lunedì 24 dicembre 2007

Buon Natale!



Vorremmo concludere l'anno 2007 con un post dedicato ai bambini della scuola elementare Santa Anna di Quartell. Lo scorso giorno 20, il dipartimento di italiano della Escuela Oficial de Idiomas di Sagunto gli ha fatto una visita e abbiamo parlato delle tradizioni natalizie italiane. Loro avevano già sentito parlare di alcune cose, infatti erano a conoscenza di molte cose sulla Befana, ma rimasero un po' scioccati dal fatto che la vigilia di Natale in Italia si mangi il baccalà con i ceci e che la notte di San Silvestro si ceni lo zampone con le lenticchie.

(foto da internet)

Vi auguriamo un Buon Natale e un meraviglioso Anno Nuovo

(foto da internet)

Questo, come abbiamo detto prima, sarà l'ultimo post dell'anno. Torneremo il 7 gennaio, ma prima di andarcene, ci piacerebbe farvi due regali: il primo è l'ascolto della favola di Charles Dickens Racconto di Natale, il secondo invece sono le foto della festa di Quartell.

Speriamo tanto che vi piacciano!



domenica 23 dicembre 2007

Intorno al Natale


(foto da internet)

Cari chiodini vicini e lontani, oggi vorremmo parlarvi dei due personaggi legati al Natale, o almeno al Natale di quando noi eravamo bambini: Stanlio e Ollio. La televisione italiana mandava in onda, in questo periodo, le divertenti comiche del grasso e il magro. Laurel e Hardy avevano una fisionomia particolare, inconfondibile: erano una coppia comica, forse l'unica vera grande coppia comica del cinema, in cui non si poteva distinguere tra l'attore che faceva da spalla e il comico. Stanlio e Ollio formavano quasi una persona sola. Il perbenista Ollio, amante della legalità e dell'ordine, aveva come compagno di avventure l'anarchico Stanlio, un vero e proprio trasgressore. In tutti i film di Stanlio e Ollio, è proprio Stanlio, con la sua ribellione naturale a trascinare l'amico Ollio in avventure esilaranti. La loro è stata davvero una collaborazione alla pari, da maschere intercambiabili e se, con l'avvento del sonoro, Ollio basò la sua comicità sulla parola (i doppiatori italiani sbagliavano, volutamente, l'accentazione delle parole e così stupido era stupído e macchina era macchína...) e su dei gesti caratteristici (ricordate quando, in presenza di una bella donna, muoveva la cravatta fra le dita?), Stanlio continuò ad avvalersi di una grande mimica (la sguardo assente, il ciuffo da grattare...).
Insieme inventarono il cosiddetto sguardo in macchina: uno sguardo silenzioso che accompagnava le sciagure e i guai in cui si erano cacciati.
Se c'è un posto nel cielo dove si trovano coloro i quali hanno fatto ridere i bambini, Stanlio ed Ollio hanno, di sicuro, due posti in prima fila.
Vi proponiamo una celebre gag di Stanlio e Ollio: Il barbiere.








Auguri!

sabato 22 dicembre 2007

Buona fortuna!

(foto da internet)

Oggi, 22 dicembre, i nostri pensieri andranno ai bambini del colegio San Ildefonso e tutti spereremo che verrà cantato il numero di cui noi siamo possessori e che abbiamo conservato in un posto sicuro.
Chi non sogna di essere finalmente il vincitore della lotteria di Natale, e poter esaudire tutti i desideri che, il più delle volte, sono solo sogni proibiti???

In Italia, invece, la lotteria è abbinata a un programma televisivo.
Negli anni ’60 ’70 ogni sabato sera, da Ottobre, alle 21.15, la RAI offriva ai telespettatori dell'epoca un appuntamento improrogabile: Canzonissima (vi proponiamo la sigla del 1969, Quelli belli come noi, cantata dalle gemelle Kessler) .
Era questa la trasmissione televisiva che scandiva in maniera inequivocabile l' avvicinarsi delle festività natalizie. E, soprattutto, oltre al solito spettacolo di comici e soubrette, il programma presentava una gara di canzoni abbinata alla Lotteria di Capodanno, poi ribattezzata “Lotteria Italia”.
Alla gara canora era associato il meccanismo di assegnazione ed estrazione dei biglietti e, di conseguenza, i sogni di milioni di italiani. Tale meccanismo era abbastanza semplice: l'acquisto del biglietto dava diritto anche ad una cartolina su cui si poteva indicare il nome del cantante a cui si voleva dare la preferenza. Il biglietto concorreva al premio finale mentre la cartolina concorreva all'estrazione dei premi settimanali e alla definizione della classifica finale dei cantanti.
Le canzoni vincitrici risuonavano nell’aria come in seguito lo faranno quelle del Festival di Sanremo, e saranno la colonna sonora di quegli anni, come Scende la pioggia di Gianni Morandi (1968) o Vent’anni di Massimo Ranieri (1970).
Con l'edizione del 1973, però, Canzonissima imboccò il viale del tramonto: la musica leggera italiana stava prendendo una strada completamente diversa da quella dei cantanti che calcavano il palcoscenico del Teatro delle Vittorie. I cantautori cominciavano ad avere sempre più successo e i complessi, sulla scia di quelli inglesi ed americani, riscuotevano seguiti sempre più grossi fra i giovani.
Nonostante i successi delle sigle di apertura, La felicità tà tà, di Raffaella Carrà, e di chiusura, E la vita la vita, di Cochi e Renato, l’ultima edizione di Canzonissima, quella del 1974, fu un vero e proprio flop, un fiasco.
(foto da internet)
In realtà, il successo di pubblico diminuì enormemente e la Rai, consapevole del cambiamento dei gusti del pubblico, spostò la trasmissione legata alla Lotteria alla domenica pomeriggio. Dopo vari tentativi non sempre molto lusinghieri, nel 1979-80, la Rai ideò la formula di Fantastico, che fece ritornare la lotteria al sabato sera.
Il titolo era strettamente collegato alla dimensione scenografica e coreografica del programma, che coniugava realtà e finzione in un varietà di suoni e di colori, con atmosfere contrastanti, spazianti fra la festa paesana, la corsa di cavalli, le majorettes e il concerto. L'orchestra era disposta su piani verticali, in modo volutamente irreale. Gli specchi moltiplicavano gli spazi a dismisura, il pubblico attorniava i presentatori, i balletti preregistrati accentuavano l'effetto miraggio e scomparivano improvvisamente al momento del quiz.
La prima edizione, che resterà irraggiungibile per gli alti indici d'ascolto, rappresentò l'affermazione di Loretta Goggi in qualità di conduttrice, la consacrazione di Heather Parisi come ballerina e di Beppe Grillo come comico.
Negli ultimi anni, la televisone fa fatica a presentare programmi di intrattenimento piacevoli e la lotteria sembra anch'essa attraversare un momento di crisi. Di anno in anno si provano nuove strade...
Ma, non disperate, se oggi non sarete baciati dalla fortuna, riponete le vostre speranze nel treno dei desideri, eh sì, il programma che, in Italia, il primo sabato di gennaio del nuovo anno, chiamerà il numero vincente della lotteria della befana.
Buona fortuna!!!

