lunedì 2 maggio 2016

Un Caravaggio diverso

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 (foto da internet)

Michelangelo Merisi, detto Caravaggio, nacque a Milano nel 1571. Nella città lombarda, si formò presso la bottega del pittore Simone Peterzano.
A vent'anni si trasferì a Roma, e cominciò a inventare un suo particolare repertorio dipingendo giovani presi dalla strada, messi in posa, accompagnati da cesti di frutta, calici e oggetti di vetro.
Caravaggio rivelò la sua predilezione per soggetti popolareschi così come sono in realtà: la foglia secca, la mela bacata, senza cercare di abbellire la natura, ma rappresentandola così com'è.
La luce fu l'elemento caratterizzante della sua intera opera. Condusse una vita sregolata e fu costretto a fuggire da Roma dopo aver ucciso un uomo durante una rissa.
Trovò rifugio a Siracusa e posteriormente a Napoli dove venne ferito gravemente.
Nel 1610, sulla spiaggia di Port'Ercole, in Toscana, dove era in attesa di rientrare a Roma per ricevere la grazia, venne arrestato e incarcerato. Due giorni dopo morì, a soli 38 anni.




(foto da internet)
In questi giorni, nell’ultima puntata di Italia’s Got Talent, un programma in onda tutti i mercoledì alle 21.15 su TV8, in cui dei giudici seduti ad un bancone valutano dei concorrenti che si esibiscono sul palco mostrando loro il proprio talento in una qualsiasi disciplina, siano essi cantanti, ballerini, illusionisti, acrobati, addestratori di animali, strumentisti, ventriloqui, imitatori e altro ancora, un concorrente ha voluto rendere omaggio ai capolavori del Caravaggio, riproducendo la Crocifissione di San Pietro, la Vocazione di San Matteo e la Morte della Vergine con i corpi immobili dei suoi compaesani, gli abitanti di Avigliano in Basilicata. Impressionati dalla particolarità dell’esibizione, i giudici hanno emesso parere positivo (vedi>>).





(foto da internet)
La Crocifissione di san Pietro è un olio su tela (230 x 175 cm). L'opera fu realizzata tra il 1600 ed il 1601, ed è nella Cappella Cerasi di Santa Maria del Popolo a Roma. Nella tela, di carattere volutamente antieroico e antiaulico, la luce investe la croce e il santo, entrambi simbolo della fondazione e della costruzione della Chiesa, attraverso il martirio del suo fondadore. La luce investe i carnefici, qui raffigurati non come aguzzini che agiscono in maniera brutalmente gratuita, ma come uomini semplici, costretti ad un lavoro faticoso.



(foto da internet)
 
Nella Vocazione di San Matteo, Caravaggio raffigura il momento in cui Gesù, accompagnato da San Pietro, invita Matteo a lasciare il suo lavoro di agente delle tasse e a seguirlo per diventare uno dei suoi Apostoli.
Matteo è seduto al lungo tavolo di una stanza spoglia. Il tavolo ha la funzione di banco dei debiti, la parete scalcinata è interrotta da una finestra con i vetri impolverati, che non rischiara l’interno.
E’ invece un raggio di luce che proviene da destra, tagliando in diagonale la scena, che illumina la stanza.
La luce assume un valore simbolico poiché è la grazia divina che irrompe nella vita quotidiana, portando la salvezza.
A destra, Caravaggio, dipinge Gesù in parte coperto da Pietro.
San Matteo risponde alla chiamata indicando se stesso.





(foto da internet)
Il dipinto la Morte della Vergine, fu realizzato dal Caravaggio tra il 1605 ed il 1606, e venne rifiutato dai religiosi che lo avevano commissionato, i Carmelitati di Santa Maria della Scala a Roma, in quanto considerato indecoroso e sconveniente. Il quadro scandalizzò in quanto ritraeva la Madonna gonfia e con le gambe scoperte. 
Il dipinto, dopo essere stato rifiutato dai committenti, fu messo in vendita e venne acquistato, dal duca di Mantova.
Tutti i personaggi del dipinto sono rappresentati nella parte bassa della tela, mentre in alto è dipinto unicamente un ampio drappo rosso scarlatto, molto chiaroscurato, che contribuisce a conferire tragicità alla scena.
Un piccolo gruppo di personaggi è ritratto nell’atto di vegliare il corpo della Vergine, steso su un catafalco. Maria, con indosso un abito rosso, ha una posa naturale, con una mano sul grembo e con il braccio sinistro steso su un cuscino. Del suo corpo, gonfio e livido, s’intravedono anche i piedi nudi.
Caravaggio volle dipingere il corpo di Maria, come una vera donna, da poco deceduta. La scena ritrae l'umano dolore, non celato ed immediatamente comprensibile anche agli spettatori più umili.
Nella Morte della Vergine la luce, che scende obliquamente dall’alto, si posa dapprima sulle teste calve degli apostoli piangenti, per poi distendersi sulla figura di Maria e sulla Maddalena china davanti a lei.
Ad eccezione del drappo scarlatto, l’unico oggetto rappresentato nella composizione, significativamente povera e spoglia, è un catino di rame collocato ai piedi degli apostoli e contenente la soluzione d’aceto necessaria al lavaggio del cadavere.
Una maniera diversa, e originale, per conoscere il grande pittore milanese.


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