(foto da internet)
Spesa e aperitivo: in una mano, la borsa stracolma di primizie e
golosità, nell'altra un bicchiere. Perché oggi al mercato si va anche,
semplicemente, per prendere l'aperitivo. Succede ovunque, nei nuovi
mercati "ripensati". A Roma, ad esempio, al Mercato di Testaccio.
Oppure, una novità, gli aperitivi rock o bossanova nel punto Obicà a
Campo de' Fiori: taglieri con salumi e mozzarella di bufala campana Dop,
supplì e zeppole ecc.
Qui infatti birre e calici di vino vengono serviti con piattini di
pesce, acciughe impanate e poi passate al forno e bocconcini di tonno
crudo oppure insalate di verdure di stagione come asparagi e zucchine
tagliati al momento.
(foto da internet)
Tra i banchi del mercato bolognese il servizio è rustico ma il cibo di qualità
e la varietà davvero tanta: si va dai dolci alle mortadelle, dai vini
al pesce fresco, dalle pizze alle birre artigianali per arrivare alla
macelleria che propone bistecche, polpette e salsicce. Tutti gli
ingredienti si possono acquistare nature oppure gustare sul posto e i
manicaretti vengono cucinati davanti ai tuoi occhi. Ci si dovrebbe
accomodare ai tavoli o almeno poter conquistare una sedia, ma siccome
tavoli e sedie non bastano mai e la gente è troppo affamata per poter
aspettare, anche il marciapiede diventa un posticino ideale per sedersi a
mangiare un boccone.
Aperto nell’estate del 2014 dopo 6 anni di
restauri, il mercato bolognese non è certo l’unico in Italia ad aver
inaugurato la stagione dei pranzi, degli aperitivi e delle cene da
consumare sul posto.
Molte grandi città italiane si stanno
finalmente adeguando a questo trend seguendo l'esempio di alcuni famosi
mercati europei, primi fra tutti Camden Town a Londra e l'Östermalms
Saluhall a Stoccolma, il Marché Des Enfants Rouges a Parigi e La
Boqueria di Barcellona.
(foto da internet)
Anche a Firenze da circa due anni il Mercato Centrale
ha scelto di intraprendere questa nuova era gastronomica. Così al primo
piano dell'edificio ottocentesco, all'interno di uno spazio rimasto
lungamente inutilizzato (un tempo era consacrato a frutta e verdure),
hanno aperto tanti chioschi specializzati in prodotti doc. Al centro ci
sono i tavolini messi a disposizione di chi volesse consumare sul posto
ciò che ha acquistato nelle botteghe: pesce, fritture, polpette, macelleria fiorentina
(ovvero bistecche alte diverse dita di un macellaio robusto),
lampredotto (il classico street food fiorentino a base di trippa e salse
verde e rossa), formaggi, pasta fresca e dolci. Non mancano gli
"idratanti" di alta qualità: birre, vini e caffè di torrefazione.
Da non sottovalutare il fatto che il Mercato resta aperto dalle 10 alle
24, 365 giorni l’anno, quindi vi si può mangiare anche a pranzo con la
famiglia.
A Torino il Mercato di Porta Palazzo,
cuore multietnico della città, è rimasto più ruspante e l'offerta di
cibi pronti è ancora estemporanea. Ciò nonostante, mentre si sta facendo
la spesa, si può mangiare cucina popolare al banco 71, dove preparano e
vendono specialità di street food molto economiche.
Tutto, ma proprio tutto, si può trovare nei mercati di Roma, ormai altamente specializzati in cibo bell'e pronto. E
se quello dei Parioli, soprattutto in estate, è meta dell'aperitivo al
mercato Ostiense e al Nomentano si fanno superbe prime colazioni con
crostate e cornetti venduti a pochi centesimi mentre il mercato del
Quadraro, sempre nella capitale, è famoso per uno dei migliori supplì di
tutta Roma.
La mecca capitolina dello street food è però il mercato di Testaccio.
(foto da internet)
Qui
è tutto un bengodi di panini con la trippa, la salsiccia, la scottona e
il bollito alla picchiapò, ma non manca l'estremo opposto: una linea di
cibi super salutari e vitaminici appositamente studiati da una
nutrizionista. Non solo: accanto al romanesco carciofo alla Giudia
vengono proposte specialità forestiere come le quiche francesi, i bagel
americani e le arepas venezuelane. E c'è pure il banco della chef
stellata Cristina Bowerman che ha scelto il Testaccio
per aprire una sede distaccata del suo Romeo chef e baker dove ogni
ricetta è contenuta in una speciale cup riciclabile e comodamente da
passeggio.
(foto da internet)
A Palermo, dove lo street food tra i
banchi del fresco ha origini secolari (deriva dai tempi della
dominazione araba della città), è nato solo poche settimane fa il mercato San Lorenzo,
ospitato nei locali di un'antica agrumaria. Vi sono collocate nove
botteghe che vendono ben 2800 prodotti selezionati da 250 fornitori
scelti nella sola Sicilia. Ai clienti la scelta di fare la spesa o
fermarsi nella corte per mangiare pietanze espresse preparate secondo le
ricette della tradizione locale. E mentre si gusta un'arancina è
probabile poter assistere a uno dei 150 eventi che ogni anno animano il
mercato: showcooking, presentazioni, degustazioni, corsi e lezioni di
cucina con chef ed enologi, concerti, cinema, reading di scrittori.
E a Milano
che succede intanto? La città meneghina non è ai primi posti per quanto
riguarda pasti e aperitivi offerti dagli ex banchi ambulanti.
L'esperienza del Mercato Metropolitano aperto in piena Expo dietro la
stazione di Porta Genova si è misteriosamente conclusa. Ma i patiti del
genere non devono perdersi d'animo. Anche qui qualcosa si muove: per
esempio il mercato coperto di viale Monza 54 è stato recentemente ristrutturato e ora la sera ci si ritrova per cene e aperitivi tra i banchi. Non solo: in piazza Santa Maria del Suffragio esiste
dallo scorso dicembre un piccolo mercato coperto aperto anche a cena
fino alle 23. Pane, pizza, frutta, ortaggi, gelato, vino e pesce: in
tutto ospita quattro banchi con relativi tavolini centrali. Non certo
un'offerta dai grandi numeri, ma un bel progetto di riqualificazione per
un vecchio mercato comunale ormai in disuso che potrebbe dare il via ad
altre idee simili in una città che non brilla per la ristorazione
economica di qualità, ma ha i numeri e la volontà per crearla.
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