Sono segni di un tempo lontano scovati in collezioni di mezzo mondo, dalla Francia agli Stati Uniti, dal Museo del cinema di Torino al National Geographic Image Collection Bridgeman di Berlino. Raccolte di collezionisti privati, spesso singoli pezzi custoditi come testimoni silenziosi di pagine del passato.
(foto da internet)
Solo uno scatto all'interno, nella penombra della Basilica di San Marco a Venezia (1912), perché la vera protagonista dell’esposizione è l’Italia, i suoi luoghi e paesaggi, i monumenti, le persone in tante situazioni: dal lavoro nei campi al mercato, dalla vendita di oggetti al cibo, dal lavaggio dei panni alla raccolta dell’acqua. Uomini e donne, animali e strumenti di lavoro, mezzi di trasporto per terra e per mare, scorci di vita quotidiana o capolavori del patrimonio diffuso. Un Paese in costruzione, sfiorato dai primi segni del colore, che appare nelle sue diversità: le bellezze dei centri urbani, le cattedrali, i monumenti greci e romani, le montagne, i vulcani, i mari o ancora i salotti delle città, le piazze luogo d’incontro e di socialità.
Un mondo lontano, un itinerario prezioso durante il quale l’evoluzione e la sperimentazione delle nuove tecniche della fotografia a colori s’incontrano e si sovrappongono ai tumultuosi turbamenti di una giovane nazione. I volti e l’abbigliamento nei passaggi generazionali raccontano l’avvicinarsi alla modernità, fino alle espressioni degli italo-americani di New York o di increduli prigionieri italiani dopo la battaglia dell’Isonzo del 1915. Non sempre si riesce a risalire alla data esatta, ci si muove sul filo delle conoscenze e delle implicazioni della tecnica.
Il percorso della fotografia a colori attraversa i primi decenni della storia unitaria; una storia nella storia che si sovrappone agli eventi. La costruzione della nazione avviene a cavallo tra i due secoli, nel vivo di trasformazioni prodotte dalla società di massa. La sperimentazione delle nuove frontiere del colore è un tentativo di lasciare segmenti e tracce di un mosaico non definito. A distanza di oltre un secolo le immagini sono un inedito punto di vista sul passato, un viaggio inatteso, come se una macchina del tempo potesse condurci nelle atmosfere e nei contesti di allora.
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