(foto da internet)
Il nostro viaggio ci porta in Sicilia, in provincia di Ragusa, alla volta di Monterosso Almo, borgo che, in età normanna, si chiamava Lupia per la presenza dei lupi.
La visita parte da piazza San Giovanni, chiamata in dialetto u
chianu, il piano, in rapporto con l’andamento a saliscendi del paese, che segue
le curve della montagna. Un lato della piazza è occupato dalla chiesa di San
Giovanni Battista, opera di Vincenzo Sinatra (1707-1765), architetto attivo nella Sicilia orientale
ricostruita dopo il terremoto del 1693, la chiesa barocca, è impreziosita da pregevoli stucchi e da piccole cappelle laterali.
Gli altri lati della piazza sono occupati dal secentesco
palazzo dei baroni Noto e da tre edifici ottocenteschi e neoclassici: il
Municipio, palazzo Sardo e il monumentale palazzo Cocuzza. A completare la
piazza è la chiesa di Sant’Anna, appartenente ai frati minori che
l’inaugurarono nel 1652.
(foto da internet)
Scendendo nella strada principale, Corso Umberto I, e
percorrendola tutta, si arriva alla fine del paese, nella zona chiamata Affacciata, dove si trova una fontana con abbeveratoio di forma circolare, al
quale si dissetavano gli animali, soprattutto muli e asini, che per secoli
hanno accompagnato la vita e il lavoro dei contadini. Da lì la vista spazia
sulla valle del fiume Amerillo.
Sempre da piazza San Giovanni si può scegliere un percorso alternativo che scende lungo via Roma per vedere i palazzi signorili appartenuti alle famiglie nobili o alla borghesia terriera,
come il barocco palazzo Burgio e l’ottocentesca casa Barone.
Degni di nota sono anche i cavatieddi, pasta fatta in casa, arrotolata con le dita e
condita con sugo.
Buon viaggio!
Nessun commento:
Posta un commento