venerdì 27 ottobre 2017

Il nasone (rubato)




(foto da internet)

I nasoni sono, a Roma, le fontanelle pubbliche che distribuiscono acqua potabile gratuita. Il nome prende spunto dal rubinetto ricurvo di ferro, la cui forma richiama l'idea di un grande naso, che eroga la cosiddetta acqua del Sindaco (così a Roma viene comunemente chiamata l'acqua che esce dai rubinetti).
I nasoni risalgono al 1874, quando il Comune della capitale realizzò una serie di fontanelle, per uso pubblico e gratuito, in ghisa, di forma cilindrica, alte circa 120 cm. e provviste di tre semplici bocchette da cui l'acqua scendeva direttamente nel condotto fognario, attraverso una grata sulla base stradale. L'unico decoro era costituito dalle teste di drago che ospitavano i cannelli di uscita. 



(foto da internet)


Ben presto le teste di drago scomparvero dai modelli successivi e rimase semplicemente un unico tubo metallico ricurvo che suggerì ai romani il nome di nasone con cui ancora oggi sono conosciute queste fontanelle. Esse hanno la caratteristica cannella da cui fuoriesce a getto continuo l'acqua da bere; la cannella, al suo centro, ha un buchino da cui si beve quando, una volta bloccato, con le mani, il corso naturale dell'acqua essa inizia a sgorgare.
Per cercare di contenere lo spreco di acqua, nel 1980 il Comune modificò molti nasoni con l'applicazione di un meccanismo-dispensatore (una rotella metallica o un pulsante) su un cannello di ottone, posto più in alto del cannello originale, che venne asportato. Il consumo idrico venne in effetti drasticamente ridotto, ma la caratteristica fontanella perse così il principale elemento caratterizzante, e inoltre l'innovazione si rivelò antiestetica e poco pratica. 



(foto da internet)

Nel Comune di Roma i nasoni sono circa 2.500, dei quali 280 all'interno delle mura. Non esiste nessun'altra città al mondo che vanti tutte queste fontane pubbliche da cui scorre fresca ed ottima acqua da bere. Nel 2009 l'Acea, l'ex azienda municipalizzata del Comune di Roma, oggi società multitutility nei settori idrico, elettrico e ambientale, per festeggiare i suoi primi 100 anni di vita ha realizzato una mappa per consentire ai turisti di trovare i nasoni presenti nel centro storico di Roma. L'opuscolo, in italiano e in inglese, dal titolo L'acqua è un tesoro. E Acea ti regala la mappa, contiene notizie utili sulle fontanelle, alcuni brevi cenni storici e si può scaricare gratuitamente dal sito dell'azienda.


(foto da internet)


Il nasone più curioso e raro è quello che si trova in Via della Cordonata con tre cannelle da cui fuoriesce l'acqua, invece del modello tradizionale e comune che ha una sola cannella. Un altro nasone famoso è quello di Piazza della Rotonda (Pantheon), posto proprio accanto alla fontana omonima, a due cannelle. 



(foto da internet)

Purtroppo, i nasoni sono diventati uno dei tanti casi del degrado del nostro Paese. Ne vengono rubati, infatti, più di 300 all'anno. Il furto della fontanella è assai facile: si arriva di notte, si estirpa il nasone e lo si porta via facilmente in una macchina...
Il nasone è diventato così uno degli affari illeciti più sicuri e redditizi. Negli ultimi dodici mesi il numero di fontanelle rubate si è impennato, sino a raggiungere quota 500! 
Un nasone, nel mercato illegale, può avere un valore che oscilla fra i 300 e gli 800 euro. 




(foto da internet)


Sembra che la refurtiva venga stoccata in magazzini fuori città - alcuni sono stati individuati ad Ostia - e poi smistata a seconda delle richieste. Una parte viene fusa per tornare materia prima ed essere venduta a 30 centesimi al chilo; l’altra viene piazzata così com’è ad appassionati disposti a pagare centinaia di euro per avere in giardino una fontanella storica personale o, addirittura, per usarla in casa!
Un nasone nuovo di zecca costa 600 euro all'Acea. Le spese di installazione sono pari a circa 150 euro. In tutto, l'Acea spende circa  400 mila euro/anno, per la sostituzione dei nasoni rubati o danneggiati. 

Oltre al problema dei furti, con la forte siccità del 2017 molte fontanelle sono state messe in secca. Alcune di esse vengono ormai utilizzate come contenitori per i rifiuti, vere e proprie pattumiere stradali, segno del degrado del nostro tempo, oltraggio assurdo a un'icona della città eterna.


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