lunedì 6 febbraio 2017

Della Marmora e la solidarietà dei pastori sardi



(foto da internet)


Alberto Ferrero Della Marmora nacque a Torino nel 1789 e fu avviato alla carriera militare seguendo la tradizione di famiglia. Influenzato dagli ideali della Rivoluzione francese, nutrì per un certo periodo simpatie repubblicane. Studiò nella Scuola militare di Fontainebleau, e iniziò la carriera militare nell'esercito francese, prendendo parte a numerose campagne contro l'Austria
Nel 1819 fece uno dei suoi primi viaggi di studio in Sardegna per studiare l'ornitologia dell'isola. Questo viaggio gli fornì un ampio materiale, che utilizzerà nei suoi successivi scritti.
Nel 1821, in seguito ai moti piemontesi, venne confinato in Sardegna, perché sospettato di connivenza con i rivoltosi. Fu riammesso in servizio nel 1824, a disposizione del viceré di Sardegna.


(foto da internet)

Durante questo periodo compì numerosi viaggi nell'isola. Frutto di queste escursioni fu la pubblicazione di numerose opere, tra cui ricordiamo il noto Voyage en Sardaigne ou Description statistique, physique et politique de cette île avec des recherchessur ses productions naturelles et ses antiquités. 
Nel 1845, uscì a Parigi la Carta della Sardegna, da lui curata, e, nel 1860, venne pubblicata la sua opera più conosciuta: Itinéraire de l'île de Sardaigne, pour faire suite au voyage en cette contrée.


(foto da internet)

Il suo Voyage en Sardaigne, fu un forte stimolo per i viaggiatori desiderosi di conoscere l'isola. Il libro è impreziosito da 19 tavole illustrate, ed è una straordinaria descrizione paleontologica e geologica, fisica, linguistica e politica dell'isola, con accurate ricerche sulle sue produzioni naturali e le sue antichità.
Viaggiatore instancabile, scrisse l'Itinéraire come una sorta di guida nella quale sono indicate le cose più importanti che non si possono tralasciare di vedere. Della Marmora dedicò all'isola oltre cinquanta pubblicazioni di taglio scientifico che contribuirono a far conoscere, specialmente all'estero, una terra fino ad allora completamente ignota. 


(foto da internet)

Nel primo volume del VoyageDella Marmora stila un compendio di storia sarda, descrive l'isola dal punto di vista fisico e climatico; ne esamina il regno minerale, vegetale ed animale, parla degli abitanti (caratteristiche fisiche, costumi, abitudini), della loro lingua e conclude con un quadro sull'amministrazione e sulle attività economiche.
Nel capitolo VII del suddetto volume, si può leggere: "Fra le usanze dei campagnuoli della Sardegna, alcune sono degne di nota e sembrano risalire all'antichità più remota: citeremo le seguenti: ponidura o paradura. Quando un pastore ha subito qualche perdita e vuol rifare il suo gregge, l'usanza gli dà facoltà di fare quel che si dice la ponidura o paradura. Egli compie nel suo villaggio, e magari in quelli vicini, una vera questua. Ogni pastore gli dà almeno una bestia giovane, in modo che il danneggiato mette subito insieme un gregge d'un certo valore, senza contrarre alcun obbligo, all'infuori di quello di rendere lo stesso servizio a chi poi lo reclamasse da lui (...)”.

(foto da internet)


Ebbene, sa paradura, o sa ponidura -il primo termine deriva dal verbo parare (formare, creare), e il secondo da ponnere, (mettere a disposizione)-, ovvero l'antichissima rete di solidarietà descritta da Della Marmora nel XIX secolo, è tornata a funzionare in questi giorni per i terremotati umbri, in particolare per gli allevatori della zona di Cascia a cui i pastori sardi doneranno mille pecore per favorire la ripresa delle attività zootecniche della Valnerina
L’antica pratica di mutuo soccorso in uso in Sardegna, è stata già esportata in continente dopo il tragico terremoto dell'Aquila, quando alcuni allevatori sardi donarono dei capi ovini ai pastori abruzzesi.
Il nuovo progetto è stato presentato al Centro operativo di Cascia da Emilio Carau, funzionario della protezione civile nazionale, e dal sindaco di Cascia Gino Emili
La donazione solidale è stata programmata per il 9 aprile

Gratzias meda!

(A Gio, M.G. e a S., con affetto)


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1 commento:

Anonimo ha detto...

Itte bellu! Gratzias medas a tie!Unu saludu
Gio