(foto da www.repubblica.it)
Un male tremendo lo ha ucciso in poche settimane mentre lui preparava la ripresa della commedia Non ti pago, che avrebbe dovuto portare al Carignano di Torino a marzo e lascia un vuoto incolmabile nel teatro italiano e nella cultura del Paese.
Luca è morto a 67 anni ed è come se, si fosse persa anche l’ultima costola di Eduardo. Dal 1984, da quando Eduardo è morto, Luca ne ha coltivato la memoria e il repertorio. Luca «era» Eduardo. Aveva finito per somigliargli anche fisicamente. Lui, un tempo così atletico, aveva preso la faccia scavata e spigolosa, lo sguardo febbrile e tagliente, i silenzi, i famosi silenzi che parlavano.
Non aveva mai pensato di fare l’attore. È vero, a sette anni era stato Peppinello nella commedia di suo nonno Eduardo Scarpetta Miseria e nobiltà, ma rinnovare quel lontano gioco e trasformarlo in professione era davvero possibile?
Luca ci provò. E affinché nessuno lo considerasse un figlio di papà decise di chiamarsi Luca Della Porta ed entrò nella compagnia di Eduardo per recitare in teatro o in tv Filumena Marturano, Napoli milionaria, Sabato domenica e lunedì,Le voci di dentro. Nell’84, quando Eduardo morì, Luca recitava in Chi è cchiù felice ‘e me. La notizia lo raggiunse all’intervallo. Concluse lo spettacolo, parlò con i suoi attori e corse a Roma.
Da quando Eduardo si era ritirato Luca aveva costituito una propria compagnia e con questa consegnava al pubblico spettacoli per lo più eduardiani, curatissimi nella realizzazione e nell’interpretazione.
(foto da internet)
Era inquieto. Inquieto e prudente. Usava prudenza innanzi tutto con se stesso, poi con i tanti che gli chiedevano il permesso di rappresentare le opere del padre. Voleva che le cose fossero fatte bene e si rendessero «necessarie». Nell’amministrare questo bene prezioso cercava di non staccarsi dai principi artistici e civili che Eduardo gli aveva inculcato poco per volta, senza darlo a vedere. Gli era sempre stato grato della lezione. Gli rimproverava soltanto una cosa: di non avergli mai detto «Bravo!».
(foto da internet)
E bravo, Luca, è stato davvero: un artista appartato e sincero, un attore di tradizione superba che adesso, con la brusca scomparsa, tronca un ramo di una famiglia d’arte lunga tre generazioni e padrona del cuore di tanti.
Il presepio non gli piaceva, ma a noi sì. E ormai dopo Eduardo, Troisi, Pino Daniele, con Luca se ne va un altro po' di quella cultura napoletana che ha arricchito non solo Napoli, ma l'Italia tutta.
Il presepio non gli piaceva, ma a noi sì. E ormai dopo Eduardo, Troisi, Pino Daniele, con Luca se ne va un altro po' di quella cultura napoletana che ha arricchito non solo Napoli, ma l'Italia tutta.
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