mercoledì 16 novembre 2011

Parole per l'era che verrà

(foto da internet)




Il giorno dopo le dimissioni di Berlusconi, la parola chiave più usata su twitter è stata "dopoSilvio". E nella classifica dei tag spiccano anche "fine corsa", "resa dei conti", "bye bye Silvio". Inevitabile, alla fine di un'era. Ma risulta un po' strano che il popolo del web sia rivolto all'indietro. Sarà che il Cavaliere ancora condiziona l'opinione pubblica?
Allo stesso tempo, però, appaiono anche altre voci: c'è il "rimontiamo" - di Mario Monti, e c'è l'imperativo "risolleviamoci". Poi c'è il "Mai più". C'è anche la parola "Italia", declinata nelle sue diverse forme; "futuro" ecc.
C'è, sembra, una straordinaria voglia di rinnovare il linguaggio, di trovare un parola chiave per il nuovo tempo. È arrivato il momento di rinnovare l'universo semantico, oltre a quello politico.


(foto da internet)

Negli ultimi giorni si sono viste esplosioni di gioia per le dimissioni di Berlusconi (ai bambini si insegna a non celebrare una vittoria in modo esagerato, ma, credeteci, le immagini che abbiamo visto sono ben comprensibili nell'Italia di oggi).
Però sembra sia arrivato il momento di andare oltre.




Dicono alcuni personaggi:
Anna Maria Testa, pubblicitaria: «Per il futuro suggerisco di escludere tutto quello che evoca il Cavaliere, anche perché non siamo in campagna elettorale. Bisogna individuare un universo semantico nuovo. Basta con il bunga bunga e riscopriamo l'orgoglio nazionale. Siamo il Paese dei talenti, esportiamo ancora moltissime eccellenze. Ripeschiamo nel nostro passato, non solo quello remoto, il materiale per una nuova visione politica».




(foto da internet)

Roberto Weber, sondaggista, è cauto. «L'umore del Paese è nerissimo, dal 1987 sottoponiamo l'opinione pubblica a sondaggi e ricerche e il clima non è mai stato così pesante. Nel '93 c'era una situazione simile, ma allora si trovò uno sbocco nella stagione dei nuovi sindaci. Mentre ora ci si prepara a chiedere altri sacrifici all'Italia. Trovare chiavi coesive è importantissimo. E secondo me è fondamentale puntare sul concetto di fiducia, su cui ha tanto lavorato anche il presidente Napolitano. Proprio così, il motto potrebbe essere "fiducia negli altri, fiducia nel Paese».

Giorgio Brenna - pubblicitario, dà un consiglio a Monti: «Comunichi in prima persona, con una voce sola, chieda ai suoi ministri di tenere un basso profilo. Per il tempo nuovo proporrei due messaggi: essere credibili e dire la verità. E poi, avere statura: statura da statista, da economista. Insomma, l'importante ora è essere all'altezza del proprio ruolo».

Arianna Ciccone ha movimentato la vita dell'ultima legislatura. Ha inventato la campagna dei post-it contro la legge bavaglio, i waka waka davanti alla RAI, ha messo su un network impegnato per anni sulla libertà di informazione. In queste ore, on line, ha lanciato il suo "Mai più". «Non vuole dire solo mai più Berlusconi ma anche mai più monetine. Non deve esserci più bisogno di tutto questo. D'ora in poi si festeggino solo le vittorie e non le sconfitte. Il messaggio è basta con l'Italia delle anomalie, quella in cui non ci si può confrontare sulla Rai o sulla giustizia perché ci sono i conflitti di interesse del premier. Insomma, vogliamo un tempo nuovo in cui quelli che sono su sponde politiche opposte possano parlarsi».

Edoardo Novelli, docente di comunicazione politica all'università di Roma Tre. «Non si passa così velocemente da una fase all'altra - spiega - ma abbiamo la fortuna di poter contare sul gran lavoro fatto per i 150 anni dell'unità d'Italia sul piano dell'orgoglio nazionale, del senso di dignità e di appartenenza alla nazione. La parola d'ordine potrebbe essere quella del riscatto. Insomma, risolleviamoci e rialziamo l'Italia. E, visto che all'orizzonte ci sono tempi di sacrifici, aggiungerei un altro slogan: rigore ed equità sociale».

Antonio Noto, profondo conoscitore degli umori dell'Italia. «La fortuna di Berlusconi è stata la sua capacità di infondere ottimismo. In questi ultimi tre anni, invece, il pessimismo l'ha generato lui stesso con la sua inadeguatezza come statista. Ha gestito il Paese come un padroncino può gestire una piccola azienda. Quindi, per il tempo nuovo, ripartirei dallo slogan 'riprendiamoci l'ottimismo'. E poi fiducia nel futuro, perché adesso si riparte».






(foto da internet)


Repubblica.it ha selezionato 24 possibili "parole per il tempo nuovo". E' possibile votare 3 opzioni, ma anche scegliere la 25esima ("non mi convince nessuno di questi slogan"). L'iniziativa è aperta ad altri suggerimenti e proposte.

Quindi, prego, tocca a voi!

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