(foto da www.lastampa.it)
Lo scorso 6 Settembre Andrea Camilleri ha compiuto novant'anni e lo scrittore afferma di allungarsi la vita scrivendo.
Drammaturgo, regista, uomo di fiction, nel linguaggio attuale, dato che curava gli sceneggiati in bianco e nero della vecchia tv monocanale (suoi, tra gli altri, i Maigret con Gino Cervi), ma sempre, ed essenzialmente, «precario Rai»: nel senso che era riuscito ad andare in pensione senza mai aver ottenuto un contratto a tempo indeterminato. La ragione di questa incertezza elevata a regola di vita, oltre agli imperscrutabili criteri di selezione della Rai, era dovuta al fatto che Camilleri si sentiva, era già, ma non riusciva a diventare realmente, lo scrittore che è poi stato dai 65 anni in su.
Un autore sempre alla vana ricerca di un editore; con il lieto fine, quando ormai stava per rinunciare, di aver trovato insieme la Sellerio e il successo.
Al momento dei conti: 22 romanzi della serie Montalbano e 23 di quella cosiddetta storica e civile pubblicati con Sellerio (che gongola: 18 milioni di copie vendute, diritti ceduti in 35 paesi), a cui bisogna aggiungere le innumerevoli raccolte di racconti e i romanzi e i saggi di varia natura, che spaziano dall’Otto-Novecento (ma anche molto più indietro) ai giorni nostri, dalla critica alla linguistica all’arte all’attualità. Senza che la quantità nuocia mai alla qualità. Un vero Stakanov della produzione letteraria, con una media di quattro titoli nuovi ogni anno (ma punte anche di otto-nove, includendo gli scritti occasionali), per un totale di un centinaio di volumi.
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