(foto da internet)
Ci siamo! Siamo in pieno Carnevale. Ieri si è celebrato il Giovedì grasso che si chiama in questo modo perché è l'ultimo giovedì prima dell'inizio della Quaresima.
In Piazza San Marco, a Venezia, si usava festeggiare, in questo giorno, un'importante vittoria: quella della Serenissima sul patriarca Ulrico, che aveva approfittato della guerra tra Venezia, Ferrara e Padova per attaccare Grado, costringendo il patriarca Enrico Dandolo a fuggire.
Per celebrarla si stabilì che ogni giovedì di Carnevale fabbri e macellai avrebbero dovuto mozzare le teste ai tori, come metafora di liberazione dagli ostacoli. Successivamente si iniziò a celebrare questa giornata con giochi e eventi speciali, tra cui l'antecedente del celeberrimo Volo dell'Angelo.
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La seconda domenica del Carnevale di Venezia, si teneva il famoso Volo dell'Angelo, un evento con una tradizione molto antica e persino tragica. Infatti, verso la metà del '500, durante il Carnevale, un giovane acrobata turco riuscì, aiutato solo da un bilanciere, ad arrivare alla cella campanaria del campanile di San Marco camminando sopra una lunghissima fune che partiva da una barca ancorata sul molo della Piazzetta. Nella discesa, invece, raggiunse la balconata del Palazzo Ducale, porgendo gli omaggi al Doge.
Dopo questa spettacolare impresa, subito denominata Svolo del turco, l'evento fu richiesto e programmato come cerimonia ufficiale di apertura anche per le successive edizioni, con tecniche simili e con forme che con gli anni subirono numerose varianti.
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Nel 1759 l'esibizione finì in tragedia: l'acrobata si schiantò al suolo tra la folla inorridita. Probabilmente a causa di questo grave incidente, l'evento, svolto con queste modalità, fu vietato. Da quel momento il programma si svolse sostituendo l'acrobata con una grande colomba di legno che, nel suo tragitto, partendo sempre dal campanile, liberava sulla folla fiori e coriandoli.
Lo Svolo del turco subì diverse modifiche. Per molti anni, fu fatto scendere dal campanile un uomo vestito con delle ali e legato ad una fune con anelli metallici. Veniva fatto scendere a grande velocità fino alla loggia del Palazzo Ducale. Qui riceveva dal Doge dei doni o delle somme di denaro. Da questa modifica venne coniato il nome Volo dell’angelo.
Dopo la tragica caduta del 1759, e la sostituzione dell'acrobata con una grande colomba di legno il volo fu chiamato il Volo della Colombina.
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Il Volo dell’Angelo (vedi>>) fu reintrodotto nelle edizioni moderne del Carnevale di Venezia e, a partire dal 2001, il Volo della Colombina è ritornato ad essere il Volo dell’Angelo. La colomba in legno è stata sostituita da una persona, riportando in vita l’antico rito di omaggiare il Doge che proclama l’inizio del Carnevale di Venezia. Nelle edizioni recenti del Volo dell'Angelo viene scelta una donna, la vincitrice del concorso fra le cosiddette 12 Marie, per ridare vita all'antico rito. La manifestazione delle 12 Marie, rievoca, in chiave moderna, il rapimento e la liberazione di dodici promesse spose ai tempi del Doge Pietro Candiano III (1039). All’inizio del IX secolo, infatti, il 2 febbraio di ogni anno, giorno della purificazione di Maria, le dodici più belle fanciulle del popolo scelte a rappresentare la città si radunavano insieme ai loro promessi sposi nella chiesa di S. Pietro di Castello per ricevere la benedizione nuziale.
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