lunedì 10 marzo 2014

La battaglia delle arance di Ivrea



(foto da internet)

La battaglia delle arance è una tradizione che si svolge a Ivrea una cittadina vicino a Torino, a carnevale.  La battaglia delle arance ha luogo gli ultimi tre giorni, ovvero la domenica, il lunedì grasso e il martedì grasso del carnevale, e rappresenta il momento più spettacolare delle intere manifestazioni, motivo di richiamo turistico annuale per migliaia di visitatori.
Le origini di questa tradizione sono incerte,quando presero ad essere praticate delle scherzose schermaglie tra le carrozze e la gente sui balconi, a ridosso delle principali vie storiche di Ivrea.
Si narra poi, anche del lancio di frutta o di ortaggi dai balconi e dell'uso di lupini, confetti, coriandoli o fiori. Non è ben chiaro il passaggio al tiro delle arance. 
La tradizione prese corpo per simboleggiare soprattutto il colore passionale del sangue versato dalle storiche rivoluzioni del passato, e dalle guerre che segnarono la città, in uno stile del tutto risorgimentale. 





(foto da internet)

Agli inizi del XX secolo già si usava lanciare soltanto arance. Ma fu solo nell'immediato secondo dopoguerra che si formarono ufficialmente le prime squadre a piedi di aranceri, e si allestirono i cosiddetti primi carri da getto
L'iniziativa, dapprima sorta casualmente al di fuori delle classiche celebrazioni, fu subito riportata al contesto storico-leggendario del carnevale, stabilendo che i carri dovessero rappresentare i ben armati manipoli di sgherri agli ordini del tiranno, e che le squadre a piedi dovessero essere intese come bande popolane in rivolta. 
La battaglia diventò così anch'essa il simbolo delle lotte del popolo contro la nobiltà. Le prime squadre combattenti si formarono nel rione operaio della nascente fabbrica Olivetti del 1947, col nome di Picche. Seguirono immediatamente dopo, le squadre di Morte, Scorpioni d'Arduino, Tuchini, Scacchi, Pantere, Diavoli, Mercenari e Credendari, questi ultimi che presidiano le piazze. 





(foto da internet)

La battaglia ha per teatro le principali piazze della città; essa si svolge tra i carri che passano al seguito del corteo e le stesse squadre a terra. I visitatori sono teoricamente protetti da alte reti metalliche. 
I carri, pittorescamente bardati, sono trainati da pariglie o quadriglie di cavalli; ciascuno di essi trasporta un gruppo formato da non più di una decina di aranceri, protetti da costumi con vistose imbottiture e da terrificanti maschere di cuoio con grate di ferro per riparare il viso. Ogni banda a piedi è formata da centinaia di aranceri -uomini e donne- che vanno all'assalto del carro che transita dalla piazza cercando di colpire soprattutto gli avversari sulla maschera protettiva, in modo che il succo delle arance entri loro negli occhi. Indossano colorati costumi con campanelli alle caviglie e con casacche legate in vita, semiaperte sul davanti in modo da contenervi una buona provvista di arance; non dispongono di alcuna protezione che li ripari dai colpi nemici. 




(foto da internet)

Con la popolarità assunta dalla festa, il numero di squadre a piedi e di aranceri che in esse militano è andato vistosamente accrescendosi nel tempo. 
Si sono costituite associazioni di aranceri, dai nomi pittoreschi, che si occupano di organizzare la partecipazione al carnevale La sfilata del sabato sera, un tempo prerogativa della goliardia degli universitari, è diventata la festa degli aranceri che provvedono, con le loro associazioni, ad addobbare strade e piazze con striscioni e stendardi che espongono i loro simboli, colori e slogan di battaglia.

Nessun commento: