mercoledì 21 marzo 2018

L'aperitivo al mercato


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Spesa e aperitivo: in una mano, la borsa stracolma di primizie e golosità, nell'altra un bicchiere. Perché oggi al mercato si va anche, semplicemente, per prendere l'aperitivo. Succede ovunque, nei nuovi mercati "ripensati". A Roma, ad esempio, al Mercato di Testaccio. Oppure, una novità, gli aperitivi rock o bossanova nel punto Obicà a Campo de' Fiori: taglieri con salumi e mozzarella di bufala campana Dop, supplì e zeppole ecc. 
Qui infatti birre e calici di vino vengono serviti con piattini di pesce, acciughe impanate e poi passate al forno e bocconcini di tonno crudo oppure insalate di verdure di stagione come asparagi e zucchine tagliati al momento.

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Tra i banchi del mercato bolognese il servizio è rustico ma il cibo di qualità e la varietà davvero tanta: si va dai dolci alle mortadelle, dai vini al pesce fresco, dalle pizze alle birre artigianali per arrivare alla macelleria che propone bistecche, polpette e salsicce. Tutti gli ingredienti si possono acquistare nature oppure gustare sul posto e i manicaretti vengono cucinati davanti ai tuoi occhi. Ci si dovrebbe accomodare ai tavoli o almeno poter conquistare una sedia, ma siccome tavoli e sedie non bastano mai e la gente è troppo affamata per poter aspettare, anche il marciapiede diventa un posticino ideale per sedersi a mangiare un boccone.
Aperto nell’estate del 2014 dopo 6 anni di restauri, il mercato bolognese non è certo l’unico in Italia ad aver inaugurato la stagione dei pranzi, degli aperitivi e delle cene da consumare sul posto.

Molte grandi città italiane si stanno finalmente adeguando a questo trend seguendo l'esempio di alcuni famosi mercati europei, primi fra tutti Camden Town a Londra e l'Östermalms Saluhall a Stoccolma, il Marché Des Enfants Rouges a Parigi e La Boqueria di Barcellona.
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Anche a Firenze da circa due anni il Mercato Centrale ha scelto di intraprendere questa nuova era gastronomica. Così al primo piano dell'edificio ottocentesco, all'interno di uno spazio rimasto lungamente inutilizzato (un tempo era consacrato a frutta e verdure), hanno aperto tanti chioschi specializzati in prodotti doc. Al centro ci sono i tavolini messi a disposizione di chi volesse consumare sul posto ciò che ha acquistato nelle botteghe: pesce, fritture, polpette, macelleria fiorentina (ovvero bistecche alte diverse dita di un macellaio robusto), lampredotto (il classico street food fiorentino a base di trippa e salse verde e rossa), formaggi, pasta fresca e dolci. Non mancano gli "idratanti" di alta qualità: birre, vini e caffè di torrefazione. Da non sottovalutare il fatto che il Mercato resta aperto dalle 10 alle 24, 365 giorni l’anno, quindi vi si può mangiare anche a pranzo con la famiglia.

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A Torino il Mercato di Porta Palazzo, cuore multietnico della città, è rimasto più ruspante e l'offerta di cibi pronti è ancora estemporanea. Ciò nonostante, mentre si sta facendo la spesa, si può mangiare cucina popolare al banco 71, dove preparano e vendono specialità di street food molto economiche.
Tutto, ma proprio tutto, si può trovare nei mercati di Roma, ormai altamente specializzati in cibo bell'e pronto. E se quello dei Parioli, soprattutto in estate, è meta dell'aperitivo al mercato Ostiense e al Nomentano si fanno superbe prime colazioni con crostate e cornetti venduti a pochi centesimi mentre il mercato del Quadraro, sempre nella capitale, è famoso per uno dei migliori supplì di tutta Roma.
La mecca capitolina dello street food è però il mercato di Testaccio.
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Qui è tutto un bengodi di panini con la trippa, la salsiccia, la scottona e il bollito alla picchiapò, ma non manca l'estremo opposto: una linea di cibi super salutari e vitaminici appositamente studiati da una nutrizionista. Non solo: accanto al romanesco carciofo alla Giudia vengono proposte specialità forestiere come le quiche francesi, i bagel americani e le arepas venezuelane. E c'è pure il banco della chef stellata Cristina Bowerman che ha scelto il Testaccio per aprire una sede distaccata del suo Romeo chef e baker dove ogni ricetta è contenuta in una speciale cup riciclabile e comodamente da passeggio.
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A Palermo, dove lo street food tra i banchi del fresco ha origini secolari (deriva dai tempi della dominazione araba della città), è nato solo poche settimane fa il mercato San Lorenzo, ospitato nei locali di un'antica agrumaria. Vi sono collocate nove botteghe che vendono ben 2800 prodotti selezionati da 250 fornitori scelti nella sola Sicilia. Ai clienti la scelta di fare la spesa o fermarsi nella corte per mangiare pietanze espresse preparate secondo le ricette della tradizione locale. E mentre si gusta un'arancina è probabile poter assistere a uno dei 150 eventi che ogni anno animano il mercato: showcooking, presentazioni, degustazioni, corsi e lezioni di cucina con chef ed enologi, concerti, cinema, reading di scrittori.

E a Milano che succede intanto? La città meneghina non è ai primi posti per quanto riguarda pasti e aperitivi offerti dagli ex banchi ambulanti. L'esperienza del Mercato Metropolitano aperto in piena Expo dietro la stazione di Porta Genova si è misteriosamente conclusa. Ma i patiti del genere non devono perdersi d'animo. Anche qui qualcosa si muove: per esempio il mercato coperto di viale Monza 54 è stato recentemente ristrutturato e ora la sera ci si ritrova per cene e aperitivi tra i banchi. Non solo: in piazza Santa Maria del Suffragio esiste dallo scorso dicembre un piccolo mercato coperto aperto anche a cena fino alle 23. Pane, pizza, frutta, ortaggi, gelato, vino e pesce: in tutto ospita quattro banchi con relativi tavolini centrali. Non certo un'offerta dai grandi numeri, ma un bel progetto di riqualificazione per un vecchio mercato comunale ormai in disuso che potrebbe dare il via ad altre idee simili in una città che non brilla per la ristorazione economica di qualità, ma ha i numeri e la volontà per crearla.

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