Frank Mershberger, un chirurgo statunitense è stato il primo a notare dei particolari inquietanti nella Cappella Sistina: la figura di Dio avvolto in un mantello rispecchia la forma della sezione cerebrale. Suggerisce inoltre che in una tunica dell’affresco sulla Creazione di Adamo sia nascosto un cervello completo e anatomicamente corretto. La tesi di Mershberger viene ribadita dai ricercatori della Johns Hopkins University School of Medicine (USA) che hanno pubblicato un articolo sulla prestigiosa rivista Neurosurgery che dimostra la presenza di cervelli e midolli spinali nascosti negli affreschi della volta.
È possibile che Michelangelo, genio ribelle contro il potere ipocrita e autoritario della Chiesa, abbia voluto nascondere proprio nel tempio simbolo della cristianità, nonché del potere ecclesiastico, un messaggio-denuncia usando dettagli anatomici del sistema nervoso come metafore? Ian Suk e Rafael Tamargo ricercatori del team della Johns Hopkins University School of Medisine ne sono sicuri e illustrano le loro osservazioni con tavole dettagliate. Nel dipinto, Dio, avvolto in un fluente drappeggio rosso è visto dal basso e offre la gola allo spettatore. Proprio i solchi del muscoloso collo di Dio nasconderebbero i contorni di un tronco encefalico umano (incluse alcune porzioni di midollo spinale, del ponte, del lobo temporale e altre strutture sub corticali).
Il collo degli altri personaggi nell’affresco, più o meno nella stessa posizione di Dio, è molto più liscio, per questo motivo le irregolarità su quello della divinità non possono essere accidentali, spiega il medico. Un’altra coincidenza sospetta, continua, è che, benché nel complesso i soggetti nella scena ricevano luce da sinistra, dal basso verso l’alto, la gola di Dio invece è illuminata da destra, dall’alto verso il basso. Con questo espediente, continua Tamargo, Michelangelo avrebbe voluto sottolineare quel particolare nel dipinto. Questa e altre considerazioni hanno convinto i due autori che le loro osservazioni non sono accidentali: Michelangelo ha voluto nascondere di proposito una rappresentazione neuroanatomica nell’affresco. Troppo perfetti quei suoi corpi dipinti per non far apparire quanto meno "strani" certi suoi "errori" banali che se fossero veri sarebbero banali, quasi da principianti. E infatti dietro quelle che appaiono come incongruenze ed errori, si celano in realtà particolari neuro-anatomici altrettanto perfetti. Un tronco encefalico e un midollo spinale degni di un esperto conoscitore di aspetti e dettagli di anatomia proprio nella raffigurazione di Dio.
Ma perché il grande artista del XVI secolo avrebbe fatto una cosa del genere? L'abitudine di molti artisti di dissezionare cadaveri a scopo conoscitivo era noto e, anche se non visto particolarmente bene e in qualche caso combattuto, non era comunque motivo sufficiente per pensare che Michelangelo abbia dovuto sperimentare gli effetti sulle sue abilità artistiche nascondendo questi particolari neuro-anatomici fuori contesto. Il significato che gli si attribuisce porta dritto a un messaggio inquietante che il genio ribelle avrebbe magistralmente scomposto e disseminato nel lavoro che l'allora Papa gli commissionò per la Cappella Sistina. Ne parlano in particolare due libri: il più recente, I segreti della Sistina. Il messaggio proibito di Michelangelo, uno dei bestseller nella classifica del New York Times, scritto dal rabbino Benjamin Bleach, professore associato alla Yeshiva University di New York, e da Roy Doliner, guida vaticana dimostra che le figure disperse nel dipinto, sono in realtà rappresentazioni di lettere dell'alfabeto ebraico.
