venerdì 13 febbraio 2015

Spoon River



(foto da internet)

L'Antologia di Spoon River (Spoon River Anthology) è una raccolta di poesie del poeta americano Edgar Lee Masters pubblicata tra il 1914 e il 1915 sul Mirror di St. Louis
Ogni poesia racconta, in forma di epitaffio, la vita di una delle persone sepolte nel cimitero di un immaginario paesino statunitense. La raccolta comprende 19 storie che coinvolgono un totale di 248 personaggi e che coprono praticamente tutte le categorie e i mestieri umani. 
Il testo venne magistralmente tradotto in italiano da Fernanda Pivano, nel marzo 1943, presso Einaudi e sfug­gì alla cen­sura fasci­sta gra­zie a un titolo, Anto­lo­gia di S. River, dove la esse pun­tata stava per un mai esi­stito San River!!




Ciononostante, poco dopo la pubblicazione, Fer­nanda Pivano fu arre­stata e incar­ce­rata, rea di aver tra­dotto da un idioma stra­niero in odio al regime fascista, idee sov­ver­sive quali il rifiuto della guerra, la difesa dei deboli, la cri­tica al capi­ta­li­smo, lo sbef­feg­gio dei potenti e i diritti delle donne. 
I versi di Masters con la loro scarna semplicità furono una rivelazione per il pubblico italiano. L'Antologia di Spoon River ebbe (e ha ancora oggi) un grande successo in Italia.


(foto da internet)


Quando, nel 1971, Fabri­zio De André incise quello che, insieme all'album La buona Novella, uscito nel 1970, fece la sto­ria della sua musica e delle sue idee: Non al denaro, non all’amore, né al cielo,  liberamente tratto dall'Antologia di Masters, la Pivano imma­ginò, per le pagine che accompagna­vano il disco, un’intervista al proprio Lee Masters
Pivano: "Come ti è venuto in mente di scri­vere l’Antologia di Spoon River?"
Lee Masters: "Men­tre facevo l’avvocato a Chi­cago e mi aggiravo nei tri­bu­nali e fre­quen­tavo la cosid­detta società, giunsi alla con­clu­sione che il ban­chiere, l’avvocato, il predicatore, le anti­tesi del bene e del male, non erano diverse nella città e nel vil­lag­gio. Comin­ciai a sognare di scrivere un libro su una città di cam­pa­gna che avesse tanti fili e tanti tes­suti con­net­tivi da diven­tare la sto­ria del mondo intero".
Pivano"La sto­ria del mondo intero, avevi ragione tu, Edgar, è fram­men­tata nelle dimen­sioni di cen­ti­naia di migliaia di cimi­teri [...] le sto­rie di chi li abita sono repli­che, inter­pre­ta­zioni, varianti, su un copione uni­ver­sale [...]" 


(foto da internet)

De André scelse nove brani per il suo disco: La col­lina (The Hill), Un matto (Frank Drum­mer), Un giu­dice (Selah Lively), Un bla­sfemo (Wen­dell P. Bloyd), Un malato di cuore (Francis Tur­ner), Un medico (Sieg­fried Ise­man), Un chimico (Trai­nor), Un ottico (Dip­pold), Il suo­na­tore Jones (Fiddler Jones)
Quest’ultimo, per ragioni di metrica, è, nel disco, un suonatore di flauto anzi­ché di violino. 
Buon ascolto!






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