(foto da internet)
Il 29 maggio 2012, una scossa di terremoto fece crollare la lanterna del
campanile di Santa Barbara di Mantova, la basilica interna a Palazzo Ducale e aggravò i
danni già individuati ad alcuni dei più importanti ambienti della Reggia
gonzaghesca, tra i quali la famosa Camera degli Sposi, capolavoro di
Andrea Mantegna.
Tre anni dopo, il 2 aprile 2015, il ministro della Cultura Dario Franceschini inaugurò la riapertura del Palazzo Ducale, con un'offerta per i visitatori assai interessante. Il tour venne suddiviso in tre aree: la
Corte Vecchia, visitabile anche dopo il sisma, il Castello con la
Camera Picta (o Camera degli sposi) e la novità della Collezione Romano Freddi.
(foto da internet)
Orbene, appena un anno dopo l'apertura al pubblico la rivista inglese The Lancet Neurology ha pubblicato una ricerca del
Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche dell’Università di
Torino che identifica nella suddetta Camera degli sposi del Mantegna, dipinta tra il 1465 e il 1474, i sintomi
di una malattia, la neurofibromatosi di tipo 1, più di 80 anni prima della sua
scoperta!
La fantesca dipinta da Mantegna mostra, infatti, tutti i sintomi della patologia: cinque neurofibromi sul viso -tumori dei nervi periferici che
si presentano sotto forma di lesioni cutanee-, un altro sul dorso della mano
destra; almeno cinque macchie caffellatte sulle guance e sul mento, noduli di Lish nell’iride destra e sinistra, nonchè un marcata riduzione della
statura sconfinante nel nanismo ipofisario.
(foto da internet)
La prima descrizione della malattia, ad opera del medico
bolognese Ulisse Aldrovandi, risale al 1592. L’affresco del Mantegna ne
predata la descrizione clinica di circa 86 anni.
La Camera degli Sposi, chiamata nelle cronache antiche Camera Picta (e cioè camera dipinta), è una
stanza del torrione nord-est del Castello di San Giorgio di Mantova.
Mantegna studiò una decorazione ad affresco che
investisse tutte le pareti e le volte del soffitto, adeguandosi ai limiti
architettonici dell'ambiente, ma al tempo stesso allargando le pareti con la pittura, come se lo spazio fosse dilatato ben oltre i limiti
fisici della stanza. Il tema generale è una celebrazione politico-dinastica
dell'intera famiglia di Ludovico Gonzaga con l'occasione dell'elezione a cardinale di Francesco Gonzaga.
(foto da internet)
La decorazione della stanza venne commissionata
da Ludovico III Gonzaga a Mantegna.
Nella stanza pressoché cubica (8,05 m circa di
lato, con due finestre, due porte e un camino), il pittore studiò una decorazione
che investiva tutte le pareti e le volte del soffitto. Nella cosiddetta Parete nord della stanza, vi è raffigurata una vera e propria foto di famiglia dei Gonzaga; in basso a destra viene ritratta la nana di corte, che guarda direttamente l'osservatore dell'affresco, oggetto dello studio sopraccitato: la prima descrizione clinica della malattia. Arte e scienza che si fondono nel ruolo fondamentale dell'osservazione, della descrizione e dell'interpretazione.
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