venerdì 11 settembre 2015

La macchina di Santa Rosa (da Viterbo)



(foto da internet)

Negli spazi di Eataly, all’interno di Expo Milano 2015, è stata esposta la cosiddetta macchina di Santa Rosa, simbolo della città di Viterbo e unico monumento trasportato e ricostruito nel sito espositivo.
La macchina in questione ha sfilato per le vie della città laziale, secondo tradizione,  alcuni giorni or sono, la sera del 3 settembre. La macchina è una torre alta trenta metri che pesa oltre cinque tonnellate. Viene portata a spalla da più di cento uomini lungo un percorso nel centro storico di Viterbo, illuminando la città attraverso una combinazione di fiaccole e luci elettriche. Il trasporto rievoca simbolicamente la traslazione della salma di Santa Rosa, avvenuta nel 1258.
Santa Rosa nacque a Viterbo nel 1233. Predicò contro i catari e mantenne una forte posizione in difesa del pontefice nella lotta fra guelfi e ghibellini. Morì a soli 18 anni,  nel 1251. Curiosamente. il processo di canonizzazione della “santa” iniziò l'anno stesso della morte, fu poi ripreso nel 1457 ma non venne mai portato a termine. A tutt'oggi la canonizzazione non è ancora avvenuta e i viterbesi stanno cercando di finalizzarla entro il pontificato di Papa Francesco.



(foto da internet)

Il corpo, sepolto direttamente nella terra senza bara, fu ritrovato integro nel 1258 e traslato per disposizione di papa Alessandro IV.
Ma torniamo alla macchina. L'imponente costruzione viene trasportata a spalla per le vie del centro storico di Viterbo.
Il trasporto muove da piazza San Sisto, nei pressi di Porta Romana, dove la macchina viene assemblata nelle settimane precedenti. La macchina è illuminata da moltissime luci che fanno parte della costruzione, alcune sono elettriche altre a fiamma viva.
Il percorso è lungo poco più di un km e giunge fino al Santuario di Santa Rosa. Durante il trasporto si effettuano cinque soste.
Al termine del trasporto la macchina viene fermata davanti al Santuario, dove rimane per alcuni giorni.
Di capitale importanza per l'evento sono i cosiddetti Facchini di Santa Rosa; essi  sono il vero e proprio motore della macchina. A dirigerli c'è un capofacchino: colui che dà gli ordini ai compagni divisi in base alla posizione che occupano sotto o a fianco alla macchina.



(foto da internet)

I facchini indossano per l'occasione la caratteristica divisa bianca con cintura rossa stretta in vita e uno speciale copricapo rivestito in cuoio.
Prima del trasporto della macchina di Santa Rosa, nella Chiesa di San Sisto, i facchini ricevono una speciale benedizione, che i viterbesi chiamano in articulo mortis!
La selezione dei facchini avviene tramite un'impegnativa prova di portata ed è uno degli appuntamenti più coinvolgenti per l’intera città.
Solitamente ogni cinque anni viene dato incarico di realizzare un nuovo modello della macchina. Quest’anno, l'architetto Raffaele Ascenzi, un ex facchino di Santa Rosa, ha realizzato la macchina Gloria, modello che, secondo gli ideatori, prende il nome proprio dalla tradizione che vede i viterbesi, da ben quattro secoli, portare in gloria la loro patrona Santa Rosa.





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