venerdì 7 novembre 2008

Pinturicchio

(foto da internet)
In Spagna c’è Raúl, in Italia Pinturicchio. Quando si nomina Pinturicchio una buona fetta di italiani non pensa a Bernardino di Betto, ovvero uno dei più originali pittori rinascimentali italiani, bensì al calciatore Alessandro Del Piero.
Il nome “artistico” gli fu attribuito dall'Avvocato (Giovanni Agnelli), per le sue pennellate con il pallone. Del Piero ha sempre giocato con la Vecchia Signora (squadra di calcio, Juventus). Dopo Obama sui quotidiani italiani e spagnoli è il più nominato, per la ovation con cui è uscito dal Bernabeu mercoledì scorso dopo la partita Real Madrid-Juve.

(foto da internet)
Storia diffficile di un campione sportivo. Era considerato l’astro nascente del calcio, a 24 anni. Nel 1998, però, si infortunò e da allora sembrava finito, non era più lo stesso incredibile giocatore che metteva la palla dove voleva, nascondendola al difensore di turno. Non saltava più l’uomo come un tempo e, fondamentale per un attaccante, non segnava più.
Dal binomio Baggio-DelPiero nei Mondiali del ’98 alla sciagurata finale negli Europei del 2000 al binomio con Totti nei Mondiali del 2002 fino alla panchina dei Mondiali del 2006. Nel suo Club era diventato il terzo incomodo tra Trezeguet e Ibrahimovic, considerati gli attaccanti più forti del mondo. Dopo Calciopoli, lui e la sua Signora sono andati addirittura in serie B, e Pinturicchio, da vero capitano, è rimasto al timone del naufragio e, nonostante la vergogna e la sconvenienza, ha tenuto duro.

(foto da internet)
Il numero 10 della Juventus è il più grande cannoniere della società di Torino, ha raggiunto il prestigioso traguardo delle 525 presenze con la maglia juventina ( a sole 27 presenze dal recordman Scirea), è stato il primo giocatore che nel momento più difficile della Vecchia Signora le è rimasto accanto, rifiutando prestigiose offerte d’oltremanica.
È l’icona della società in cui gli si prospetta un futuro da dirigente quando smetterà di giocare. Amatissimo dai tifosi, nella buona come nella cattiva sorte, Alex ha legato il suo nome alla Signora. Un matrimonio indissolubile. Mercoledì scorso Del Piero ha incantato il Bernabeu con un’impresa storica: due gol in uno stadio in cui la Vecchia Signora non vinceva dal 1962. Ed un bellissimo regalo per il suo capitano che domenica compirà 34 anni: prima un gol di sinistro su azione e poi nella ripresa il raddoppio con una delle sue spettacolari punizioni di destro.
Il Santiago Bernabeu ammutolito di fronte al campione bianconero. Alla fine Alex è stato sostituito ed è uscito dal campo nel tripudio dei duemila juventini andati fino a Madrid per assistere al big match, che gridavano «Un capitano, c’è solo un capitano».
Fra le mani che s’agitavano c’erano pure quelle del pibe de oro: «Non c’è niente da dire, Del Piero non invecchia mai», ha detto Maradona lasciando il Bernabeu. Lui, che tra le varie specialità, era maestro di punizioni. Quelle che, se mai possibile, ha ulteriormente affinato Del Piero: «Non è che mi alleno in maniera particolare sui calci piazzati - spiega - io mi alleno come ho sempre fatto. Tutto qui, solo che è un periodo che va bene».
Un eroe sbagliato, ma pur sempre un eroe.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Bene Del Piero. Mi piace che il Madrid perda.

Anonimo ha detto...

Un grande (però l'arbitro non ha visto due penalty per il Real Madrid)
David

Anonimo ha detto...

Non capito niente del calzio ma per me è buono che chi ha stato accanto alla squadra nei momenti difficili sisia adesso ricompensato.
Bravo per Del Piero!!

Encarna

Lluna ha detto...

Non mi piace il calcio. Io preferisco i calciatori ma devo dire che non conoscevo quest'uomo.

Amparo Santaúrsula

Anonimo ha detto...

E' molto irregolare. Il Madrid non merita perdere.