venerdì 21 dicembre 2007

L'amore ai tempi del colera


(foto da Internet)

È Mike Newell, regista di Quattro matrimoni e un funerale, Harry Potter el il calice di fuoco, Monna Lisa Smile e Donnie Brasco, il regista che ha diretto L'amore ai tempi del colera, di Gabriel García Màrquez. Non è stato affatto facile per Newell, ma le prime critiche sul film sembrano confermare che il regista sia riuscito a esprimere alla perfezione nel suo film l’essenza del capolavoro dello scrittore colombiano. La storia racconta di un triangolo amoroso ambientato nel Sud America nel diciannovesimo secolo. Durante un periodo di cinquantatrè anni, sette mesi e undici giorni, Florentino Aziza, un telegrafista dall'animo buono, non ha mai smesso di amare Fermina, la più bella ragazza dei Caraibi. Florentino nutre per la ragazza un sentimento indistruttibile, anche se non ricambiato, senza rassegnarsi nemmeno quando la giovane sposa un medico più anziano di lei. L’interminabile attesa di Florentino è colma di speranza, un ricco e travolgente inno alla vita ed al potere dei sogni che possono avverarsi al di là di ogni previsione. Per scrivere il romanzo, il Nobel per la letteratura Garcia Marquez si è ispirato alla storia dei suoi genitori, dando vita ad una delle più belle storie d'amore mai scritte.

Il regista
Mike Newell ha così commentato la vicenda: "(L'amore ai tempi del colera) è un grande transatlantico oceanico di storia, che racconta delle verità sulle persone dalla loro giovinezza alla vecchiaia. Posso vederci i miei genitori, me stesso quando ero giovane e come siamo ora io e i miei amici".

Un libro di 392 pagine tradotto in un film di 138 minuti, realizzato con grande larghezza di mezzi. Nel cast spiccano Javier Bardem, Liev Schreiber, John Leguizamo, Laura Harring e l’italiana Giovanna Mezzogiorno (guarda l'intervista).


Ecco il trailer del film, in prima visione nelle sale cinematografiche italiane dal 21 dicembre.


giovedì 20 dicembre 2007

Lo spumante, ed è... festa!

(foto da internet)



Siamo ormai in dirittura d'arrivo! Le feste sono dietro l'angolo e sulla tavola non può mancare una bottiglia di spumante. Gli spumanti sono vini caratterizzati, all’atto della stappatura, dalla produzione di spuma più o meno persistente: quando si toglie il tappo, poiché la pressione atmosferica è inferiore a quello del contenitore, il vino libera a poco a poco l’anidride in esso contenuta, sotto forma di bollicine. Per la produzione di questi vini si utilizzano tradizionalmente soprattutto i pinot (nero, bianco, meunier) e lo chardonnay - oltre al moscato bianco di Canelli, per l’Asti Spumante - ma in anni recenti sono stati sperimentati, a volte con risultati interessanti, numerosi altri vitigni. Quando la tecnica di produzione prevede la presa di spuma in bottiglia abbiamo gli spumanti metodo Champenoise (detto anche classico o tradizionale); se il processo avviene in autoclave il metodo è chiamato Charmat o Martinotti.
Le uve da utilizzare per la produzione di spumante devono essere raccolte ad uno stadio di maturazione non troppo avanzato. Verso la primavera si prepara il taglio, la cosiddetta cuvée, selezionando e assemblando diverse partite di vino; successivamente avviene il tirage, cioè l’imbottigliamento del vino, a cui si aggiunge, al momento della messa in bottiglia, uno sciroppo di zucchero addizionato di lieviti e sali nutritivi, atto a favorire la rifermentazione. Le bottiglie vengono accatastate in locali freschi (ottimale è una temperatura costante intorno agli 11-13°), in posizione orizzontale. Dopo alcune fasi abbastanza complesse di elaborazione, viene aggiunto allo spumante, prima della tappatura, la cosiddetta liqueur d’expédition, una miscela fatta di solito di zucchero di canna, spumante vecchio, Cognac o Armagnac, di cui ogni azienda ha una sua ricetta esclusiva. La liqueur determina da un lato la tipologia dello spumante (che può essere extra brut, extra dry, secco, abboccato, dolce, a seconda dei grammi di zucchero sciolti nella miscela), dall’altro conferisce ad ognuno le particolari sfumature organolettiche, che costituiscono un po’ il marchio di fabbrica di ogni casa.



(foto da internet)



Lo spumante vuol dire festa. Ma attenzione! Anche se è vero che si consuma in special modo in queste date, lo spumante non è un vino solo da dolce o da fine pasto. È un vino che può essere proposto a tavola dato che, nelle sue diverse tipologie, offre un'interessante gamma di abbinamenti con il cibo.

Come usare lo spumante a tavola? Lo spumante è il re dell'aperitivo se accompagnato da piccoli antipasti: in questo caso va servito un Brut o un Extra Dry. Per i primi piatti, vanno benissimo gli spumanti più o meno secchi, Charmat e classici. Per i secondi piatti, si consiglia per il pesce azzurro un Brut dal sapore deciso, con un elevato tenore acido, mentre per i pesci nobili si consiglia l'abbinamento con Pinot Nero e Chardonnay. Per i formaggi vanno bene gli spumanti secchi pieni e profumati, che legano, soprattutto, con i caprini. Per dolci e frutta, uno spumante come un Asti (guarda la pubblicità>>) sono le scelte migliori.

