(foto da internet)
Post dedicato agli studenti che sono alle prese, in questi giorni, con la lettura del libro La collana longobarda.
I Longobardi furono una popolazione germanica proveniente dalla Scandinavia.
La causa della loro discesa verso il continente europeo è attribuibile a una grave carestia.
Dopo la caduta dell'Impero Romano passarono il Danubio (527-28) penetrando in Ungheria. Giunsero in Italia nel 569, guidati da re Alboino.
Alboino occupò parte del Veneto e puntò alla conquista di Milano e Pavia. Il lunghissimo assedio di Pavia, antica capitale del regno gotico, durò circa tre anni. Poco dopo la presa di Pavia (572), re Alboino fu assassinato e i Longobardi conobbero un periodo caotico che bloccò lo sviluppo di altri piani di conquista. Il successore di re Alboino, il re Clefi, fu anch'egli assassinato due anni dopo.
(foto da internet)
La struttura anarchica dei Longobardi e l'incerta guida politica permise a molti duchi di rimanere indipendenti dal re, e anche di continuare a estendere la loro area di potere. Nel periodo che va dal 574 al 584, il paese conobbe una grave crisi istituzionale. Nel 584, di fronte alla concreta minaccia di un’invasione franca i Longobardi si sottomisero al re Autari ma il caos politico cominciò a diminuire solo con il suo successore, il re Agilulfo (590-616).
Con Agilulfo, il regno longobardo ebbe una chiara configurazione territoriale: comprendeva l’Italia del nord (eccetto la fascia costiera veneta e la Liguria), la Tuscia, il cuore dell’Umbria e delle Marche, e vaste regioni del sud.
In questo contesto emerse la figura del gastaldo, al quale furono affidate anche intere città da governare al posto del duca. Il re risiedeva a Pavia, sede della corte e di una rudimentale amministrazione centrale.
Sotto Agilulfo aumentò la collaborazione con gli elementi colti della popolazione romana e si stabilì un rapporto di convivenza con il papato, allora rappresentato da Gregorio Magno.
Il momento di massima potenza politica del regno si ebbe con Liutprando (712-44) il quale estese i possessi longobardi in Emilia e arrivò fino alle porte di Roma.
(foto da internet)
Il declino avvenne nel 750 quando il papa Stefano II, di fronte alle forti richieste da parte del re longobardo di un tributo, chiese aiuto ai Franchi.
I Franchi discesero in Italia e sconfissero i Longobardi costringendoli a cedere le recenti conquiste. Fu Carlomagno, nel 774, ad assumere la corona longobarda e l’eredità politica, sociale e giuridica del regno.
Solo l’Italia meridionale longobarda sfuggì alla conquista franca. Questa parte dell'Italia che comprendeva la Campania, la Marsica, il Molise, l’Abruzzo, la Puglia, la Calabria, Napoli, Amalfi e Sorrento venne governata dal duca Arechi (758-87) il quale assunse il titolo di principe e difese l’indipendenza del suo dominio dagli eserciti di Carlomagno.
Ma l’estrema frantumazione del quadro politico, complicata anche dalla persistente presenza dei Saraceni, rese impossibile l’affermazione di un unico potere forte e nell’XI secolo la cosiddetta Longobardia minore cadde sotto la dominazione dei Normanni che, nel 1130, fondarono il Regno di Sicilia.
(foto da internet)
La lingua longobarda, che si estinse completamente nel X secolo, non ha lasciato né documentazioni dirette né letteratura. Restano soltanto testimonianze lessicali: nell’onomastica (Ermanno, Astolfo), nella toponomastica (i nomi in -engo, come Marengo, Martinengo) e nel lessico (baruffa, palla, ecc.).
I longobardi svolsero un’intensa attività nel campo dell’architettura: notevoli, anche per le importanti decorazioni, sono le chiese di S. Salvatore a Brescia, S. Maria in Valle a Cividale e S. Sofia di Benevento.
(foto da internet)
Di rilievo anche gli stucchi di Cividale e gli affreschi di Brescia, Castelseprio, San Vincenzo al Volturno e Benevento. Particolare importanza ebbe anche la lavorazione dei metalli, della quale i Longobardi possedevano tradizionalmente una progredita tecnica, e che costituì un ambito produttivo di fondamentale importanza, come testimoniano le necropoli di Benevento, Bolsena, Castel Trosino, Civezzano, Cividale, Nocera Umbra, Testona, ecc..
I Longobardi svolsero una notevole attività anche nel campo degli ornamenti di armi o di vestiario e negli oggetti a carattere religioso e, in particolare, nell’oreficeria.