mercoledì 10 settembre 2014

Il Leone d'oro di Venezia


(foto da internet)

Una Mostra di Venezia particolarmente compassionevole quella che ha appena chiuso i battenti. Attenta ai disastri che avvelenano il mondo, curva sulle sciagure personali e cosmiche, più che sensibile al tema dei diritti umani. I premi hanno in alcun modo ignorato i lavori meno pressanti dal punto di vista etico per concentrarsi sulla domande che la crisi mondiale si porta dietro. Così il premio speciale della giuria va al film “Sivas”, uno spaccato dell’Anatolia del combattimento dei cani firmato dal turco Kaan Mujdeci , con tanti bambini che guardano e giudicano. Altro elemento che ha caratterizzato i film, in e fuori concorso, è proprio la presenza di adolescenti che osservano maltrattati dalla vita e dai grandi che stanno loro attorno.  



(foto da internet)

Gran Premio della giuria a “The look of Silence” di Joshua Oppenheimer sul genocidio in Indonesia. In questo modo si è dato conto almeno di un genocidio tra quelli presenti in Mostra, l’altro ha riguardato la tragedia armena. Leone d’Argento ad Andrej Koncalovakij “Le notti bianche del postino”, storia di uno sperduto villaggio russo che vive come un secolo fa, però molto vicino a una modernissima stazione spaziale. Lui si è emozionato per il riconoscimento, tanto da dire che si è sentito come quando un bambino riceve un regalo di Natale.  



Roy Andersson, regista svedese, non ha creduto fino all’ultimo di aver vinto il Leone d’Oro, invece il suo mondo visto dai piccioni ha convinto la giuria che l’ha preferito agli altri venti film in concorso. “A Pigeon sat on a Branch refletting on Existence” racconta di un viaggio in un non meglio precisato paesaggio occidentale, di un venditore e di un ritardato mentale. Il regista, con il suo Leone stretto in mano, ha fatto una dichiarazione d’amore al cinema italiano: “L’Italia ha dato tanti maestri che mi hanno ispirato. Soprattutto il De Sica di “Ladri di biciclette” - segue il racconto dettagliato del film, trama e biciclette conservate comprese - Il suo cinema è empatico, come deve essere, così io continuerò seguendo l’esempio di De Sica”.

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