Ecco, invece, le regole d'oro dei gemellaggi da non fare:

1) dolci e Brut non si servono mai insieme; per la pasticceria esistono infatti degli spumanti aromatici e dolci;
2) olio e limone non si accompagnano a nessun vino, in quanto il condimento elimina il vero sapore;
3) minestre in brodo, carciofi, asparagi, carni bollite, formaggi forti e salse molto piccanti non possono sposarsi con i vini spumanti.




(foto da internet)

Come si serve? Ricordate che è indispensabile portare la bottiglia alla giusta temperatura di servizio che per uno spumante metodo classico e Charmat è di 8°C mentre per uno spumante con residuo zuccherino è di 12°C. Lo spumante deve essere servito freddo, per valorizzare il perlage, l’acidità e certi profumi che si percepiscono gradevoli ed equilibrati solo a bassa temperatura. La bottiglia deve essere tenuta ben ferma con la mano il cui pollice è appoggiato sul tappo a fungo e svitando la gabbietta protettiva ricordando di tenere il tappo fuori dalla traiettoria degli ospiti (guarda>>). E’ da evitare quindi il classico botto, ma le eccezioni sono naturalmente ammesse (specialmente a Capodanno!). Lo spumante viene sempre versato per circa 1/3 nel bicchiere da degustazione.
La flute alta e stretta è sicuramente dal punto di vista estetico più gradevole, ma per apprezzare maggiormente i profumi e gli aromi dello spumante è preferibile un calice più panciuto tale da permettere il movimento del vino e convogliare i profumi al naso. Lo stelo del calice deve essere alto poiché la mano non deve mai trasmettere calore al vino. Per gli Spumanti dolci e aromatici, ad esempio l'Asti, è consentito l’uso della coppa con l’imboccatura larga, perchè permette più facilmente ai profumi del vino di svilupparsi.

Cin cin!




mercoledì 19 dicembre 2007

A Milano quello che non si può fare oggi si fa domani

(foto da internet)

In Milan con de quist se troeuva tuttcoss!
Proverbio in dialetto milanese che in italiano suona più o meno così: a Milano con questi soldi si trova tutto!
Infatti è solo una questione di tasche: modernissima e bohémien, intramontabile Milano. In Italia, dopo le città d’arte, è una tappa obbligatoria soprattutto per quei viaggiatori che vogliono scoprire chi e cosa fa tendenza nel mondo.
Capitale del Made in Italy, città dei fashion victim, vetrina originale di tutte le novità della moda, a Milano si compra di tutto e di più: abbigliamento, borse, gioielli, calzature, biancheria, pellicce, oggetti di design etc.
Dopo il fenomeno dei paninari e degli yuppies, la città è oggi una moltitudine di colori diversissimi di pelle, occhi e capelli, che sfoggia, spesso, un look chic e ricercato tra le vie eleganti del centro e i campus della Bovisa (il quartiere del Politecnico), tra le mostre della Triennale e le fiere e i congressi della Fieramilanocity o della avveniristica nuova sede di Rho (la Fieramilano di Fuksas).
(foto da internet)
A proposito di moda, per i supertrendy, ovvero coloro che, la moda, la seguono davvero, l'ultima tendenza è il no-frills chic: un look essenziale, ricercatissimo e soprattutto no logo. Ovviamente nelle boutique e negli show room elegantissimi di via Montenapoleone: la più famosa delle vie del Quadrilatero della Moda (via della Spiga, via Sant'Andrea e via Borgospesso).
Per i supergriffati, cioè gli incalliti delle marche, c’è corso Vittorio Emanuele e corso Europa con boutique di catena e grandi magazzini eleganti.
Ma questo è anche il cuore storico di Milano: ci sono il Duomo, il Palazzo Reale e la Galleria Vittorio Emanuele.

(foto da internet)

Milano, però, non è solo sfilate da non perdere: è anche il tempio mondiale della lirica, infatti non si può rimanere indifferenti al Teatro alla Scala.
E poi c’è la Milano del Cenacolo di Leonardo, nel Refettorio di Santa Maria delle Grazie. Se volete vedere altri capolavori di Leonardo e dei più grandi artisti italiani dovete andare al "Quartiere degli artisti", a Brera, dove ha sede l'omonima Pinacoteca con dipinti e opere incommensurabili. Brera è il quartiere bohémien di Milano e, dietro l'angolo di Foro Bonaparte, ci sono piccole gallerie d'arte, botteghe artigiane, bancarelle di stampe d'antiquariato, osterie e trattorie tipiche che ricreano quiete atmosfere ottocentesche, tra romanticismo intellettuale ed elegante charme.


(foto da internet)
Ancora, se volete trascorrere una piacevole serata andate pure ai Navigli tra atmosfere soft e jazz o se invece preferite le serate modaiole recatevi a Corso Como, la via dei locali dei Vip della moda e del calcio. E proprio in quest’isola pedonale, al locale Pixel, ha preso il via una nuova interessante provocazione nel bere: il chupito con il tè.
Maestro di cerimonia il Barone Ubaldo Lanzo Jr, stilista e cromatologo noto per le sue apparizioni televisive e protagonista di Modeland.
Il barone suggerisce agli avventori di provare la nuova esperienza degustativa in base alle personalità di ognuno:
per un animo cavalleresco, energetico e spirituale, l’ideale è il tè alla pesca con vodka;
il sognatore eclettico deve bere il tè alla menta con rhum;
il benpensante e concentrato esalta la sua personalità con il tè alla cannella e whisky;
il giovane libero e passionale si sposa con il tè alla fragola e Grand Marnier;
la persona solare aumenta la sua energia con il tè all’arancia e tequila;
per chi è timido e introverso ottima l’abbinata tè deteinato con Malibù;
chi ama trasgredire e possiede liberta di pensiero beve tè verde con gin;
l’avanguardista sorseggia il tè classico con Cointreau e l’equilibrato si gode un tè ai frutti di bosco con Martini bianco.
Quindi, a ciascuno il suo... tè!

martedì 18 dicembre 2007

Lezioni di tango

(foto da www.ciao.es)

Pare proprio che Gabriele Muccino non riesca a sottrarsi al fascino di Monica Bellucci. Infatti non è la prima volta che il regista lavora con l'attrice umbra che aveva già diretto in Ricordati di me, ritratto agrodolce di una famiglia medio-borghese in crisi. Questa volta, però, la dirige in un cortometraggio dal titolo Heartango, in cui la Bellucci impara a ballare il tango con un seducente insegnante, impersonato dall’attore portoghese José Fidalgo. Il video propone la lotta sensuale fra l'allieva di una scuola di ballo e il suo affascinante insegnante che la conquista, l'abbandona e, infine, la invita di nuovo alla danza.

