venerdì 24 gennaio 2014

Addio Maestro!


(foto da internet)

La scomparsa del Maestro Claudio Abbado ha lasciato un vuoto incolmabile nel mondo culturale.
Il grande musicista fece dell'arte un modello di libertà, contrappose l'uguaglianza al divismo, manifestò un impegno politico educato, difese la sobrietà civile. Parimenti, fomentò una stretta collaborazione tra le varie arti e una reale collaborazione tra arte, scienza ed etica.
La sua fu una carriera contrassegnata da un repertorio artistico sconfinato, che va da  Monteverdi a Luigi Nono.  
Abbado nacque a Milano nel 1933 da una famiglia della borghesia colta. Il padre fu insegnante di violino e la madre fu pianista e scrittrice.  Si diplomò in pianoforte e in direzione d'orchestra al Conservatorio del capoluogo lombardo. 
Grazie a una borsa di studio, tra il 1955 e il 1958, si recò a Vienna dove seguì i corsi magistrali dei maggiori direttori d'orchestra del mondo, fra i quali Bruno Walter, George Szell e Herbert von Karajan. 



(foto da internet)


Partecipò anche ai corsi dell'Accademia Chigiana a Siena e, nel 1958, vinse il concorso Koussevitzky della Boston Symphony Orchestra.  Un traguardo che gli consentì di dirigere la prestigiosa New York Philharmonic Orchestra.
Nel 1959 debuttò in Italia, al Teatro Verdi di Trieste e l'anno dopo esordì alla Scala di Milano
Da allora per il giovane Abbado iniziò un'imparabile ascesa: nel '63 vinse il prestigioso Premio Mitropoulos messo in palio dalla New York Philharmonic Orchestra e poco dopo Karajan lo chiamò a dirigere i Filarmonici di Vienna nella complessa Seconda Sinfonia di Mahler al Festival di Salisburgo
Nella stagione '66-'67 diresse I Capuleti e i Montecchi di Bellini, con Renata Scotto e Luciano Pavarotti. Capolavoro che porterà in tournèe a Montreal e a Edimburgo.
Nello stesso anno diresse la sua prima apertura scaligera con Lucia di Lammermoor di Donizetti, e firmò un contratto con la prestigiosa etichetta discografica Deutsche Grammophon.  Due anni dopo, venne nominato direttore musicale della Scala. 



(foto da internet)

Per il noto teatro milanese si aprì la cosiddetta 'stagione Abbado': una delle più felici della sua storia. 
Accanto al soprintendente Paolo GrassiClaudio Abbado attuò una vera rivoluzione, ampliando enormemente il repertorio della Scala, con opere di Berg, Schoenberg e Stravinsky.
Abbado impose anche un rinnovamento nell'approccio all'esecuzione, con la ricerca di partiture originali e una lettura più filologica. 
Con Abbado alla Scala ebbe inizio il periodo di maggiore internazionalizzazione del teatro milanese, con l'arrivo sul podio dei più grandi direttori del mondo, da Georg Solti a Carlos Kleiber, da Herbert von Karajan a Karl Boehm, Leonard Bernstein, Riccardo Muti, e con l'ampliamento del repertorio sinfonico che portò il maestro a fondare, nel 1982, l'Orchestra Filarmonica della Scala.
Nel 1971 diventò direttore principale dei Filarmonici di Vienna e l'anno dopo fu nominato primo direttore ospite della London Symphony
Nel 1978 fondò l'Orchestra Giovanile Europea e allargò il suo repertorio spingendosi all'indietro fino a Johann Sebastian Bach. 
Nel 1986 la collaborazione tra Abbado e la Scala finì. 
Il maestro divenne direttore musicale della Staatsoper di Vienna e fondò la Gustav Mahler Jugendorchester
A Vienna diresse il noto Concerto di Capodanno dell'88 e poi avviò una serie di esecuzioni e incisioni discografiche con i Wiener Philharmoniker.


(foto da internet)


Alla morte di Herbert von Karajan i membri dei Berliner Philharmoniker lo elessero direttore principale della prestigiosa orchestra, considerata la migliore del mondo. Abbado fu il primo direttore non di lingua e cultura tedesca ad essere eletto direttamente dagli orchestrali, e assunse sulle sue spalle l'ingombrante eredità di una delle più grandi bacchette di tutti i tempi. 
Con l'arrivo del direttore milanese, i Berliner diventarono uno dei fulcri della vita culturale della nuova Germania unificata.
L'esperienza a Berlino si chiuse nel 2002, anno in cui ricevette la Bundesverdienstkreutz mit Stern, la più alta onorificenza tedesca. 




(foto da internet)

Sempre nel 2002, il 13 maggio, diresse l'ultimo concerto, al Musikverein di Vienna, che si concluse con 4mila fiori lanciati sul palco e 30 minuti di applausi! 
Gli anni del dopo-Berlino furono caratterizzati da un'intensa attività, che vide Abbado principalmente impegnato con la nuova Orchestradel Festival di Lucerna.
Nel 2009 si trasferì a Bologna, città nella quale aveva fondato l'Orchestra Mozart di cui divenne direttore musicale e artistico. 
Nel 2005 iniziò a collaborare con l'Orquesta Simon Bolivar, che fa parte del famoso sistema delle orchestre venezuelane portato avanti da 30 anni da Josè Antonio Abreu, e che vede coinvolti 400mila giovani musicisti e da cui escono talenti come Gustavo Dudamel o Diego Matheuz
Da tempo malato, diresse a Lucerna il suo ultimo concerto, nell'agosto del 2013. 
Vorremmo ricordarlo con la spassosissima interpretazione di Pierino e il lupo (1, 2, 3 e 4assieme a Roberto Benigni.
Addio Maestro!

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