venerdì 15 gennaio 2016

Lessico e arte XV (addenda)



(foto da internet)
 

Non abbiamo potuto rinunciare a un'addenda al nostro tour sul lessico e l'arte italiana. 
Gironzolando su internet, abbiamo scoperto la pagina di Facebook  di Stefano Guerrera, un informatico italiano, che ha per titolo Se i quadri potessero parlare.  
La pagina in questione, nata per gioco, ha più di un milione di seguaci! 
Dal 2013 mescola cultura classica e popolare, Picasso, Tiziano (e tanti altri maestri della pittura) col dialetto romanesco, un dialetto facilmente comprensibile che ha riscosso un forte successo in tutta Italia (vedi>>).



(foto da internet)
 
Dopo il successo della pagina di Facebook, Guerrera ha scritto un libro che ha per titolo Mai 'na gioia, una raccolta di quadri con didascalie in dialetto romanesco, che vuol essere una specie di reinterpretazione della storia dell’arte da un'ottica molto peculiare.
L'idea è molto semplice: dar voce ai personaggi immortalati in celebri dipinti, aggiungendo una didascalia ironica, diretta, e irrivirente. 
Bisogna dire che Guerrera con l’arte non ha nulla a che fare:  è laureato in Ingegneria informatica, e ha una forte passione per internet. L'idea  di cimentarsi con dei quadri parlanti  è nata per caso: mediante l'uso di  Snapchat, un’applicazione che consente di aggiungere didascalie alle foto. 
Dalle foto ai quadri famosi  il passo è stato breve, e così si è ritrovato a ritoccare Il Bacio di Francesco Hayez e La dama con l’ermellino di Leonardo Da Vinci



(foto da internet)
 
I quadri, secondo Guerrera, sono uno strumento per raggiungere due obiettivi: far ridere e divulgare il sapere artistico.
I quadri parlanti nascono, nell'immaginazione del giovane informatico, un po' per caso e un po' per studio; a volte è una battuta che va alla ricerca del quadro giusto e altre volte, invece, è un quadro che ricerca una battuta pertinente. 
Uno dei quadri parlanti che ha avuto più condivisioni sui social network è stato La verità esce dal pozzo di Jean-Léon Gérome
Alla donna raffigurata nell’opera, Guerrera fa pronunciare la frase in romanesco: “A maaaaa! La caldaiaaaaaa!" (mamma, la caldaia!!).  
Mica male!!!

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