lunedì 13 maggio 2013

Polpette (di saggezza linguistca XXXII)



(foto da internet)

Cari lettori, la polpetta di questo lunedì di maggio è l'espressione, con valore scherzoso, rompere gli zebedei. 
Il termine zebedei è equivalente a testicoli, specialmente nell'espressione sopraccitata.
L'etimo sembra provenire dal nome di Zebedeo, padre degli apostoli Giacomo e Giovanni, spesso citati nei Vangeli come filii Zebedaei. 
Però perché si dice, in italiano, ad una persona che ci secca e/o ci infastidisce: non rompermi gli zebedei?
Probabilmente perché i due apostoli appaiono (quasi) sempre nel Vangelo in un ordine ben definito: prima Giacomo e poi Giovanni.
Coppia inseparabile, quindi, un po' come le gonadi maschili che accompagnano da sempre, secondo il volere di madre natura, la vita di chi scrive queste ciance. 

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