(foto da internet)


La Bellucci spiega:

Ho scelto di interpretare questo film perché riproduce il tema eterno e attuale della femminilità, rappresentata nelle sue molteplici sfaccettature, un tema che personalmente ritrovo nella vita di tutti i giorni e che nessuno meglio di Gabriele sarebbe riuscito a raccontare.

Il corto, presentato al teatro Arcimboldi di Milano il 29 novembre, realizzato per il marchio di lingerie Intimissimi, può essere visionato per tutta la sua durata sul sito ufficiale del marchio.

Perché non date un'occhiata e ci dite se siete d'accordo con l'attrice: credete davvero che lo spot riproduca il tema della femminilità nelle sue molteplici sfaccettature? Non credete che ne manchi qualcuna?

lunedì 17 dicembre 2007

Di Tic, di ministri blogger, di preservativi e di altre risorse


(foto da internet)

Da tempo volevamo dedicare un post alle Tic (e dintorni). Lo facciamo adesso, poco prima di Natale, approfittando l'uscita di uno spot pubblicitario istituzionale girato dal Ministero della Salute italiano. In esso, e per la prima volta nel nostro paese, si chiama il preservativo con il proprio nome: preservativo! Fa ridere? Senz'altro. Ma in Italia succede questo e altro. Sinora ci si riferiva al profilattico con assurdi eufemismi o parole di uso poco comune: condom, protezione... e chi più ne ha, più ne metta.

Ecco il video:










Oltre allo spot sopraccitato, vorremmo parlarvi di alcune risorse online che i nostri lettori ci hanno girato (grazie Alberto e Giuseppe).

La prima è una televisione in streaming con ben otto canali tematici: Riflettotv, fondata da Gabriele Cucolo, una tv che permette all'utente una vasta selezione di programmi.

La seconda è un ottimo corso di italiano ideato da Rai Educational e dal Ministero della Pubblica Istruzione, intitolato In italia, che si propone di far dell'italiano un idioma al servizio di una nuova cittadinanza attiva. Il progetto, articolato in puntate con videofiction, esercizi e numerose attività, ha per scopo la diffusione della lingua italiana di base, ed è rivolto a stranieri adulti e giovani-adulti di nuova residenza in Italia.

Un'analoga iniziativa è stata promossa dall'Associazione immigrati di Pordenone e sostenuta dalla Regione Friuli Venezia Giulia. Il risultato è ItalianoL2.info, lezioni d'italiano online in formato pdf, facili da scaricare, volte a promuovere l'inserimento scolastico degli immigrati in Italia. Sono senz'altro due ottimi siti che giriamo anche ai nostri colleghi e che crediamo siano di grande utilità ai nostri studenti.


(foto da internet)



Vorremmo parlarvi inoltre del fenomeno dei cosiddetti ministri blogger e di una novità che ci riguarda. Iniziamo dai ministri-blogger: si tratta di alcuni ministri della Repubblica italiana che hanno scoperto le bontà di internet e che stanno cercando di utilizzare la rete per far arrivare la loro voce ai cittadini. Segnaliamo l'attività di:

Popolo blogger, quale vi sembra più interessante?

Per finire, vi annunciamo la creazione di un forum dedicato agli studenti d'italiano L2 a cui collabora il nostro dipartimento e che potrete trovare sul sito Learn Italian-Impariamo l'italiano.

Fatene buon uso!

domenica 16 dicembre 2007

Un rumeno, dall'Italia, in giro per l'Europa



(foto da L'Espresso)
Che succede con il pacchetto di sicurezza del Governo italiano? Proprio quello che stabiliva le norme per il rimpatrio di cittadini comunitari (in realtà fatto ad hoc per i rumeni) in seguito all’omicidio di Giovanna Reggiani?
In un’avventura tipica del giornalismo d’inchiesta, un inviato dell’Espresso, Fabrizio Gatti, si spaccia per rumeno, in giro per l'Europa, con in mano un decreto di espulsione della Prefettura di Lodi, scritto in due lingue, italiano e inglese, intestato a Roman Ladu, nato a Bucarest il 29 dicembre 1970. Una falsa identità rumena: il nome Roman scelto tra i cognomi dell'elenco telefonico di Vicenza, Ladu tra quelli di Nuoro. Ma l'assonanza sardo-veneta poco importa. In questi tempi di xenofobia militante contro la Romania basta che un'identità finisca per "u" e in Italia si è guardati con sospetto. Allora si decide di osservare cosa succede un po’ nella vicina Europa.
Il giornalista fa, per circa dieci giorni, il lavavetri in giro per l’Europa: da Parigi a Monaco a Barcellona per finire poi a Montecarlo. A ogni controllo di polizia ha mostrato il decreto di espulsione e lui, rumeno, senza passaporto, senza fissa dimora e senza lavoro è stato sempre rilasciato nel giro di pochi minuti. Oppure sarebbe potuto essere stato fermato per immigrazione clandestina: perché nell'archivio centrale delle polizie dell'area Schengen il finto nome romeno è associato all'alias iracheno di Bilal Ibrahim el Habib. Ma, attenzione, il costoso cervellone europeo non scopre nulla. E alla fine la risposta è sempre la stessa: «Grazie, può andare».





(foto da L'Espresso)

Secondo lui, in Austria basta dire agli agenti di volere arrivare in Italia per passare. Nella Germania, ancora scioccata dalla strage di Duisburg, sono gli italiani a essere perquisiti per strada. In Spagna è addirittura la polizia a insegnare come chiedere l'elemosina senza infastidire i passanti. In Francia i cittadini europei non vengono controllati. Eppure, in Italia, in un vasto schieramento che va da Silvio Berlusconi a Walter Veltroni (ovvero dalla destra al centrosinistra), proprio Francia, Germania e Spagna sono state citate come esempio da seguire.
In realtà Gatti ha percorso quattromila chilometri di libertà che affossano ogni possibile efficacia delle espulsioni di cittadini europei, come pretende il pacchetto sicurezza italiano. Perché la circolazione delle persone in Europa è un principio sancito dai Trattati.
Sembra strano, ma è come se il paese del crimine organizzato, della mafia, della camorra, della 'ndrangheta e della corruzione avesse sostituito nell'immaginario collettivo del pericolo nazionale un cittadino europeo, senza documenti, senza lavoro, senza casa, senza fissa dimora, nomade e nato in Romania.
L’Italia della paura rimane un caso isolato. E ogni Paese diventa un mondo a sé.

