(foto da internet)
Ha aperto i battenti il 7 dicembre a Palazzo Fava, a Bologna, la mostra Sturmtruppen. 50 anni, dedicata alla famosa striscia di Bonvi, con oltre 200 opere dell'artista modenese. La mostra è stata curata dalla figlia del fumettista, Sofia Bonvicini e da Claudio Varetto. L'allestimento ricrea anche lo studio bolognese del fumettista, di cui si possono ammirare gli strumenti del mestiere racchiusi in una teca: gomme, pennini, inchiostri, il timbro e il posacenere.
Bonvi, al secolo Franco Bonvicini (Modena, 1941– Bologna, 1995), è il nome d'arte di un fumettista italiano, noto soprattutto per aver ideato e realizzato la serie di fumetti a strisce Sturmtruppen, dal 1968 al 1995, anno della sua morte, una raffigurazione satirica della seconda guerra mondiale.
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Strurmtruppen fu il primo fumetto italiano realizzato nel formato a strisce giornaliere e, per molto tempo, ha goduto di vasta popolarità non solo in Italia, dove venne pubblicato su diversi giornali, riviste e libri, ma anche all'estero dove è stato tradotto in undici lingue diverse tra cui il russo, divenendo il primo fumetto straniero mai pubblicato nell'allora Unione Sovietica. Al fumetto si ispirarono due omonimi lungometraggi (vedi>>).
Bonvi iniziò a lavorare nel mondo dei film d'animazione nel 1966, quando partecipò alla realizzazione di un noto cortometraggio apparso nella trasmissione Carosello, Salomone pirata pacioccone (vedi>>), che pubblicizzava gli sciroppi Fabbri.
Nel 1967 prese parte a un concorso indetto dal quotidiano Paese Sera per il quarto Salone dei Comics di Lucca, che vinse presentando la striscia Sturmtruppen, parodia della vita militare e del nazismo, con il quale introdusse il formato delle strisce a fumetti statunitensi in Italia (vedi>>).
Successivamente iniziò una lunga collaborazione con le Edizioni Alpe, per le quali creò, tra l'altro, il personaggio di Cattivik, parodia dei cosiddetti fumetti neri, e Capitan Posapiano. Dal 1970 pubblicò sulla rivista Psyco le Storie dello spazio profondo su testi di Francesco Guccini.
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In quegli anni Bonvi, realizzò un programma televisivo che fece epoca: Gulp!, che andò in onda dal 1972 e successivamente Supergulp! (vedi>>).
Bonvi, insieme al regista De Maria, creò per l'occasione un nuovo personaggio: Nick Carter, un investigatore privato impegnato a risolvere, insieme ai collaboratori Ten e Patsy, intricati casi che spesso avevano come responsabile l'arcinemico Stanislao Moulinsky.
La sua ultima opera è La città, una sceneggiatura disegnata da Giorgio Cavazzano, uscita postuma nello stesso anno della sua morte nella serie I Grandi Comici del Fumetto. Bonvi morì a soli 54 anni in un incidente stradale a Bologna.
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Le storie delle Sturmtruppen, senz’altro la migliore creazione di Bonvi, colpiscono il lettore con i loro soldaten tedesken, con quel reparto d’assalto tedesco che combatte un’eterna guerra piena di situazioni paradossali fatte di battute, dove anche la morte può far ridere. La striscia è nata in un’osteria di Modena e la leggenda vuole che le prime vignette di Sturmtruppen, intrise dell’atmosfera del '68 antisistema e pacifista, siano state disegnate su una tovaglia.
Sturmtruppen è un vero e proprio fenomeno sociologico: perché fa ridere? In primis per la lingua: Bonvi fa parlare i suoi soldati con un improbabile italiano-tedesco in cui le parole finiscono con in -en e le v diventano f (Cosa defo faren?). L'assurda retorica degli alti comandi della Wehrmacht viene smontata quando appare l’uffizialen superioren o il sottotenenten di komplementen. Lo scopo era quello di ridicolizzare i nazisti e tutte le esasperazioni del militarismo ottuso; ce n'è anche per gli italiani: uno dei personaggi più divertenti è il fiero alleaten Galeazzo Musolesi...
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I soldati di Bonvi combattono un'eterna guerra di trincea, assurda, insensata, proprio come le guerre vere. Il sergenten è un sadico e allo stesso tempo ridicolo, il cuoken cucina da far schifo, gli eroiken portaferiten sono maldestri e riescono a peggiorare le condizioni dei commilitoni feriti. C’è anche la piccola fedetta prussianen, del tutto inutile dato che non vede mai niente.
Le storie di Bonvi hanno un tratto inconfondibile, fanno ridere in un contesto cupo attraverso situazioni ciniche e surreali e non presentano mai un unico protagonista. La striscia è cambiata con gli anni: agli iniziali riferimenti all’esercito nazista e alla seconda guerra mondiale, le Sturmtruppen colpiscono con la risata tutte le guerre e l’ottusità umana in ogni campo della vita, non solo quello militare.
Chi, in questi tempi, in Italia e in Spagna, mette in bella mostra i muscoli, dovrebbe leggerle ad alta voce prima di coricarsi...
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