
Guardate cosa succedeva con le diecimila lire, quando non uscivano direttamente dalla Zecca!!!
Guardate cosa succedeva con le diecimila lire, quando non uscivano direttamente dalla Zecca!!!
Gli antichi Romani dicevano: «esistono quattro ragioni per bere vino: l’arrivo di un amico; la sete; l’eccellenza del vino; qualsiasi altra ragione». Mentre un paralogismo medioevale attribuito a un monaco tedesco, non certo astemio, recitava così: "Qui bene bibit bene dormit, qui bene dormit non peccat, qui non peccat vadit in caelum, ergo qui bene bibit vadit in caelum!" (Chi beve bene dorme bene, chi dorme bene non pecca, chi non pecca va in cielo, quindi chi beve bene va in cielo!).
In vino veritas, invece, è un proverbio latino, attribuito a Plinio il Vecchio, dal significato letterale: «nel vino c'è la verità». Il significato di questo proverbio è che quando qualcuno ha bevuto un po’ troppo, può rivelare cose che da sobrio non direbbe mai.
Centinaia sono i detti legati al vino, in ogni periodo storico: tutti testimoniano il legame della “bevanda sacra”, protetta nell’antichità dal dio Bacco con la qualità e i piaceri della vita.
Adesso tocca a voi! Potreste scriverci cosa significano i seguenti proverbi?
Conoscete qualche altro proverbio, in italiano o nella vostra lingua, relativo al vino?
(William Fettes Douglas, L'alchimista)
Il termine alchimia deriva dall'arabo al-kimiya o al-khimiya (الكيمياء o الخيمياء), dall'articolo al- e la parola greca khymeia (χυμεία) che significa "fondere", "colare insieme". Un'altra etimologia lo collega con il termine cinese kim-iya che significa "succo per fare l'oro". Gli alchimisti furono i precursori degli attuali chimici e perseguivano la pietra filosofale che li avrebbe portati a creare la panacea universale, a conquistare l'onniscienza e a trasmutrare i metalli in oro e argento.
La trasmutazione dei metalli in oro simbolizza un tentativo di arrivare alla perfezione. Gli alchimisti credevano che l’universo stesse tendendo verso uno stato di perfezione e l'oro era considerato la più perfetta delle sostanze, in quanto incorruttibile. Era anche logico pensare che riuscendo a svelare il segreto dell'immutabilità dell'oro si sarebbe ottenuta la chiave per vincere le malattie ed l’invecchiamento. La scienza dell'alchimia ebbe una notevole evoluzione nel tempo, iniziando quasi come un'appendice metallurgico-medicinale della religione, trasformandosi nel misticismo ed alla fine fornendo alcune delle fondamentali conoscenze empiriche nel campo della chimica e della medicina moderne. Il declino dell'alchimia fu causato dalla nascita della scienza moderna con i suoi richiami a rigorose sperimentazioni scientifiche.
Ma l’alchimia non è sparita del tutto, nel corso degli anni è stata uno dei temi letterari preferiti da molti autori come Gabriel García Márquez che in Cent’anni di solitudine racconta le vicende di un alchimista chiamato Melquíades, Paulo Coelho ha intitolato un suo famoso romanzo L’alchimista, anche Umberto Eco parla di questa pseudoscienza ne Il pendolo di Focault e, infine, J.K.Rowling ha intitolato il suo primo libro Harry Potter e la pietra filosofale (vedi).
Fatica d'amore, tristezza,tu chiami una vitache dentro, profonda,ha nomi di cieli e giardini.E fosse mia carneche dono di male trasforma.
Quando entro in casa e sento musica, so che ci sei, perché sei fatto di musica. Come per sua madre, tua madre era di jazz; e per mio padre, io teatro e penna. Tua madre è ancora jazz, io sono ancora penna: spero che tu resti musica ogni giorno.
Il linguaggio, le frasi e il modo di utilizzarle è qualcosa che ho ereditato da mio padre. Da quando ero piccolo, è stato lui che con il suo modo di giocare con le parole mi ha abituato alla mobilità e alle mille possibilità che la lingua permette. Non mi considero un 'cantante' e sicuramente non un bravo cantante. Mi piace scrivere, in qualunque forma, non necessariamente solo quella musicale, anche per il teatro, il cinema o altro ancora.
Nonostante sia dichiaratamente di sinistra, addirittura comunista, impegnato e per niente leggero, quando pubblica un disco o si presenta al Festival di Sanremo, conquista tutti, vince premi di critica e giuria e occupa le vette delle classifiche e i palinsesti di tutte le maggiori radio commerciali. Il suo stile inconfondibile, versatile ed ironico, si materializza nell'eterogeneità dei temi trattati nelle sue canzoni e nei diversi ritmi, con una chiara preferenza per le sonorità latinoamericane, che fanno da sottofondo alle storie:
Il mio nemico (leggi), sui diritti umani cantata insieme al gruppo Inti Illimani, icona della canzone di lotta;
Gino e l'Alfetta (leggi, vedi), inno ufficiale del Gay Pride 2007; La paranza (leggi, vedi), surreale sfogo autobiografico; A me ricordi il mare, (leggi, vedi) leggera e malinconica, in collaborazione con Andrea Leuzzi, in arte Bove, cantante dei bravissimi Otto Ohm; la coinvolgente ed autoironica Salirò (leggi, vedi). Per vedere altri video di questo cantautore, clicca qui,
(foto da internet)
Cari chiodini vicini e lontani, abbiamo il piacere di farvi conoscere dei musicisti non molto noti in Spagna: Stefano Bollani e
Stefano Bollani è un pianista e compositore un po' sui generis. Con una formazione classica, Bollani si è dedicato, con grande succeso, alla performance teatrale, uno spazio in cui il pianoforte entra in diretto rapporto con il pubblico. Bollani ha rivolto, in questi ultimi anni, la sua attenzione al mondo del jazz, rivisitandolo da maestro, con pieghe d'ingegno e d'umore. Bollani canta e parodia, intrattiene il pubblico, fonde culture diverse, sotto-culture, contro-culture, sui tasti del suo pianoforte. Pianista di grandissimo talento, mescola l'altissimo livello tecnico con l'improvvisazione in un fantastico equilibrio tra il serio e il faceto a metà strada tra il jazz e il ragtime, la canzone italiana e la musica popolare. I suoi spettacoli sprigionano ironia e intelligenza, il riso arguto e il surrealismo. Vi proponiamo alcuni brani interpretati da Stefano Bollani:
Buon divertimento!!!!