sabato 15 dicembre 2007

L'origine pagana di una festa religiosa


(Antoine-François Callet, Inverno o Saturnalia)

La festa più famosa nell’antica Roma era quella dei Saturnalia che durava dal 17 al 23 dicembre. Durante questo periodo era usanza donare e accendere dei ceri, scambiarsi regali o accompagnare i doni con cibo. Il 17 era la festa vera e propria e si celebravano tutti i riti dedicati al culto della divinità; il 19 dicembre era il giorno dedicato alle Opalia, dedicato alla Dea Ops e che pare si svolgesse nel foro con giochi gladiatori; subito dopo venivano le Sigillaria, in onore di Giano e Strenia, la dea delle strenie, i doni augurali. Le Sigillaria erano una festa caratterizzata dallo scambio dei doni come buon augurio e dall’uso di offrire agli dèi Lari delle sigilla, da cui prende il nome la festa. All’inizio i doni consistevano in frutta e miele e più tardi diventarono ricchi donativi. Queste feste si inauguravano con l’offerta a Giano di una focaccia, janual, il 1º gennaio, mese che prendeva il nome proprio da questo dio.

Le strenae avevano un valore simbolico e un significato religioso che lentamente subì dei grossi mutamenti fino a diventare una pratica oppressiva. Infatti, durante l’Impero, si consolidò il costume di offrire preziose strenne agli imperatori.

Le usanze pagane dei doni sopravvissero anche in era cristiana e accompagnarono principalmente le feste natalizie. Questo è dimostrato dall’impegno con cui la Chiesa tentò di combattere e di eliminare l’uso delle strenne, soprattutto di quelle delle Kalendae Ianuarii. I tentativi risultarono vani, giacché queste usanze erano così radicate nella cultura popolare che sono sopravvissute fino ai nostri giorni.

venerdì 14 dicembre 2007

Festa di Natale alla scuola Santa Anna di Quartell



(foto da internet)


Cari chiodini, mancano ormai solo pochi giorni!
Giovedì 20 celebreremo assieme a voi una festa tutta dedicata al Natale.
Prima di vederci, abbiamo preparato per voi alcune sorpresine che le vostre maestre possono farvi avere. Iniziamo?
Avete già scritto la letterina a Babbo Natale o alla Befana? Ancora noooo?!
Be', sbrigatevi! In questi link troverete:

1. la letterina per Babbo Natale;

2. la letterina per la Befana (da colorare).

E siccome sappiamo che la vecchietta che vola su una scopa e che porta i regali ai bambini vi è piaciuta molto, vi giriamo alcune notizie su questa tradizione e una filastrocca molto nota in Italia dedicata alla Befana:

la Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
col cappello alla romana
viva, viva la Befana!



(foto Alberto Piccini)


Vorremmo parlarvi anche di un'iniziativa che le nostre scuole cercheranno di portare avanti: si tratta di I Superegali di Terres des hommes, un sito che si occupa di raccogliere fondi per i bambini che hanno bisogno d'aiuto. Allora, per un giorno, e proprio giovedì 20 dicembre, vi preghiamo di abbandonare per un po' i vostri supereroi di tutti i giorni e di adottare il pupazzo Superhero di Terres des hommes Italia; un pupazzo portafortuna da appendere all'albero in questo Natale.

Basta ritagliarlo ed incollarlo, e il nostro nuovo amico sarà pronto ad aiutare i bambini in tutto il mondo!

Ecco il pupazzo da scaricare.

Buon divertimento!

giovedì 13 dicembre 2007

Un Natale di musica italiana

(foto da internet)
Il Natale è anche musica: non solo il cinema si veste di rosso, colore natalizio per antonomasia, ma anche le case discografiche vogliono guadagnarsi uno spazio sotto l’albero. Infatti, per l'epoca più suggestiva dell'anno, hanno sfornato collezioni, con qualche inedito, di molti big italiani.
Allora, se siete a corto di idee, perché non fare un pensiero natalizio “intonato”.
Ecco gli artisti pronti alla sfida natalizia:

(foto da internet)
Andrea Bocelli con «The best of Andrea Bocelli-Vivere»;

Francesco De Gregori con «Left e right - Documenti dal vivo»;

Gigi D’Alessio con «Mi faccio in quattro»;

Irene Grandi con «Irene Grandi hits»;

Luciano Ligabue, con «Primo tempo»;

Fiorella Mannoia con «Canzoni nel tempo»;

Gianni Morandi con «Grazie a tutti»;

Gianna Nannini con «Gianna Best»;

i Nomadi con «Orchestra»;

Laura Pausini con «San Siro 2007»;

Eros Ramazzotti con «E2»;

Zucchero con «All the best».

Ovviamente non si tratta di una classifica di CSC. L’ordine è alfabetico. Comunque, per il momento i cd di Ligabue, Bocelli, Nannini e Zucchero sembrano quelli maggiormente accreditati per assestarsi in ottima posizione anche nella sfida natalizia.


(foto da internet)

C’è, poi, l’immancabile Adriano Celentano, il quale, forte del successo del suo programma boom di ascolti su Raiuno, ha messo in circolazione un album di inediti, «Dormi amore la situazione non è buona», già al top delle classifiche. Ci sono ancora gli inediti dei dei Subsonica, con «L’eclissi», di Giorgia con «Stonata», di Roberto Vecchioni «Di rabbia e di stelle» e di Antonello Venditti con «Dalla pelle al cuore», che non daranno vita facile alle collection.

Strano ma vero, gli artisti stranieri, in Italia, sembrano in difficoltà.

mercoledì 12 dicembre 2007

Pinocchio torna in TV

(Civita di Bagnoregio, foto da internet)

È Civita di Bagnoregio, “il paese che muore”, il set scelto per girare il nuovo sceneggiato tv dedicato a Pinocchio. La fiction in due puntate, diretta da Alberto Sironi, andrà in onda la prossima stagione su Raiuno e riporterà sul piccolo schermo il burattino dopo 25 anni dallo sceneggiato di Luigi Comencini.


