venerdì 17 gennaio 2014

Il ratafià



(foto da internet)

Il termine ratafià, denominato localmente anche ratafia o rataffia, indica qualsiasi tipo di liquore composto da un infuso a base di succhi di frutta e alcool. 
Molto noto è il ratafià piemontese,  prodotto su tutto l'arco alpino.  
Storica è la produzione ad Andorno Micca, un paese della provincia di Biella, dove già nel 1600 il ratafià veniva prodotto nel monastero di Santa Maria della Sala. 
Successivamente la lavorazione divenne caratteristica di alcune famiglie del paese, e, dal 1880, nel borgo ha sede la storica fabbrica Cav. Giovanni Rapa
Molto importante è anche la produzione del ratafià prodotto nell'Antica Distilleria Alpina Bordiga di Cuneo, risalente al 1888.



(foto da internet)

In Abruzzo, il ratafià è un liquore diffuso in tutta la regione a base di amarene e di vino rosso ottenuto da uve del vitigno Montepulciano. 
È tradizionalmente prodotto ponendo, in proporzioni variabili secondo la ricetta locale, amarene mature intere o snocciolate e zucchero dentro recipienti di vetro esposti al sole per circa 30 giorni, al fine di favorire la fermentazione. 
Al prodotto così ottenuto si aggiunge poi il vino rosso, lasciando macerare e agitando periodicamente il tutto per almeno altri 30 giorni, ma si può arrivare anche a 5-6 mesi. 
Il prodotto è poi filtrato e imbottigliato. In alcuni casi dopo la filtrazione si aggiunge dell’alcool per aumentarne la gradazione. 
In Ciociaria, nella zona vicina all'Abruzzo, viene aggiunta anche qualche goccia di caffè insieme alla cannella ed alla vaniglia. Se ne ricava un liquore dal gusto dolce e piacevole, con una gradazione alcolica variabile secondo la tecnica di produzione: da 7-14% vol. a 20-22% vol. con l’aggiunta di alcool. Il colore è rosso più o meno intenso e ha l’odore caratteristico di amarene e frutti di bosco. 


(foto da internet)

È normalmente consumato giovane, per apprezzarne la maggiore freschezza degli aromi. La preparazione e l’uso del ratafià rientrano nella secolare tradizione contadina tramandata di generazione in generazione. 
Il liquore era usato per sancire gli accordi commerciali o la stipula di atti notarili e legali al termine delle trattative.
Il ratafià è stata uno dei liquori principi del '700 e dell' '800. 
Si producono bevande simili in altri paesi europei, specialmente in Spagna, Francia e Svizzera. Il ratafià catalano è quasi la bevanda nazionale al nord della Catalogna.


(foto da internet)

Il termine ratafià potrebbe derivare dal latino rata fiat (da cui l'italiano ratificato, e il francese ractifié), col significato approssimativo di si decida, evidentemente allusiva alla bevuta di questo liquore come suggello di un contratto verbale, atto sostitutivo della più comune stretta di mano.
In piemontese rata fià significa gratta fiato.
Il ratafià è anche citato in una famosa canzone di Paolo Conte: Diavolo Rosso.

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