(foto da internet)
La professoressa Paola Melo, insegnante presso l’Istituto Agrario di Brescia, ha pubblicato recentemente un manualetto pratico di buon senso per i suoi studenti. Il libro in questione, che potremmo intitolare “imparare a imparare”, offre dei consigli sul metodo di studio per gli allievi delle Scuola Secondaria Superiore che potrebbero far comodo anche ai nostri alunni. Eccoli:
a) Quanto studiare?
Domanda classica: quanto tempo si deve dedicare ogni giorno allo studio?
Non esiste una risposta uguale per tutti. La quantità di tempo utile a realizzare uno studio proficuo è infatti subordinata ad una serie di elementi:
1) la motivazione, che deve accompagnare anche la scelta di iscriversi a un indirizzo di studi;
2) la concentrazione, di cui ciascuno sa disporre;
3) il possesso di conoscenze di base necessarie per acquisire abilità superiori.
Per una migliore gestione del tempo ecco, però, alcuni consigli pratici:
1) nell'orario settimanale ci saranno, presumibilmente, giorni più intensi, altri meno;
2) bisogna imparare fin da principio ad organizzarsi, sfruttando al meglio la giornata: non si dovrebbe subordinare, perciò, il pomeriggio all'orario scolastico del giorno successivo!
Ciò significa che si deve uscire dal meccanismo a rischio che porta ad aprire il diario alla ricerca del "che cosa devo fare per domani?". La gestione del tempo, anziché occasionale, dovrà essere puntualmente programmata e non in funzione del giorno, ma almeno dell'intera settimana.
Bisognerebbe stabilire, dunque, un orario di studio e in tale ambito si distribuisce il lavoro settimanale da svolgere, compilando una tabella di marcia
Solo così si avrà il tempo necessario a preparare una lezione o un compito.
b) Quando studiare?
E' necessario evitare di studiare dopo cena, quando la stanchezza certamente rallenterebbe i ritmi di lavoro, rendendo inoltre improduttivi gli sforzi. Ciò sarebbe ancora più sciocco se dovesse accadere perché magari si sprecherebbe il pomeriggio.
E' meglio dare ordine e ritmi regolari alla propria vita: questo è uno dei primi obiettivi che ci si deve prefiggere se si vuol operare con profitto.
Bisogna tener presente, tuttavia, che è dannoso incollarsi allasedia per interi pomeriggi; sarà meglio suddividere le ore di studio in unità di quaranta minuti, quindi ci si deve concedere una pausa di dieci.
Dopo due, tre unità, si consiglia una pausa più lunga. Saranno questi i momenti in cui si potrà fare merenda o ascoltare una canzone: sarebbe invece fonte di deconcentrazione farlo mentre uno è impegnato a studiare.
Non si dovrebbe rinunciare ad avere un'attività sportiva, o sociale. E' importante avere spazi di libertà!
c) Il metodo
Ogni insegnante, nel proprio ambito, fornirà in maniera esplicita adeguate indicazioni sulla metodologia di studio più adatta, così come consiglierà allo studente in merito gli strumenti che ritiene più idonei e dei quali ci si potrà avvalere al fine di facilitare e migliorare il proprio rendimento.
Le assemblee di classe sono utili: in esse sarà possibile esporre le proprie difficoltà ai compagni e discuterne con loro per individuare assieme le possibili strategie di intervento o formulare ipotesi di soluzione.
Non bisogna dimenticare che la prima regola d'oro consiste nel rendere proficuo il proprio stare a scuola. Come? Rispettando i tre punti qui sotto.
1) L'ascolto in classe
Quanto vale l'ascolto in classe? Vale molto, moltissimo. Se si segue con attenzione le spiegazioni, soi pongono già le fondamenta del lavoro successivo. Con carta e penna e si dovrebbero prendere appunti durante le lezioni. Ciò aiuta a non distrarsi e sarà anche un modo per dare un primo ordine agli argomenti trattati. Con questo non siamo tuttavia che alla prima fase.
Meglio rielaborare quanto prima (se possibile lo stesso pomeriggio) gli scritti, quando ancora la memoria è fresca e si possono ricostruire gli eventuali anelli mancanti.
Gli appunti vanno trascritti in modo ordinato dai fogli di brutta al quaderno che poi sarà strumento vero dello studio (gli appunti presi disordinatamente e mai rivisti non servono a nulla).
2) Il libro di testo
Gli insegnanti si servono, durante le spiegazioni, anche del libro di testo. Non bisognerebbe trascurare di avere sempre con sé gli evidenziatori. Ma più dell'armamentario, ciò che conta veramente è che si possa sottolineare sul testo quanto viene segnalato e spiegato dal docente (i famosi NB = Nota Bene!).
