lunedì 19 settembre 2016

Parole, parole (I)



(foto da internet)

Poco prima dell'inizio delle lezioni, rendiamo omaggio alla Tigre di Cremona, la mitica Mina, intitolando una nuova rubrica con una sua famosa canzone del 1972 (vedi>>).
Con Parole, parole, vorremmo proporvi termini e/o locuzioni desueti in italiano ma che conservano un certo fascino.
Ci auguriamo che la sezione sia di vostro gradimento.
Iniziamo dal termine vattelapesca, avverbio proveniente dalla locuzione popolare vattelo a pesca (propriamente: vattelo a pescare), esprime assoluta ignoranza riguardo a qualcosa; ha valore di chissà, chi lo sa, vallo a sapere. 
Esempio: 
A: Sai dov'è il mio libro?
B: Vattelapesca!



(foto da internet)

Vattelapesca fu anche lo pseudonimo di Pierre Lucciana, (Bastia,1832 – Bastia, 1909), uno scrittore francese còrso che insegnò l'italiano in un liceo di Bastia.
Lucciana scrisse oltre 40 commedie in dialetto bastiese e numerose poesie (raccolte nel volume Versi italiani e corsi, 1887). Nel 1904 fondò la prima società letteraria della Corsica, l'Accademia Cirnea.
Il termine in questione ha suscitato un notevole dibattito tra i traduttori, giacché venne usato nella traduzione italiana  del 1961, a cura di Adriana Motti, del Giovane Holden (The Catcher in the Rye) di Salinger, un libro fondamentale nella vita di tanti lettori.




(foto da internet)

Orbene, la casa editrice Einaudi pubblicò, due anni or sono, una nuova traduzione del testo, a cura di Matteo Colombo, in cui il termine vattelapesca venne depennato.
Secondo gli esperti, l'espressione, che, al tempo della prima traduzione di Adriana Motti serviva a rendere il parlato, oggi suona datata.
Ciononostante, si sono levate anche delle voci discordanti che difendono, invece, la prima traduzione italiana, dato che Holden è un ragazzo degli anni '50, e quindi farlo parlare come un giovane italiano del 2014, alla Jovanotti per intenderci, non avrebbe molto senso.
Vattelapesca!


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