(foto da internet)
Forse è difficile, per lo spettatore di oggi, capire l'effetto di novità che rappresentò trent'anni fa l'arrivo di Donne sull'orlo di una crisi di nervi. Il film uscì in Spagna il 23 marzo 1988 e in Italia passò la prima volta alla Mostra di Venezia di quell'anno. Il quasi quarantenne Almodóvar, al suo settimo lungometraggio, cominciava a essere noto nei festival internazionali, ma fu questo il film che lo fece scoprire in tutto il mondo, fino alla nomination agli Oscar. Si parlava di un remake hollywoodiano prodotto da Jane Fonda, poi una decina d'anni fa di una serie tv prodotta dalla Fox, e non sono mancati gli adattamenti teatrali, anche perché il film si svolge quasi tutto in interni.
(foto da internet)
Il suo cinema segnava la rinascita in fondo gioiosa della Spagna, e di Madrid in particolare, dopo la fine del franchismo (il primo corto del regista risale a tre anni dopo la morte del dittatore). Ma qui Almodóvar faceva due operazioni in più, rispetto ai film precedenti. Se in precedenza i suoi lavori avevano una forza di provocazione diretta e uno stile, almeno agli inizi, sporco e caciarone (Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio), qui sceglie, fin dai titoli di testa con foto rétro sulle note di Soy infeliz, una superficie glamour e vintage, un richiamo al cinema del passato, che è un'assoluta novità e fa la fortuna del film.
(foto da internet)
L'altra scelta è mascherare le tematiche esplicitamente gay di La legge del desiderioe i temi scabrosi di altri film (le perversioni di Matador, le suore poco ortodosse di L'indiscreto fascino del peccato) in un mondo da commedia sofisticata piuttosto controllata, ma in verità popolato da donne sopra le righe: una protagonista ossessionata ma tenace e quasi eroica, le altre buffe o minacciose, ma comunque tutte matte.
(foto da internet)
Era insomma, all'apparenza, un film su donne senza uomini, sperdute dopo la stagione del femminismo (tra le fonti c'era il celebre monologo di Jean Cocteau, La voce umana), ma in realtà soprattutto la costruzione di un elegante mondo camp che farà scuola in molto cinema europeo, dalle prime cose di Pappi Corsicato (Libera) a certi lavori di François Ozon (8 donne e un mistero). I suoi temi e il suo stile insomma erano resi digeribili a un pubblico più vasto, anche e forse soprattutto femminile; perfetti per un pubblico di cinema d'essai che in quel momento aveva, anche in Italia, il suo massimo splendore.
(foto da www.repubblica.it)
Da questa eleganza cinefila il regista non si distaccherà più, nei suoi film più comici o nei mélo più appassionati, a cominciare da Tutto su mia madre, magari arricchendola con tonalità più o meno serie e un discorso articolato sui generi sessuali, sulla politica, sulla famiglia. Curiosamente, invece, sarà meno utilizzato un altro elemento di novità: l'uso ironico e straniante della musica classica, con il Capriccio spagnolo o la Sheherazade di Rimskij Korsakov alternate alla voce di La Lupe, mitica cantante cubana.
(foto da www.repubblica.it)
Oggi riguardare Donne sull'orlo di una crisi di nervi fa uno strano effetto. E non solo perché tra gli attori si riconoscono tutti i volti famosi del regista: Carmen Maura, Rossy De Palma e Victoria Abril, ma anche un giovanissimo Antonio Banderas con occhiali da nerd, e addirittura una comparsata di Javier Bardem come pony express. Ma soprattutto perché significa ritornare a una stagione di registi europei, autori che si sono resi riconoscibili con un marchio e uno stile, che a modo loro sono stati (e sono) anche divi per un pubblico colto transnazionale.
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In Italia, dove Donne sull'orlo vinse anche il David di Donatello per il miglior film straniero, il successo fu strepitoso: diciannovesimo posto, dopo L'ultima tentazione di Cristo e prima dei Gemelli con Schwarzenegger e Danny DeVito, con quasi 570mila mila spettatori. Coi prezzi attuali dei biglietti, incasserebbe tre milioni e mezzo di euro: un risultato che per il cinema d'autore è oggi quasi sempre un traguardo irraggiungibile.
Con Donne sull'orlo di una crisi di nervi vi salutiamo e vi auguriamo Buona Pasqua.
Ci riviediamo online mercoledì 11 aprile.
Auguri!
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