venerdì 23 marzo 2018

La Desolata di Canosa


(foto da internet)

Canosa di Puglia (Canàuse in apulo-barese) è una cittadina di circa 30mila abitanti della provincia di Barletta-Andria-Trani, in Puglia. Il toponimo può derivare dal termine greco Canusion, usato per indicare il primo nucleo sviluppatosi nell'VIII secolo a. C., ma un'altra ipotesi vuole che il nome della città derivi da canis (cane) e, infine, un'altra teoria sostiene che Canosa provenga dal greco χάνεον (cesta di vimini) per la presenza numerosa di vimini spontanei lungo la riva del vicino fiume Ofanto. La cittadina fu fondata secondo la leggenda dall'eroe omerico Diomede, decantato nell'Iliade.  


(foto da internet)


Canosa è famosa grazie a un rituale collettivo, unico nel suo genere, simbiosi di devozione religiosa e di celebrazione dell'amore fra una madre e il proprio figlio: la cosiddetta processione della Desolata che si celebra la mattina del Sabato SantoLa processione è uno dei riti religiosi più importanti e significativi della Settimana Santa in Italia (vedi>>). 
Su un antico inno intonato, a ritmo di marcia funebre, da 360 donne vestite a lutto, alcune di esse scalze, e col volto coperto da un velo nero, viene ripreso un antico testo –tratto dall’Inno della Desolata di Antonio Lotti (XVIII secolo), a sua volta basato sullo Stabat Mater di Jacopone da Todi (XIII secolo)– che  vuol condividere il dolore della Vergine Maria per la perdita del proprio figlio.





(foto da internet)

Il corteo avanza nel più assoluto silenzio squarciato solo dal canto intonato su un registro vocale acuto, in un'alta espressione della tragedia. Impenetrabili allo sguardo di chiunque, le donne si tengono strette l'una all'altra lungo il tragitto della processione, intonando un canto straziante. 
La musica che accompagna il corteo, scritta per banda dal clarinettista Domenico Jannuzzi, accompagna il passo della donne. Il corteo, che percorre le principali vie della cittadina, conta sulla presenza di bambine vestite da angeli che portano in mano i segni della Passione di Cristo: la corona di spine, le funi, le fruste, la canna, il calice, i dadi, i chiodi, ecc. 




(foto da internet)

Fa spicco la statua della Vergine Desolata che raffigura l’Addolorata che compare vestita a lutto, impietrita accanto alla croce. Le donne recitano lo Stabat Mater dolorosa dum pendebat Filius contristatam et dolentem pertransivit gladius (la Madre addolorata in lacrime presso la Croce su cui pendeva il figlio dal cuore trafitto da una lancia), che è divenuto l’Inno della processione, ripetuto più volte lungo il tragitto dal coro, che colpisce e sferza per la sua particolare forza e passione.

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