(foto da internet)

Nei panni del piccolo protagonista ci sarà l'inglese Robbie Kay, già visto in Hannibal Lecter. Le origini del male. "E' stato difficile trovare Pinocchio, abbiamo fatto centinaia di provini sia in Italia che in Inghilterra e alla fine abbiamo trovato Robbie, un ragazzino geniale e un grande professionista" ha spiegato il produttore della miniserie Luca Bernabei.

(foto da internet)

Sempre in Gran Bretagna la Lux Vide ha pescato per Geppetto, che sarà interpretato da Bob Hoskins ("é un onore averlo con noi"), Mastro Ciliegia (Joss Ackland) e Lucignolo, che avrà il volto di Thomas Sangster, già fra i protagonisti di Love Actually. Una delle principali novità sarà la comicità trasgressiva di Luciana Littizzetto per il Grillo Parlante, controbilanciata da quella più recitata di Francesco Pannofino e Toni Bertorelli, nei panni del Gatto e la Volpe, e di Maurizio Donadoni per Mangiafuoco". Nel cast ci sono anche Violante Placido nei panni della Fata Turchina, Margherita Buy sarà la maestra di Pinocchio e ci sarà anche Alessandro Gassman, nella pelle di Carlo Collodi al suo ritorno in una fiction Rai dopo cinque anni. Gassman è felicissimo di lavorare con un regista e un cast eccezionali e spiega "Collodi sarà voce narrante, ma anche personaggio. Lo vedremo, ad esempio, nel momento in cui gli viene l'idea per quello che é uno dei libri più importanti mai scritti per l'infanzia.”


(foto da internet)

In attesa di vedere lo sceneggiato la prossima primavera, vi proponiamo uno spezzone dell’ormai storico Pinocchio televisivo di Comencini.


martedì 11 dicembre 2007

Conferenza

(foto da internet)


Il Centro Giacomo Leopardi di Valencia, ha il piacere d'invitarvi alla conferenza:


Big Luciano: omaggio a Luciano Pavarotti
a cura di Giuseppe De Matteis

Venerdì 14 dicembre, alle 19.00, presso il Saló d'Actes del Museu de Belles Arts de València (San Pio V, 9, Valencia).


Da non perdere!


Per finire, vi proponiamo una vecchia intervista con due indimenticabili protagonisti della cultura italiana: Luciano Pavarotti ed Enzo Biagi.



lunedì 10 dicembre 2007

I film del cinepanettone

(foto da internet)

Il Natale si sta avvicinando, e la sfida tra i cinepanettoni, una ormai tradizione tutta italiana, è alle porte. Vi ricordate del cinepanettone? Un film, ovviamente made in Italy, quasi senza pretese, da consumare, come il panettone, nelle serate di festa con gli amici, e, come il panettone si mangia una volta all’anno, ovvero è dedicato a chi va al cinema solo una sola volta all'anno, durante le feste natalizie. Perché quasi senza pretese? Quasi, perché una, in realtà, ce l’ha: quella di sbancare il botteghino; infatti vuole incassare tanto, in pochissimo tempo, appunto durante le vacanze di Natale. Inutile dire che la critica, questi tipi di film, li bistratta e li snobba (il più delle volte, giustamente), ma il grande pubblico fa orecchie da mercante: non solo li va a vedere, ma li gradisce molto, e adora persino gli attori che da anni si dedicano a questo tipo di cinema.
La ricetta, semplice ed efficace, regge da vent'anni: battute facili, comicità immediata, colonna sonora orecchiabile. A completare la scena: la soubrette del momento che, agghindata e scollacciata, si aggira sul set.
Molto spesso è una fotografia di cattivo gusto degli stereotipi, negativi, degli italiani, o meglio, come gli italiani sono visti all’estero.
(foto da internet)
Il primo cinepanettone ad essere uscito è Matrimonio alle Bahamas interpretato da Massimo Boldi, (la metà della coppia d’oro del cinema italiano, ormai “divorziato" da Christian De Sica), e formato da un cast molto popolare. Boldi, quest’anno, ha anticipato l’uscita del film al 16 novembre. «L'uscita a novembre - racconta il protagonista- è una grande strategia decisa dal distributore, Medusa, perché c'è bisogno di ridere tutto l'anno, non solo durante le feste». «Per ridere non aspettare Natale! », si legge sulla locandina promozionale. Inoltre, si sa che l’ ambientazione esotica attira molto durante le fredde giornate invernali. La figlia di un tassista milanese trapiantato a Roma e di una casalinga dal linguaggio semi-incomprensibile va all'università di Miami per una borsa di studio. Qui fa nuove amicizie e si butta in una love-story con un americano, figlio di un immigrato napoletano arricchito e di una statunitense shopping-maniaca. Lui chiede a lei di sposarlo, e il matrimonio si deve celebrare alle Bahamas. Qui sbarca la famiglia, un po’ burina, della fidanzata. La regia è di Claudio Risi.


(foto da internet)
Gli altri due cinepanettoni, in prossima uscita: Natale in Crociera, uno dei sicuri trionfatori, realizzato da Neri Parenti, con Christian De Sica e un cast molto televisivo e, perciò, di grande richiamo. Una commedia piene di equivoci e battutacce: con la scusa di accompagnare il cognato in crociera, un medico, cinico e opportunista, cerca di approfittarne per incontrarsi con la bellissima amante. Parallelamente c’è anche un’altra storia :il destino fa incontrare, o meglio scontrare con comici incidenti, due personaggi che non potrebbero essere più lontani tra di loro: Michela, una ragazza estroversa che adora gli animali, e Luigi, uno scapolo incallito e piuttosto misantropo, la cui filosofia di vita è riassunta nel libro di cui è autore: Single è bello.

(foto da internet)
Ma, a contendersi il titolo di film più visto delle feste, ci sarà anche Una moglie bellissima di Leonardo Pieraccioni. Si dice che quest’ultimo sia l’ideale per chi vuole ridere senza rinunciare a riflettere sul significato della celebrità. Dall’accento tutto toscano, un fruttivendolo vede come il suo felice matrimonio viene messo in crisi quando un affascinante fotografo induce la moglie a cambiar vita, proponendole un calendario. La donna raggiunge in breve tempo la popolarità, mentre il marito continua a credere nel loro amore e a sperare che tutto possa tornare alla normalità...

