericordia per immagazzinare il ghiaccio necessario
agli scopi curativi. Sempre in Toscana, nell'isola d'Elba, si può ammirare una delle più rudimentali neviere: la cosiddetta Buca della Nivera, attestata sin dal 1820.
In Sicilia, l'uso della neve venne introdotto dagli spagnoli. Le neviere più grandi si trovavano sulle Madonie e sul monte Etna,
dove era più facile mantenere bassa la temperatura.
Nel Veneto la costruzione delle neviere risale al XVI secolo; erano dette giazere e si possono trovare sul Monte Grappa ed erano dei veri e propri frigoriferi naturali per la conservazione degli alimenti
durante i mesi estivi.
In Lombardia, sul lago di Varese, esistevano degli edifici, chiamati giazer o giazzere, che erano delle neviere di lago: furono costruite per
stiparci, d'inverno, il ghiaccio prelevato dalla superficie del
lago e che sarebbe servito a conservare il pesce e a garantirne la
freschezza lungo la via per i mercati limitrofi.
(foto da internet)
A Cazzago Brabbia, sulla riva del lago, grazie all'interesse e all'intervento della giornalista Alba Bernard, affezionata
frequentatrice del borgo, furono restaurate ben tre giazzere.
La neviera della Cascina Favaglie, nel comune di
Cornaredo, ad ovest di Milano, è unica nel suo genere
per le sue notevoli dimensioni: ha circa 10 m di diametro e un'altezza di 5,60 m.
In provincia di Bergamo, ad Amagno Strozza, si trova la Ghiacciaia del Maestro, in pieno centro storico: una neviera a forma conica, ben
conservata.
Vi si accede da un cunicolo che nasce da un locale sottostante, la cosiddetta Casa del Maestro (vedi>>), mentre la bocca è situata in un cortile retrostante.
Gli abitanti del paese prelevavano la neve nei prati circostanti e la caricavano nel grande frigorifero. Con l'arrivo del caldo, si utilizzava il ghiaccio fresco immagazzinato e, grazie a delle mensole perimetrali, vi si disponevano gli alimenti per la loro conservazione fino all'inverno successivo.
(foto da internet)
Vi si accede da un cunicolo che nasce da un locale sottostante, la cosiddetta Casa del Maestro (vedi>>), mentre la bocca è situata in un cortile retrostante.
Gli abitanti del paese prelevavano la neve nei prati circostanti e la caricavano nel grande frigorifero. Con l'arrivo del caldo, si utilizzava il ghiaccio fresco immagazzinato e, grazie a delle mensole perimetrali, vi si disponevano gli alimenti per la loro conservazione fino all'inverno successivo.
Nessun commento:
Posta un commento