venerdì 3 settembre 2010

Me ne frigo


(foto da La Stampa)

Il filosofo Ludwig Feuerbach diceva che siamo quello che mangiamo. E allora..., per dirla in tempi contemporanei, siamo anche quello che abbiamo e condividiamo nel nostro frigo, tra convivenze e comunità virtuali, dove un frigo diventa la stanza comune dei gusti propri e altrui, spazio di incontro e scontro, tra confezioni, monoporzioni e ripiani sezionati. Ovvero unal ente di rapporti che si consumano in stanze nettamente distinte, specchio di famiglie naturali o di convenienza economica.

Quindi il frigorifero, in cucina, è un elemento indispensabile per esprimere la personalità degli abitanti della casa, ha quel non so che che, in un secondo, dice chi è colui, colei o coloro che vivono nella cucina che Lui sovrasta, fulcro della condivisione degli spazi e dei gusti. Chi non ha un frigo tappezzato di calamite, foto o cartoline? O chi non riempie il frigo di post-it per ricordarsi di quello di cui proprio non ci si può dimenticare?




(foto da La Stampa)


L'elettrodomestico è diventato una sorta di spazio espositivo che rispecchia la vita di chi lo usa, e ne fornisce un'interpretazione quasi sempre sincera. Non è più un semplice elettrodomestico: il frigorifero è un vero e proprio termometro delle relazioni tra i coabitanti del focolare domestico.

Insomma una vita vista dal frigorifero. E da questo presupposto nasce l'idea di «Me ne Frigo», concorso per frigoriferi emergenti», organizzato dall'Associazione Fea, sotto la direzione artistica di Francesca Lonardelli, nella Torino capitale dei giovani del 2010. Paratissima ha scelto come tema per la sua sesta edizione la «Cucina» e l'idea ha preso piede.




(foto da La Stampa)

Attenzione, però, perché non si limita solo alla superficie esterna, il concorso vuole curiosare anche tra scaffali, scomparti e ripiani: all'interno si può scoprire l'organizzazione degli spazi e della spesa, metafora perfetta delle dinamiche della coabitazione. Ci sono scatti o momenti che raccontano storie, relazioni, regole e modalità di convivenza, e ci possono essere diversi piani di lettura.

Fino a qualche anno fa la coabitazione era principalmente una scelta degli studenti fuori sede, oggi coinvolge una fetta maggiore della popolazione e nasce spesso dalla necessità di contenere le spese.

1 commento:

Anonimo ha detto...

benvenuti! E' meglio che il mio frigorifero non si veda.
Vicente