lunedì 7 febbraio 2011

Oltre lo stereotipo



[…] Di Enric González non ero lettore. Vedevo le sue colonne su “El País”, ma la mia curiosità non era mai abbastanza forte da integrare i suoi scritti tra le mie letture abituali. Fino a quando non mi è capitato tra le mani il suo libro “Storie di New York”. La parola vertigine non è esagerata. Esistono quasi tanti libri sulle città quante le stelle iin cielo, ma, che io sappia, nessuno è come questo. Credevo di conoscere sufficientemente Manhattan e i suoi dintorni, ma la dimensione del mio inganno mi è apparsa chiara subito alle prime pagine del libro. Poche letture mi hanno dato tanto piacere in questi ultimi anni. […]

Tratto da Otros cuadernos de Saramago

È un peccato che Saramago, scomparso il 18 giugno dello scorso anno, non abbia avuto la possibilità leggere Historias de Roma, l’ultimo libro di González… Chissà quali sarebbero state le sue impressioni su questo libro meraviglioso! González, correspondente de El País a New York, Washington, Londra, Roma e attualmente a Tel Aviv, ha un merito raro: quello di riuscire ad andare oltre la superficie e di trascendere i luoghi comuni, soprattutto trattandosi di un paese conosciuto dalla maggior parte degli stranieri soprattutto grazie agli stereotipi.







Forse è proprio per questo sguardo, che va oltre questa miriade di luoghi comuni, che un italiano non stenta affatto a riconoscersi nella descrizione che il giornalista catalano fa degli abitanti del belpaese, come dimostra questo estratto di un post di Rotta a Sud Ovest:

[…] Enric González ha pubblicato un altro libro delizioso sui suoi anni romani. Si intitola Historias de Roma e viene da pensare che sarà imprescindibile per la prossima visita alla capitale italiana. Nelle poco più di 120 pagine González porta nelle strade romane, tra barbieri e calzolai de toda la vida che danno al centro romano una calda atmosfera di quartiere in cui tutti si conoscono, perduta nelle altre capitali. Si muove tra Campo de Fiori e piazza Navona e indica quell'edicola il cui proprietario è "il tipico uomo di sinistra italiano (definizione: uomo permanentemente incazzato con i politici di sinistra)". Solo per questa frase, che fa il paio con quell'articolo in cui tempo fa sosteneva che il vero inno degli italiani non è Fratelli d'Italia, ma Azzurro, ha tutta la mia simpatia. Nei suoi cinque anni italiani è davvero andato oltre gli stereotipi e non lo fanno tutti. Ricordo un suo collega spagnolo, anche lui corrispondente da Roma, che dopo due anni nella capitale non aveva mai sentito parlare di Roma nun fa' la stupida stasera (ma che ci stai a fare a Roma, allora?!).

In Historias de Roma racconta del miglior caffè del mondo, il Caffè San Eustachio, di una delle piazze più belle del mondo, quella del Pantheon, della Biblioteca Casanatense, "che fu una delle migliori del mondo fino al XVIII secolo" e che è "uno dei prodigi romani meno conosciuti". E si perde estasiato davanti a una nevicata romana, svelando uno dei segreti meglio custoditi dalla città; se in una delle rare volte in cui nevica nella capitale ci si trova lì, bisogna correre al Pantheon: "entrate e guardate il tetto, il buco della cupola. I fiocchi entrano nel tempio e rimangono sospesi girando nell'aria. Solo questo. Forse avrete occasione di contemplare uno spettacolo più sublime, ma dubito sia in questa vita. […]

Capirete allora perché una tantum vi consigliamo un libro scritto in spagnolo, ma che vi aiuterà sicuramente a conoscere un po' meglio gli italiani.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Lo ho letto. È interessante. E ho anche letto Historias del calcio, molto buono!
Vicente

Anonimo ha detto...

Deve essere un libro interessante ... però il caffè di Sant'Eustachio non è affatto buono. Sa di bruciato e lo servono già zuccherato, è impossibile berlo amaro; inoltre è immeritatamente carissimo. Ci sono tanti bar che servono caffè molto migliori e ad un prezzo ragionevole.
:-)
Mafalda