mercoledì 14 settembre 2016

Il clima cambia lo stivale

(foto da www.la stampa.it)

Clima imprevedibile: picchi di polveri sottili che aleggiano per settimane sulle città. Aumento dell’incidenza di malattie respiratorie e allergie che non rispettano più il calendario delle stagioni. Fenomeni che possono apparire distanti tra loro, ma che sono legati da un unico filo conduttore: il cambiamento climatico che sta riguardando il pianeta. Non ne è immune l’Italia, se si considera che dal 2010 a oggi si sono registrate 204 emergenze: tra allagamenti, frane ed esondazioni. Per ultimo il nubifragio che ha colpito la Puglia, durante l'ultimo fine settimana. L’istantanea, con uno sguardo al futuro, è stata scattata nei mesi scorsi dall’associazione nel dossier «Le città italiane alla sfida del clima», redatto in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente. I maggiori danni si sono finora concretizzati nelle città, ritenute il cuore delle sfida climatica. È nelle aree urbane che si produce la quota più rilevante di emissioni ed è qui che l’intensità e la frequenza di fenomeni meteorologici estremi sta determinando danni crescenti, mettendo in pericolo vite umane e provocando danni a edifici e infrastrutture. 
  Risultati immagini per alluvioni in puglia
(foto da internet)

Finora sono stati 101 i Comuni sparsi lungo la Penisola colpiti da fenomeni atmosferici estremi, dal 2010 a oggi. Allagamenti, frane, esondazioni: c'è un po' di tutto nell'archivio gestito dal Centro Nazionale delle Ricerche. Inevitabili le ripercussioni alle infrastrutture e al patrimonio storico del Paese. Ma l’emergenza è anche sanitaria, se le inondazioni di cinque anni hanno provocato, soltanto in Italia, 140 morti e l'evacuazione di oltre trentaduemila cittadini. Non meno rilevanti sono gli impatti sanitari provocati dalle canicole estive. A luglio del 2015 le temperature superiori alla media nelle città del Nord e del centro (+ 4 gradi rispetto ai valori del periodo), associate ad elevati tassi di umidità, hanno aumentato il disagio della popolazione. E numerose ricerche hanno dimostrato l’associazione tra elevate temperature e salute della popolazione, in particolare degli anziani che vivono in ambiente urbano. 
  Risultati immagini per mal tempo in italia
(foto da internet)

Una situazione che ha portato il Paese a spendere, tra il 1944 ed il 2012, 61,5 miliardi di euro solo per i danni provocati dagli eventi estremi succedutisi sul territorio. Inutile stupirsi, dunque, se l’Italia rappresenta uno dei primi Paesi al mondo per risarcimenti e riparazioni di danni da eventi di dissesto: con circa 3,5 miliardi spesi ogni anno, dal 1945 in avanti. Dal 1950 a oggi sono state 5.459 vittime le vittime conteggiate in oltre quattromila eventi tra frane e alluvioni. Danni meno rilevanti, ma non per questo trascurabili, hanno riguardato la rete di trasporti locali e nazionali e quella elettrica, costretta sovente al blackout a causa del maltempo. 
  Risultati immagini per speculazione edilizia
(foto da internet)

Colpa anche della speculazione edilizia, corresponsabile del dissesto idrogeologico che tocca l’Italia in maniera omogenea, da Nord a Sud: con percentuali inferiori soltanto nelle isole. Così, sulla spinta degli input che giungono pure da Bruxelles, Legambiente ha chiesto ai Comuni di «mettere in sicurezza le aree più a rischio attraverso interventi innovativi, fermando il consumo di suolo e riqualificando gli spazi urbani, le aree verdi e gli edifici per aumentare la resilienza nei confronti di piogge e ondate di calore». Una politica idonea, secondo l’associazione, dovrebbe prevedere la messa a punta dei piani clima delle città, come da anni accade già in diverse realtà straniere: uno strumento che consenta di individuare le aree a maggiore rischi e rafforzare la sicurezza dei cittadini. 

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