Stimolati da queste e altre "coincidenze", Doliner e Blech hanno unito le loro forze per dimostrare che le immagini dell'affresco collocato nel cuore della cristianità non sono affatto la summa del pensiero cristiano, ma, al contrario, secondo loro celano
Doliner e Blech portano quindi alla luce questo nuovo messaggio di questo genio ribelle in lotta perenne contro un potere ipocrita e autoritario con un'indagine storica condotta con rigore e passione che è al tempo stesso anche un racconto incalzante.
L'altro volume, La Sistina svelata. Iconografia di un capolavoro di Heinrich Pfeiffer (Jaca Book, 2007) si concentra invece sull'iconografia della Cappella Sistina partendo dalle pareti laterali dipinte fra gli altri da Botticelli, Perugino, Signorelli e del lavoro michelangiolesco nella volta, nelle lunette per arrivare infine alla parete del Giudizio Universale di Michelangelo.
Tutto ha inizio da una visita alla Cappella Sistina alla fine degli anni '50, all'epoca dei suoi studi universitari, quando padre Pfeiffer notò un affresco di Michelangelo, precisamente quello con “Noé deriso”, che presentava una stretta correlazione con l'affresco parietale di Cosimo Rosselli, posto perpendicolarmente al di sotto di quella scena.
Successivamente, le lunghe ricerche compiute nella letteratura teologica patristica e medievale per giugere all'esatta e corretta interpretazione di tutti gli affreschi della Cappella lo portarono ad ad affermare che il dipinto sia:
La pubblicazione è, però, anche l'occasione per mostrare la Sistina con un'eccezionale abbondanza di particolari in modo che questo scrigno d'arte "decodificato" nei significati e persino nell'uso dei colori di ciascuna scena.
È possibile che Michelangelo, genio ribelle contro il potere ipocrita e autoritario della Chiesa, abbia voluto nascondere proprio nel tempio simbolo della cristianità, nonché del potere ecclesiastico, un messaggio-denuncia usando dettagli anatomici del sistema nervoso come metafore? Ian Suk e Rafael Tamargo ricercatori del team della Johns Hopkins University School of Medisine ne sono sicuri e illustrano le loro osservazioni con tavole dettagliate. Nel dipinto, Dio, avvolto in un fluente drappeggio rosso è visto dal basso e offre la gola allo spettatore. Proprio i solchi del muscoloso collo di Dio nasconderebbero i contorni di un tronco encefalico umano (incluse alcune porzioni di midollo spinale, del ponte, del lobo temporale e altre strutture sub corticali).
Il collo degli altri personaggi nell’affresco, più o meno nella stessa posizione di Dio, è molto più liscio, per questo motivo le irregolarità su quello della divinità non possono essere accidentali, spiega il medico. Un’altra coincidenza sospetta, continua, è che, benché nel complesso i soggetti nella scena ricevano luce da sinistra, dal basso verso l’alto, la gola di Dio invece è illuminata da destra, dall’alto verso il basso. Con questo espediente, continua Tamargo, Michelangelo avrebbe voluto sottolineare quel particolare nel dipinto. Questa e altre considerazioni hanno convinto i due autori che le loro osservazioni non sono accidentali: Michelangelo ha voluto nascondere di proposito una rappresentazione neuroanatomica nell’affresco. Troppo perfetti quei suoi corpi dipinti per non far apparire quanto meno "strani" certi suoi "errori" banali che se fossero veri sarebbero banali, quasi da principianti. E infatti dietro quelle che appaiono come incongruenze ed errori, si celano in realtà particolari neuro-anatomici altrettanto perfetti. Un tronco encefalico e un midollo spinale degni di un esperto conoscitore di aspetti e dettagli di anatomia proprio nella raffigurazione di Dio.
