lunedì 6 novembre 2017

Requiem aeternam



(foto da internet)

L'eterno riposo è una preghiera della tradizione cattolica per la pace delle anime dei defunti. Deriva dall'apocrifo Apocalisse di Esdra (III secolo).
Il testo dice:
L'eterno riposo,
dona loro, o Signore,
e splenda ad essi la Luce perpetua.
Riposino in pace.
Amen.
Ora, però, c'è riposo e riposo. Specialmente interessante ci sembra quello proposto da quattro giovani imprenditori green, fondatori di Boschi vivi, una cooperativa nata nel marzo 2016 e formata da Anselma Lovens, Camilla Novelli, Riccardo Prosperi e Giacomo Marchiori, che ha lanciato in Italia una pratica già diffusa nei Paesi anglosassoni: disperdere le ceneri dei defunti tra gli alberi, in un bosco destinato a cimitero commemorativo. La proposta è aperta anche per gli animali.




(foto da internet)


Il primo bosco-cimitero sta nascendo nel Comune di Urbe, in provincia di Savona, in Liguria, dove Boschi vivi ha acquistato 11 ettari di terreno in cui si può trovare il riposo eterno fra castagni, ciliegi, faggi e querce. Oltre duecento alberi verranno messi a disposizione dei clienti, i quali, con un personalizzato sopralluogo, potranno scegliere la pianta preferita sotto la quale sotterrare le proprie ceneri. 
Le  assegnazioni cominceranno dagli inizi del 2018. Per ora si stanno portando a termine i lavori di potatura, di manutenzione dei sentieri e di pulizia del bosco. In questo modo si limiterà anche il rischio di incendi e di frane. 
Le tariffe per garantirsi un posto (il contratto ha una durata di 99 anni) vanno dai 400 ai tremila euro, a seconda della pianta e della tipologia preferita. 



(foto da internet)

Si può scegliere fra il cosiddetto albero di comunità, dove si può affittare un posto dei dieci messi a disposizione; l'albero familiare, dove tutti i dieci spazi vengono ceduti allo stesso nucleo familiare, e ancora l’albero personale e quello partner, per le coppie che desiderano testimoniare la loro unione oltre la morte. Nessuna lapide, ma solo la solida e ruvida corteccia di un albero e una targhetta minimalista, attaccata al tronco, sarà il solo segno concesso ai posteri. 
Niente fiori, ma solo erba, muschio, funghi, foglie e tutto ciò che offre il sottobosco. Niente lumini: l’unica luce permessa è quella del sole e della luna. 
I gestori di Boschi vivi apriranno il bosco al pubblico anche per eventi culturali, momenti letterari, yoga, laboratori per bambini e pratiche di meditazione. 



(foto da internet)

La scelta del nome Boschi Vivi manifesta una chiara volontà di voler mantenere il bosco vivo in tutti i sensi, e, allo stesso tempo, proporre una soluzione alla grave situazione del problema dell’abbandono dei boschi in Italia. 
E quindi perché non scegliere, come tomba naturale, in cui mettere radici per l’eternità, la scenografia naturale e rasserenante di un bosco? 
Chissà se il Foscolo, nel 2017, avrebbe scritto all'ombra de' ciliegi e dentro l'urne?


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