lunedì 4 marzo 2019

4 marzo 1943





4 Marzo 1943 è una canzone di Lucio Dalla, incisa nel 1971 e scritta da Paola Pallottino, figlia del più grande etruscologo italiano Massimo Pallottino, all'epoca poetessa dilettante e poi divenuta docente di Storia dell'Illustrazione al DAMS di Bologna. Presentata per la prima volta al Festival di Sanremo del 1971, insieme al gruppo Equipe 84, fu la rivelazione dell'edizione del Festival di quell'anno, dove si classificò al terzo posto e si aggiudicò il Premio della Giuria al miglior testo.





(foto da internet)


Il titolo è la vera data di nascita del compianto cantautore bolognese e narra la storia di una ragazza madre che aveva avuto un figlio con un soldato alleato che poi morirà in guerra. Il brano, prima di essere stato ammesso al Festival di Sanremo, fu oggetto di modifiche da parte della censura. Il titolo originale, era, infatti, Gesù Bambino, ma venne giudicato irrispettoso, per cui il maestro Ruggero Cini l'aveva sostituito con la data di nascita di Dalla che era, appunto, il 4 marzo 1943. Anche alcune parti del testo furono giudicate inadeguate. In particolare, la frase che concludeva il brano: e anche adesso che bestemmio e bevo vino, per i ladri e le puttane sono Gesù Bambino (ascolta>>) fu modificata con questa: e ancora adesso che gioco a carte e bevo vino, per la gente del porto mi chiamo Gesù Bambino





(foto da internet)


Il brano ottenne un successo notevole e fu interpretato in francese da Dalida, col titolo Jésus bambino, e da Chico Buarque de Hollanda, con il titolo Minha história (ascolta >>), di cui Maria Bethânia fece una bellissima versione (ascolta>>).
L'autrice del testo, Paola Pallottino, spiegò che il brano Gesù bambino voleva essere una specie di risarcimento a Lucio Dalla che era rimasto orfano all’età di sette anni. 
La copertina del 45 giri con cui fu lanciato il disco, rappresenta, in bianco e nero, il porto di Manfredonia, dove Dalla trascorreva le vacanze. Nella foto c'è una freccia che indica dove il cantautore soggiornò con la madre nella località pugliese.



(foto da internet)

Il brano appare, ancor oggi, assai lontano dai canoni del Festival di Sanremo: ha, infatti, quattro strofe uguali e un orecchiabile ritornello di violino suonato da Renzo Fontanella. La canzone fu inserita da Lucio Dalla nell'album Storie di casa mia.
A sette anni dalla morte del cantautore bolognese, vorremmo ricordarlo in questo modo.
Buon ascolto!

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