Ma perché il grande artista del XVI secolo avrebbe fatto una cosa del genere? L'abitudine di molti artisti di dissezionare cadaveri a scopo conoscitivo era noto e, anche se non visto particolarmente bene e in qualche caso combattuto, non era comunque motivo sufficiente per pensare che Michelangelo abbia dovuto sperimentare gli effetti sulle sue abilità artistiche nascondendo questi particolari neuro-anatomici fuori contesto. Il significato che gli si attribuisce porta dritto a un messaggio inquietante che il genio ribelle avrebbe magistralmente scomposto e disseminato nel lavoro che l'allora Papa gli commissionò per la Cappella Sistina. Ne parlano in particolare due libri: il più recente, I segreti della Sistina. Il messaggio proibito di Michelangelo, uno dei bestseller nella classifica del New York Times, scritto dal rabbino Benjamin Bleach, professore associato alla Yeshiva University di New York, e da Roy Doliner, guida vaticana dimostra che le figure disperse nel dipinto, sono in realtà rappresentazioni di lettere dell'alfabeto ebraico.
Stimolati da queste e altre "coincidenze", Doliner e Blech hanno unito le loro forze per dimostrare che le immagini dell'affresco collocato nel cuore della cristianità non sono affatto la summa del pensiero cristiano, ma, al contrario, secondo loro celano
un messaggio rivoluzionario, e per quei tempi eretico, rimasto incompreso per secoli, influenzato dagli studi cabalistici di Michelangelo. Con un codice che fa largo uso della simbologia ebraica e neoplatonica, il grande artista volle infatti esprimere un violento attacco alla corruzione della Chiesa, una nuova concezione della sessualità e l'idea della fratellanza universale tra le religioni.
Doliner e Blech portano quindi alla luce questo nuovo messaggio di questo genio ribelle in lotta perenne contro un potere ipocrita e autoritario con un'indagine storica condotta con rigore e passione che è al tempo stesso anche un racconto incalzante.
L'altro volume, La Sistina svelata. Iconografia di un capolavoro di Heinrich Pfeiffer (Jaca Book, 2007) si concentra invece sull'iconografia della Cappella Sistina partendo dalle pareti laterali dipinte fra gli altri da Botticelli, Perugino, Signorelli e del lavoro michelangiolesco nella volta, nelle lunette per arrivare infine alla parete del Giudizio Universale di Michelangelo.
Tutto ha inizio da una visita alla Cappella Sistina alla fine degli anni '50, all'epoca dei suoi studi universitari, quando padre Pfeiffer notò un affresco di Michelangelo, precisamente quello con “Noé deriso”, che presentava una stretta correlazione con l'affresco parietale di Cosimo Rosselli, posto perpendicolarmente al di sotto di quella scena.
Successivamente, le lunghe ricerche compiute nella letteratura teologica patristica e medievale per giugere all'esatta e corretta interpretazione di tutti gli affreschi della Cappella lo portarono ad ad affermare che il dipinto sia:
un vero e proprio programma filosofico-teologico che anticipa e determina l'intera storia degli affreschi della Sistina, dagli artisti quattrocenteschi sino al lavoro di Michelangelo. Si tratta di un programma iconografico unitario formulato dai teologi di Sisto IV, in pieno Quattrocento, e poi seguito dallo stesso Michelangelo molti anni dopo.
La pubblicazione è, però, anche l'occasione per mostrare la Sistina con un'eccezionale abbondanza di particolari in modo che questo scrigno d'arte "decodificato" nei significati e persino nell'uso dei colori di ciascuna scena.
3 commenti:
E sapete anche se nel libro viene specificato il significato dei simboli ebraici o vengono avallate ipotesi che seppur azzardate sono affascinantissime?
Certo che per quanto camperanno gli americani ci invidieranno i maestri del passato senza neppur poter pensare ad equipararli con la fantasia! E ci sputano l'anima per studiarli. L'invidia e' potente pero'!
(MariaSyb)
Interessante, il libro lo hanno tradotto in spagnolo?
Vicente
In spagnolo i libri si intitolano
"La Capilla Sixtina: iconografía de una obra maestra" e "Los secretos de la Capilla Sixtina"
Posta un commento