Sottolineare con efficacia equivale ad evidenziare sulla pagina le parole o le frasi chiave utili a ricostruire lo schema logico del ragionamento condotto.
E' importante, in ogni caso, che i libri di testo si trasformino in agevoli e produttivi strumenti di lavoro e che non restino invece intonsi e immacolati, abbandonati sulla scrivania.
Quando si usa il libro, nello studio pomeridiano, si dovrebbe cercare allora di:
-comprendere il testo individuandone l'argomento generale;
-comprendere il lessico specifico della materia;
- focalizzare i diversi temi affrontati.
Per far ciò si deve eseguire una prima lettura rapida, ma completa; si dovranno individuare le parole, le espressioni ed i riferimenti non chiari e cercarne il significato sul vocabolario o su un’enciclopedia. Posteriormente si procederà ad una seconda lettura più approfondita e selettiva.
Sarà opportuno, soprattutto in mancanza di una titolatura precisa, scrivere in margine al testo dei titoli significativi, che sintetizzino i diversi sottoargomenti trattati.
Avere accanto un amico fidato, il Vocabolario di Italiano (!), è importante. Bisognerebbe servirsene ogni qualvolta le proprie conoscenze lessicali dovessero vacillare. Anche una sola parola travisata può impedire di comprendere appieno ciò che si legge.
(foto da internet)
3) Le risposte dei compagni
Non ci si dovrebbe mai distrarre durante le verifiche orali dei compagni! Attenzione alta e attivazione dell'ascolto, preoccupandosi di annotare i quesiti formulati. Sarà un'ottima occasione per verificare la propria preparazione.
Bisogna approfittare delle risposte altrui! In questo modo si potranno riorganizzare al meglio le proprie conoscenze.
d) Ripasso?
Non ci si può illudere di studiare una sola volta un argomento e poi di abbandonarlo. Sarebbe come non averlo mai conosciuto ed equivale a dimenticarlo per sempre. Ripassare è fondamentale.
E' ovvio che nell'ambito dell'organizzazione quotidiana del tempo sarà meglio dedicare allo studio degli argomenti nuovi i momenti della giornata in cui si è più freschi, lasciando tranquillamente al ripasso le ore cosiddette di serie B.
e) L'esposizione orale
Tradurre in parole il proprio pensiero non è sempre facile. E' necessario uno sforzo per acquisire un lessico adeguato, specifico e tecnico per ciascun ambito disciplinare e ci si dovrà aiutare a coltivare l’arte del parlare attraverso un costante esercizio.
Per alcune materie può essere utile studiare leggendo ad alta voce e ripetere, sempre ad alta voce, i contenuti da assimilare, fino a quando l’esposizione risulterà abbastanza sciolta.
Consiglio: è meglio provare a simulare a casa l’interrogazione, rivolgendo a sé stessi delle domande: tutto ciò aiuterà ad imparare a ragionare per problemi e ad organizzare intorno ad essi le proprie conoscenze.
Come si studia per un'interrogazione orale?
Per ottenere questa abilità sarà meglio:
1) leggere attentamente l'argomento oggetto di studio (primo livello di lettura);
2) selezionare gli argomenti principali anche attraverso sottolineatura;
3) fare il primo tentativo di esposizione orale di ciò che è stato letto;
4) verificare attraverso la rilettura eventuali passaggi poco chiari o incerti;
5) passare ad unaseconda esposizione orale a voce alta, finalizzata all'espressione corretta, completa e logica;
6) verificare l'esattezza delle risposte ed, eventualmente, in caso di risposta errata o incompleta, consultare il testo.
Durante l'interrogazione…
1) Individuare i punti facili della domanda;
2) organizzare rapidamente i contenuti da esporre;
3) costruire la risposta cercando di sviluppare innanzitutto il momento centrale;
4) utilizzare esempi opportuni a sostegno dell'argomentazione che si sta sviluppando;
5) usare una forma espositiva chiara e semplice;
6) adottare un lessico specifico;
7) respirare profondamente e ripetersi a se stessi: “Calma, ho studiato, andrà bene!”.
f) Dove studiare?
Per essere chiari e sintetici, bisognerebbe cercare di studiare in un luogo predisposto per questa funzione, che sia la propria camera o un tavolo in un angolo tranquillo della casa.
Ma (attenzione!):
- non davanti al cellulare, alla televisione o al computer, con un occhio allo schermo e l’altro alla pagina del libro
- mai distenersi a letto con l’ipod nelle orecchie: ci si può addormentare!
E inoltre…
se si studia circondati da molti “distrattori” multimediali, capiterà di sprecare gran parte del tempo!
Allora, non ci resta che augurarvi un grosso in bocca al lupo!
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