(foto da internet)
Parma, ambasciatrice della Food Valley nel mondo: la città è stata proclamata l’unica Città Creativa UNESCO per la gastronomia in Italia, conferendo lustro alla già straordinaria tradizione enogastronomica di tutta l’Emilia-Romagna, la regione che detiene il record europeo di prodotti Dop e Igp, ma anche quella che la rivista statunitense Forbes ha definito “Italy’s greatest gastronomic treasure”.
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Parma, una delle città più golose del mondo, è conosciuta per le eccellenze gastronomiche come Parmigiano-Reggiano, Prosciutto di Parma, Culatello di Zibello, Salame di Felino, Fungo di Borgotaro, per citare solo alcuni dei tesori di un territorio straordinario anche sul fronte della musica e dell’arte. Parma offre anche itinerari dedicati alla biodiversità, alla visita di fattorie rurali, alla scoperta di prodotti a Km 0 che raccontano la vita di chi li produce… perché Food Valley non è solo “buon cibo”, ma è un modo di vivere. La proclamazione UNESCO è una straordinaria conferma di questa realtà, in cui la tradizione si accompagna a una spiccata capacità d’innovazione nel campo della sicurezza alimentare e della ricerca, grazie alla presenza dell’Efsa (European Food Safety Agency) e dell’haute cuisine con Alma, la Scuola internazionale di cucina con sede a Colorno, di cui è rettore lo Chef Gualtiero Marchesi. A tutto ciò si aggiungono ristoranti stellati e accoglienti trattorie, rassegne e manifestazioni fieristiche internazionali come Cibus, senza dimenticare le sagre e i mercati che invitano a una passeggiata e allo shopping.
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La rete delle città creative Unesco è attualmente composta da 69 membri, dove sono rappresentati 32 Paesi, per sette ambiti creativi (Craft and Folk Art, Design, Cinema, Cibo, Letteratura, Musica e Arti Digitali). In Italia diverse città dell’Emilia-Romagna hanno ottenuto il prestigioso riconoscimento andando a formare un ideale tour lungo la Via Emilia. Iniziando il viaggio da Ovest si parte dai sapori di Parma, per poi passare alla Ghirlandina di Modena, alla musica di Bologna, alle ceramiche di Faenza, ai palazzi di Ferrara fino ad arrivare alla costa Est con i mosaici di Ravenna. L’Emilia Romagna si trova in un’ottima posizione strategica fungendo da confine tra il nord Italia e il centro-sud, vicina alle 5 Terre, alla Toscana, a Venezia e a Milano, raggiungibile in poco tempo con i treni Alta Velocità dalle principali città italiane.
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Ma oggi parliamo di Parma non per la sua squisita gastronomia o per i suoi legami privilegiati con la musica, ma perché punto di riferimento culturale. Nel 2020 sarà la Capitale italiana della Cultura. Nell’attesa, dà un assaggio di ciò che offrirà tra due anni valorizzando, per tutta la primavera, la creatività contemporanea del nostro Paese. Parma, terra d’arte e buon cibo dell’Emilia Romagna, è pronta per dare il via, il prossimo 14 aprile, a PARMA 360 Festival della creatività contemporanea. Quella di quest’anno è la terza edizione. Un appuntamento ormai stabile che vede in programma, fino al 3 giugno, iniziative ed eventi in diversi spazi istituzionali e privati della città.
Vario il programma: ci sono mostre di pittura e di fotografia, di arte digitale e di scultura. Non mancano concerti, performance, laboratori e attività formative con le personalità più importanti del settore.
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La manifestazione è anche l’occasione per valorizzare il patrimonio artistico del capoluogo, trasformando il territorio in un vero e proprio museo diffuso: ecco che l’arte contemporanea invade chiese sconsacrate, palazzi storici e spazi di archeologia industriale non sempre noti agli abitanti. E che gioielli storici come l’Ospedale Vecchio, le ex Chiese di San Quirino e San Tiburzio e l’area industriale dell’ex SCEDEP fanno da sfondo a opere ultramoderne. Il tutto, con un imprinting “green”.
Fil rouge dell’iniziativa, infatti, è il tema della sostenibilità ambientale e del rapporto tra uomo, paesaggio e natura.
Il festival diventa, così, un’occasione significativa per riflettere sul crescente senso di responsabilità dell’individuo nei confronti del pianeta e sugli effetti che i comportamenti sbagliati di oggi possono avere sulla qualità della vita delle prossime generazioni.
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