lunedì 3 febbraio 2020

Crodino addio...






(foto da internet)

Il Crodino è un aperitivo analcolico, prodotto in Italia dal 1964, ed è tuttora un’icona del made in Italy.
Venne commercializzato inizialmente con il nome di Picador, poi modificato in Biondino e poi definitivamente in Crodino nel luglio del 1965. Uno degli stabilimenti nel quale viene imbottigliato è quello di Crodo (da cui il diminutivo usato come nome), nel Verbano-Cusio-Ossola.
La miscela d'ingredienti è per lo più segreta: è noto che tra di essi vi sono chiodi di garofano, cardamomo, coriandolo e noce moscata, lasciati riposare in botti di rovere per sei mesi, allo scopo di conferirgli il peculiare sapore amaro.
Crodino è un aperitivo che va servito freddo, con una fettina d’arancia, solo così si può apprezzare il suo inconfondibile gusto dolceamaro, unico e inimitabile. 





(foto da internet)


Il suo bouquet è pieno ed equilibrato. Le percepite al primo sorso sono fresche leggere e lievemente agrumate. Le note che caratterizzano il corpo hanno un gusto predominante con più persistenza nella bevuta. Le note di fondo, tendenti all’amaro, contrastano il dolce iniziale della bevanda. Esse sono ottenute attraverso la sapiente miscela di ingredienti che conferisce il retrogusto dole-amaro tipico del Crodino.
Dal 1995 il marchio Crodino è di proprietà di Campari Group, dopo l'acquisizione di quest'ultima della sezione italiana della multinazionale olandese Bols Wessanen.
Nel 2014 è stata introdotta la variante denominata Crodino Twist, disponibile nel gusto agrumi e nel gusto frutti rossi, prodotta nello stabilimento Fava di Mariano Comense, in provincia di Como.


(foto da internet)

Purtroppo, lo stabilimento di Crodo, che lo vide nascere stabilimento è vicino alla chiusura, questo, infatti, sarà l’ultimo anno di produzione, dopodiché un nuovo stabilimento, sito a Novi Ligure, si occuperà dell'analcolico biondo. A rischio anche gli ottanta dipendenti dell’attuale stabilimento di Crodo.  
A Crodo, lo slogan è uno solo: il Crodino non deve lasciare Crodo. Un vero e proprio appello che tutti i cittadini di Crodo fanno a Campari (attuale proprietario del marchio), capitanati dalla giunta comunale del piccolo paesino piemontese. L’obiettivo è fare di tutto purché la produzione non venga spostata.
Il sindaco di Crodo, Ermanno Savoia ha chiamato a raccolta amministratori, sindacalisti e lavoratori, per una mobilitazione generale. 




(foto da internet)

Purtroppo, il marchio Crodino è stato ceduto da Campari all’azienda danese Royal Unibrew nel 2017. L’accordo prevede che per tre anni, dal momento della cessione, il Crodino sarebbe stato prodotto ancora nello stabilimento di Crodo. Dopodiché passerà al sito produttivo dell’azienda danese a Novi Ligure. 

I tre anni sono quasi scaduti e il Crodino sta per fare le valigie tra lo stupore e il rammarico generale. Ricordiamo, però, che l’unione armonica di ingredienti che lo compongono deve essere legata all’acqua di Crodo, grazie alla sua purissima fonte Liesel; solo così si ottiene un  prodotto di grande qualità. 
Porteranno l'acqua da Crodo a Novi Ligure nei camion cisterna? 

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