(foto da internet)
"Che vuol ch'io faccia del suo latinorum?" dice Renzo Tramaglino a Don Abbonio nel capitolo II de I promessi sposi, il capolavoro del Manzoni. L'espressione si usa in italiano, in forma scherzosa, quando il latino viene usato con voluta pedanteria, che risulta incomprensibile:
La sindaca
della Capitale, Virginia Raggi, il sovrintendente Claudio Parisi Presicce e
Jean Christophe Babin, ad di Bulgari, il marchio che ha finanziato i lavori con
1,5 milioni in occasione dei suoi 130 anni, hanno presentato il restauro alla
città.
La Scalinata è uno dei monumenti più simbolici
di Roma e fra i più conosciuti al mondo. Fu realizzata tra il 1723 e il 1726 per raccordare le
pendici del Pincio lungo via Sistina, e piazza di Spagna. Dagli anni '50 è diventata set
preferito per cinema e moda.
I lavori hanno avuto una durata di 10 mesi e hanno richiesto l'intervento di
82 persone. Nel corso della presentazione il sovrintendente è incorso in una
piccola gaffe sul nome del mecenate, ha infatti attribuito il restauro a Fendi (!), ma poi si è corretto e ha ringraziato Bulgari.
(foto da internet)
La Scalinata di Trinità dei Monti, venne realizzata tra il 1723 e il 1726 su progetto dell’architetto romano Francesco De Sanctis. L’idea di superare il forte dislivello con una scalinata è documentata già nel 1559. Solo nel 1660, grazie al lascito del francese Stephan Gueffier, furono redatti i primi progetti da parte di numerosi architetti. Sorse allora l’annosa controversia tra lo Stato della Chiesa e la corona di Francia sul possesso dell’area interessata, che costituì una delle cause del mancato avvio dei lavori.
Nel 1717, infine, Clemente XI bandì un concorso per il
progetto a cui parteciparono i maggiori architetti del tempo. I lavori, sempre
a causa della citata controversia, iniziarono solo sotto Innocenzo XIII e furono ultimati da BenedettoXIII nel 1726.
Sottoposta nel tempo a numerosi interventi di manutenzione,
la scalinata è stata oggetto di un importante restauro completo nel 1995. Dall'ottobre 2015 la scalinata è stata sottoposta nuovamente
a restauro.
In cima alla Scalinata, si trova l'Obelisco Sallustiano, uno dei tredici obelischi antichi di
Roma.
L'obelisco fu donato nel 1738 a papa Clemente XII dai
Ludovisi;
fu poi eretto davanti alla chiesa della Trinità dei Monti nel 1789 per volere
di papa Pio VI ad opera dell'architetto Giovanni Antinori.
(foto da internet)
In esso spicca(va) un'epigrafe del '700, sfuggita all'attenzione dei restauratori. Nella grande
iscrizione commemorativa, che signoreggia nell'esedra centrale, la parola multi si è
trasformata in muiti, termine che in latino non esiste.
Alla dodicesima riga della lapide messa a nuovo, si legge(va) la frase incriminata: cum muiti proponerentur moduli et formae, e cioè molti modelli e
progetti che venivano proposti. Si fa riferimento al diplomatico francese
Stephan Gueffier che lasciò in eredita la somma di 20mila scudi per la
costruzione della scalinata composta da 138 gradini.
L'errore non è passato inosservato ed è stato attribuito alla Sovrintendenza capitolina.
La maison Bulgari se n'è lavata le mani e ha dichiarato di non saperne nulla. La Sovrintendenza ha confermato che si trattava effettivamente di un abbaglio clamoroso, e che avrebbero corretto la lettera sbagliata.
Già fatto: multi è al suo posto... ma che figuraccia!
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