Chi vincerà la sfida delle feste?

domenica 9 dicembre 2007

Il miglior sommelier d'Italia



(foto da internet)

È una donna il miglior sommelier del Belpaese. Si chiama Nicoletta Gargiulo, viene da Sorrento e ha vinto a Trieste il titolo di Miglior sommelier d’Italia, l’annuale concorso promosso ed organizzato dall’ A.I.S. (Associazione Italiana Sommelier). Nicoletta, unica donna fra i concorrenti, ha sbaragliato la concorrenza di ben altri quindici colleghi.

(foto da internet)

Quella dei sommelier italiani è un’associazione di categoria che vanta il maggior numero d’iscritti al mondo, e suoi professionisti sono molto richiesti e contesi. Ma ai concorsi hanno trionfato quasi sempre uomini. L’unica donna che aveva ricevuto il premio finora è stata Lucia Pintor, vent’anni fa. E prima di lei, fin dall’istituzione del premio nel 1967, nessun’altra. È stato necessario che Nicoletta ricordasse all’AIS che anche il contributo femminile all’enologia è molto importante.


(foto da internet)

Ma come ha fatto a raggiungere il primo posto? Lo racconta lei stessa:

Al concorso sono ammessi i finalisti regionali selezionati in tutt’Italia. I semifinalisti nazionali erano 16, me compresa.
[...]
Le semifinali comprendono anche un questionario: 30 domande in 30 minuti sullo scibile degustatorio. Poi, degustazione di tre vini alla cieca, senza vedere la bottiglia. Poi, abbinamento di cibi (guarda video
>>) e vini e stappatura dello spumante.
[...]
Alla finale ci siamo arrivati in 3. E lì è stato difficile: ancora degustazioni, e anche la prova che tutti i profani chiedono agli appassionati: quella di assaggiare un vino alla cieca e di riconoscerlo. Ne ho indovinati due su tre. Poi, abbiamo dovuto leggere una carta dei vini con degli errori da scoprire e da correggere. Quindi abbinare vini italiani e spagnoli a un menù completo, e simulare l’accoglienza di un cliente in lingua inglese (guarda video
>>).

sabato 8 dicembre 2007

Quinto dell'Inferno



foto da internet)



Siamo probabilmente nella notte tra l'8 e il 9 aprile del 1300. Dante Alighieri si trova, nella sua discesa agli inferi, nel secondo cerchio, dove sono puniti i lussuriosi. I dannati qui presenti sono spinti a lamentarsi di continuo. Superato Minosse, che giudica i dannati che scendono all'Inferno, Dante, in luogo buio, spazzato dal vento, tra pianti, lamenti e bestemmie dei dannati, viene a conoscenza che fra le anime presenti ci sono dei noti personaggi morti per amore: Semiramide, Didone, Cleopatra, Elena di Troia, Achille, Paride e Tristano.


Ma l'attenzione del sommo poeta si concentra su due anime che, a differenza delle altre, vanno insieme quasi sospinte dal vento. Dante chiede a Virgilio di parlargli. Sono i due cognati Paolo Malatesta e Francesca da Rimini, che, sorpresi dal marito di questa, furono uccisi insieme, probabilmente nel 1289.
Dante, con pietà e compassione, ascolta da Francesca il racconto del loro amore e, alla fine del canto, vinto dall'emozione, perde i sensi e cade a terra.
Vi presentiamo l'emozionante lettura del canto quinto dell'Inferno a cura di Roberto Benigni.


Per leggere il testo cliccate qui>>.







    venerdì 7 dicembre 2007

    I regali di Natale

    (foto da internet)
    C’era una volta il Natale, ed era sobrio. C’era una volta il Cicciobello che piangeva, l´orsacchiotto e le bambole. Adesso tanti pelouche e pupazzi interattivi hanno invaso i negozi: il gatto che miagola e si stiracchia, il pappagallo che si muove al nostro tatto, e tanti Babbo Natale che cantano a squarciagola (basta solo un piccolo contatto o uno spiffero dalla finestra per far loro intonare una melodia).
    Quello che va sempre di moda, però, è il cesto gastronomico. Caro sì, ma pieno di cose: champagne, torrone, cotechino, salmone affumicato, frutta secca, pandoro, panettone e parmigiano.
    C’erano una volta, e ci sono ancora, gli stereotipi dei personaggi natalizi. Da un racconto di Stefano Benni, vi proponiamo quelli sempre presenti. (Se volete leggerlo per intero cliccate qui):
    Il tradizionatalista: il Natale deve essere quello di una volta. L'albero deve essere un vero abete, decorato con le vecchie palle di vetro, e il presepe con i pastori tramandati di generazione in generazione.
    Il gastrotradizionalista: la tradizione, in questo caso, ha a che fare soprattutto con il pranzo natalizio, che deve comprendere i piatti di una volta. Anzitutto i tortellini, o agnolotti, o cappelletti della nonna.
    L'ipermoderno: esatto contraltare del tradizionalista. Per lui il Natale deve essere arricchito da tutte le novità tecnologiche: l'albero sintetico telecomandato che cammina per casa, apre la bocca e canta. Non ama il presepe. L'Ipermoderno si scatena nei regali, che bisogna assolutamente ordinare via Internet, per evitare le file e la ressa. Preso dalla frenesia tecnologica, arriva a dimenticarsi di cucinare il cenone: ma, niente paura, il pesce crudo diventa sushi, la carne non cotta viene spacciata per carpaccio e per fortuna i dolci li portano gli altri.
    Il colpista: vive ogni Natale con senso di colpa, pensando ai poveri del mondo. Così dà i soldi a qualche organizzazione umanitaria e rinuncia alle spese natalizie. Ma il più delle volte il Colpista è un generoso titubante, e alla fine si riduce a organizzare un Natale miserello: un albero spoglio e una grotta con solo il bambin Gesù e due pastori. Il Colpista è anche un attento osservatore della politica, spesso pendente a sinistra.

    (foto da internet)
    Il contrarista: contrario alla retorica natalizia. Non solo si limita a ignorare la festa, ma prepara un Contronatale provocatorio. Non fa l'albero, e se da lui dipendesse, distruggerebbe quelli che gli si presentano nel cammino. La coerenza, però gli dura poco, fino all’orario di cena.
    Il cane da pastore: il suo motto è “A Natale si deve stare insieme”, e, quindi, crede fortemente nel detto “A Natale con i tuoi, a Pasqua con chi vuoi”.
    L'esibizionista: approfitta del Natale per esibire le sue ricchezze. L'albero, una sequoia di venti metri, viene eretto nel terrazzo o nel giardino perché tutti possano vederlo. Il presepe è meccanico, coi pastori che cantano, le luci che simulano il giorno e la notte. I regali iniziano ad accumularsi sotto l'albero già dieci giorni prima della fatidica data.
    Il televisivo: si ingozza durante la cena e si alza da tavola dicendo: “che palle questa storia del Natale”. Poi si piazza davanti alla televisione con un sacchetto di noccioline e guarda come passano il Natale i Vip.

