lunedì 30 ottobre 2017

L'auto di Fantozzi (a Paolo Villaggio, in memoriam)



(foto da internet)

La Bianchina, così, col diminutivo, fu un'automobile prodotta dall'Autobianchi dal 1957 al 1969.
Sessant'anni fa venne ideata come versione lussuosa della popolarissima Fiat 500, della quale utilizzava il telaio e la meccanica.

Nell'Italia del boom economico, la Bianchina ebbe un grande successo dovuto alle migliori finiture rispetto alla rivale Fiat e, soprattutto, anche grazie a una politica di lunga rateizzazione nei pagamenti. 
La casa automobilistica Autobianchi nacque grazie a Ferruccio Quintavalle, capo della storica azienda di biciclette Bianchi, tuttora esistente in Italia. Nel dopoguerra, la ditta, grazie a un'accorta politica imprenditoriale, unì le proprie forze ad Alberto Pirelli (figlio del fondatore dell’omonima azienda di pneumatici) e a Gianni Agnelli (il patron della Fiat). Nel 1955 nacque così il marchio automobilistico Autobianchi con stabilimento di produzione a Desio (Monza). 




(foto da internet)

La Bianchina stupì subito il grande pubblico per il design originale che presentava le pinne posteriori e le tante cromature (molto in voga all’epoca). 
La vettura è molto nota in Italia perché fu utilizzata nei film di Fantozzi, dal compianto Paolo Villaggio. Il modello guidato da Fantozzi, fu costruito dal 1962, con l’arrivo della versione Berlina a 4 posti.
Il ragionier Ugo Fantozzi è identificato, ricordato e riconosciuto dagli altri, come una gran merdaccia; è sempre l’ultima ruota del carro, la pecora nera di qualunque contesto sociale, l’inferiore per antonomasia. Fantozzi  è il prototipo del tapino, ovvero la quintessenza della nullità. Al cinema, Fantozzi arrivò per la prima volta nel 1975 con l’omonimo film diretto da Luciano Salce.




(foto da internet)

In Fantozzi, Paolo Villaggio riuscì a calare, grazie alla sua esperienza come impiegato in un’azienda, tutte le frustrazioni e le miserie di un lavoratore, senza laurea, con un lavoro medio, una casa in equo canone, una moglie insignificante e un figlia amatissima ma anche orrenda. 
Fantozzi diventò così l'archetipo dell’italiano medio, del mediocre, succube delle situazioni e dei più forti, raccontato con ironia e sarcasmo dal comico genovese.


(foto da internet)



I film di Fantozzi in cui appariva la Bianchina ne fecero il simbolo dell’auto sfortunata per eccellenza (vedi>>). Il modello scelto fu un'auto di colore bianco che il ragionier Ugo Fantozzi guidava (vedi>>) in maniera maldestra. E se da una parte la saga cinematografica, che va dal 1975 al 1999, del ragioniere sfigato ha fatto conoscere alle generazioni successive questa mitica vettura, dall'altra diede alla macchina un'immagine alquanto ridicola che in origine il modello, pensato come versione più elegante della Fiat 500, non aveva affatto.











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