lunedì 4 febbraio 2013

Polpette (di saggezza linguistica XX)



(Fregnacce. Foto da internet)

Cari chiodini, la polpetta di quest'oggi è doppia: vi proponiamo i termini balla e fregnaccia. Qualche mese fa, il quotidiano La stampa, a pubblicato una serie di panzane che girano da sempre: lo struzzo che infila la testa nella sabbia, l'alocol uccide le cellule celebrali, e chi più ne ha, più ne metta. 
Orbene, balla e fregnaccia, usate in un registro colloquiale, possono essere considerati sinonimi col valore di sciocchezza, fandoniascemenza




(Balla. Fota da internet)


Balla, in italiano, in proprietà, designa un grosso pacco di merci perlopiù di forma e peso predeterminati. Ad esempio, una balla di fieno, di cotone, ecc. 
Fregnaccia, invece, è un termine proveniente dal dialetto romanesco che identifica una vivanda della Roma poverissima: si fa una pastella con acqua, farina e sale. Si mette a cuocere in padella, con olio bollente, rigirando di quando in quando. Si ottiene così una frittella che viene cosparsa di zucchero oppure pecorino; poi, la frittella si piega congiungendo un punto del cerchio al centro, e poi piegando di nuovo. 
Le fregnacce, sono una prelibatezza inenarrabile ma, vista la pochezza degli ingredienti e la facilità della preparazione, sono, appunto, cibo di poco conto.
 

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