Hanno vinto le ocaiole (parola difficile da pronunciare in perfetto toscano). Su che cosa, vi chiederete?
In un’affollatissima assemblea nella sede dell’Oca, l’ultima a tenere le sue donne sulla soglia, si è deciso che
dal 29 aprile 2012, festa della patrona Santa Caterina, le ocaiole
avranno diritto di parola, di voto, di elezione negli organi dirigenti,
come in tutte le altre Contrade. Una rivoluzione.
L'Oca, dunque, fa lo stesso percorso dell’Oxford
and Cambridge University club, riservato a professori e laureati delle
due prestigiose università, esclusivamente di sesso maschile. Poi, un
giorno, oltre un secolo e mezzo di discriminazione finì con un
referendum: gli uomini avevano deciso che le donne potevano far parte del club, archiviando la millenaria tradizione.
La passione per Siena e per la contrada, ha animato 62 donne e più, qualche
anno fa, a iniziare una durissima guerra. Tra una battaglia e l’altra,
nel 2008 le donne dell'Oca persero il referendum voluto dai dirigenti della Contrada. Lo spoglio diede ragione ai fedelissimi alla tradizione: niente donne in contrada.
Con le ribelli si
schierò anche Aceto, al secolo Andrea Decortes, il più famoso fantino
della storia, che per l’Oca ha vinto il Palio ben cinque volte. Dopo l'amara sconfitta si
decise di passare alle vie legali: le donne (ocaiole) andarono di fronte a un
giudice civile e chiesero il rispetto dei loro diritti. A gridare con tanta veemenza, nel 2010,
un’ocaiola doc: la cantante Gianna Nannini che il
Palio ce l’ha dentro le ossa e l’anima.
Il magistrato fece notare
che sarebbe stata necessaria una base più larga o un mandato da parte
della (centenaria) Società delle donne, abilitata a parlare a nome di
tutte. È stata, invece, disse il giudice, «azionata da singole
associate, una pretesa collettiva». Bocciate di nuovo. E così ancora avanti con la
battaglia in tribunale, fino ad una nuova sentenza sine die. Alla fine, niente più giudici e niente più sentenze. La
Contrada ha deciso per conto suo, con un documento votato a grande
maggioranza, di non fare più nessuna distinzione tra uomini e donne.
Come direbbero in contrada (dell'Oca, ovviamente): «S’è sempre comandato e sempre si comanda, siamo di Fontebranda, e paura non se n’ha».
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