    Ma, una cosa è certa: tutti i personaggi, volenti o nolenti, sono costretti a comprare qualche regalino, e, anche se alcuni hanno resistito fino all’ultimo momento, in un batter d'occhio si manda all’aria quella coerenza tanto predicata. E allora cosa si fa con i regali?
    I no vip, ovvero la maggior parte delle persone, che devono badare a non alterare troppo il budget familiare, non potendosi permettere di spendere cifre da capogiro, se ne inventano di tutti i colori. Sapete qual è il regalo più alla moda per l’ormai vicino Natale? Quello virtuale.

    (foto da internet)
    Non si possono toccare, indossare o gustare ma gli americani stanno già spendendo milioni di dollari per spedire ad amici, compagni e colleghi di lavoro dei regali virtuali: semplici icone che appaiono sullo schermo del computer. Da quando il sito Facebook ha introdotto un programma per spedire doni virtuali da un dollaro, gli utenti hanno già speso nella nuova moda oltre 24 milioni di dollari. Ci sono poi siti di realtà virtuale come Second Life in cui gli oggetti si possono acquistare direttamente in grandi magazzini virtuali. I prodotti sono quelli della vita reale: fiori, abbigliamento, accessori e perfino oggetti di arredamento virtuali per le case virtuali degli amici-avatar. Un paio di stivali costa dai 2 ai 3 dollari.


    (foto da internet)

    Sempre online si trovano i regali più strani: se, infatti, siete a corto di idee, o non avete voglia di ripiegare sui soliti oggetti, e volete ossequiare con qualcosa di originale e simpatico, accendete il computer e trovate l’ispirazione nelle pagine di stupid.com.
    Che dire, per esempio, dello schiaccianoci a forma di Hillary Clinton? Utile per rompere i gusci delle noci da sgranocchiare durante la tombolata di fine anno. Se invece conoscete qualcuno che desideri farsi tatuare come un galeotto, ma gli manca il coraggio, ci sono le maniche tattoo: una sorta di calza di nylon stampata in varie fantasie e colori. Per il gentil sesso c'è il kit per «coltivare» una perla: in una confezione tutto il necessario per comporre il proprio gioiello: scatoletta di latta contenente ostrica perlifera; coltellino per aprire la conchiglia; catenina con tanto di montatura del pendaglio. Ancora un'altra idea utile per chi non ha grande dimestichezza in cucina: il separatore di uova, una specie di tazza a forma di facciona, con tanto di naso sporgente, che aiuta a dividere il tuorlo dall'albume, senza fatica e con ottimi risultati.

    Ma quali sono i regali che vorreste davvero? Se ancora non avete scritto la letterina a Babbo Natale, vi suggeriamo di leggere questa, di Stefano Benni!

    giovedì 6 dicembre 2007

    L'angolo degli alunni

    Oggi abbiamo il piacere di presentarvi una nuova rubrica: "L'angolo degli alunni". Ad inaugurarla è un'ex-allieva d'italiano della E.O.I. di Sagunt, B.E.E., con un testo che ha scritto dopo aver visitato Napoli. La città le è piaciuta tanto che e non è riuscita a resistere alla tentazione di scrivere le sue impressioni sul viaggio:

    Alcune settimane fa sono andata a Napoli in un viaggio organizzato da un club di viaggi, allo scopo di conoscere i vincoli tra la Corona d’Aragona e il Regno di Napoli. Avevo voglia di andarci da tanto tempo per visitare Pompei, Ercolano, il Vesuvio…, ma non sospettavo che Napoli fosse una città cosi bella che mi avrebbe colpito con tale forza.

    Il primo giorno abbiamo fatto un giro in città e siamo stati impressionati dalla gente. C´era gente dappertutto. A Napoli tutto è un brulichio e animazione. Le strade sono occupate dai mercatini. I motorini circolano tra i venditori che gridano offrendo i loro prodotti. Alcuni vicini del quartiere spagnolo giocano a carte davanti ai portoni, sul marciapiede. È una visione fantastica.

    Nei giorni seguenti la nostra guida ci ha fatto vedere le cose più importanti del paese. Prima, ci sono i monumenti. Napoli ha un ricco patrimonio artistico: Il palazzo fortezza di Castel Nuovo, il Museo Archeologico Nazionale (forse il più importante d’Europa) e tantissime chiese barocche, sporche e nere all'esterno, ma bellissime all´interno che danno un'idea dello splendore di questa regione nel passato.

    Poi, abbiamo Pompei e Ercolano, due città romane sepolte dall'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Visitare queste città è stata un’esperienza unica. Grazie all´eruzione si possono ammirare alcune case romane di famiglie importanti decorate con affreschi e mosaici bellissimi, con fontane di marmo nei giardini. Possiamo anche passeggiare per le strade fiancheggiate da edifici quasi intatti come il mercato, la palestra, le terme…

    Per finire, non vorrei dimenticare di parlare un po’ del paesaggio. Napoli è costruita in riva al mare, sulla costa tirrena e si estende sul versante di una collina. Prendendo la funicolare si sale fino ai quartieri residenziali come il Vomero. Lì bisogna fermarsi per ammirare la vista più bella che si possa immaginare: davanti a noi abbiamo la visione di tutta la baia, una pianura immensa di aqua chiusa al Nord dall´isola d’Ischia e dall’isola di Capri al Sud e il Vesuvio che domina tutto, circondato dai vigneti di Lacrima Christi con cui si elabora uno dei migliori vini di Italia.


    Ci auguriamo che il suo entusiasmo contagi anche voi e che ben presto ci mandiate i vostri lavori per contribuire a questa nuova rubrica, dedicata esclusivamente a voi.

    Le foto scattate durante questo viaggio a Napoli sono così belle che il prestigioso quotidiano The Slide Times le ha pubblicate in prima pagina.





    Aspettiamo impazienti i vostri lavori!